Annyeong, Italia! Ad un anno esatto dall’ultima edizione, fa finalmente ritorno a Firenze il Florence Korean Film Festival, che si terrà dal 30 marzo al 7 aprile nelle sale cinematografiche convenzionate del capoluogo toscano, oltre che sui servizi di streaming online ufficiali dell’evento. Con il patrocinio dell’associazione culturale Taegukgi, della Regione Toscana e del Comune di Firenze, il cinema coreano sarà ospite della culla del Rinascimento per il ventunesimo anno consecutivo.

Fra gli ospiti più illustri delle scorse edizioni non si può dimenticare Lee Jung-jae, già amato in patria per le sue interpretazioni in Operation Chromite (nel cui cast figura anche Liam Neeson) e Hunt, e definitivamente consacratosi a livello internazionale grazie al suo ruolo da protagonista in Squid Game.

Niente da invidiare, ciononostante, al programma di quest’anno, che include alcune tappe importanti come il contributo del regista Kim Han-min, autore del film storico Hansan: Rising Dragon Redux (la cui proiezione è in programma), che terrà una masterclass assieme al collega attore Park Hae-il. Fra gli interventi più interessanti, tuttavia, figura anche quello delle registe July Jung e Yim Soon-rye nell’ambito della sezione intitolata K-Women, e che prevede un riepilogo delle carriere straordinarie di due fra le più rinomate cineaste coreane ed un approfondimento sulla loro esperienza di donne alla regia. A concludere coi fiocchi il festival, invece, si terrà l’imperdibile incontro Geometrie dello sguardo con il pluripremiato regista e produttore Bong Joon-ho, asceso alla fama internazionale grazie alla direzione del capolavoro Parasite.

NON SOLO HOLLYWOOD Mettendo per un secondo da parte la nostra insita prospettiva occidentale-centrica in materia, esistono svariate altre realtà culturali-cinematografiche il cui prestigio non può essere ignorato. Ad esempio, l’industria del cinema indiano è la più grande in termini di quantità di pellicole prodotte, con un fatturato che si attesta attorno ai 1,7 miliardi di Euro (dati del 2020), ed il cinema coreano non è certo da meno: una cifra simile è stata generata nell’anno fiscale 2019, prima di subire un’ovvia battuta d’arresto per via della pandemia.

Lo dicono anche le statistiche: fuori dalla nostra bolla fatta di supereroi improbabili e commedie scadenti (con le dovute eccezioni) c’è un vero e proprio mondo di passione, dedizione e soprattutto arte che, forse, non abbastanza cinefili scorgono ancora. E se si è dissuasi dalla possibile barriera linguistica che potrebbe impedire una visione piacevole del prodotto, non c’è niente da temere. Senza menzionare gli interventi di doppiaggio (di cui abbiamo l’enorme fortuna di godere nel nostro Paese), ci sono intensive ricerche che dimostrano che la visione di film in lingua straniera apporti numerosi benefici allo sviluppo cognitivo, a prescindere dall’utilizzo dei sottotitoli.

Grandi ospiti, grande cinema ed un grande fiorire di cultura non deluderanno certamente l’assiduo e crescente pubblico del festival, che come riporta il sito ufficiale: “è diventato, a pieno diritto, una vera e propria istituzione”. Si tratta di un’occasione da non perdere per gli appassionati e per i curiosi in materia.

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