Lo scorso 19 febbraio Massimo Troisi ha compiuto 70 anni, anzi, avrebbe dovuto compiere 70 anni. Purtroppo, il famoso comico napoletano ci ha lasciato il 4 luglio 1994, il giorno dopo aver finito la registrazione del film Il postino, e noi vogliamo ricordarlo così: Troisi nasce a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, il 19 febbraio 1953. La sua infanzia è come quella di tutti i ragazzi napoletani nati in quegli anni, corre dietro un pallone da mattina a sera col sogno di diventare calciatore, magari arrivando in Serie A e vincere un mondiale, insomma, il sogno di ogni bambino. Tanto che Rosaria Troisi, sorella di Massimo, in un’intervista concessa al programma Buon compleanno Massimo andato in onda su Rai 3, ci racconta: “Lui avrebbe avuto più piacere a vincere una Coppa dei Campioni che l’Oscar”. Purtroppo però, Massimo non può giocare a calcio: fin da bambino il comico affetto da febbri reumatiche, cominciò a sviluppare una grave degenerazione della valvola mitriale. Così Troisi vedendosi sfumare il sogno di diventare calciatore, o quanto meno, vedendosi sfumare la possibilità di fare sport come il calcio, entra nel mondo del teatro. E come la maggior parte degli attori, egli inizia la sua carriera teatrale, nell’oratorio dietro casa sua, la parrocchia Sant’Anna. Qui, con i suoi amici d’infanzia, incomincia a recitare piccole rappresentazioni teatrali. “Da dove è uscito questo?” così esclama Alfredo Troisi, padre di Massimo, appena vede il figlio recitare per la prima volta, testimoniando come Massimo, già dalla prime battute in un’umile parrocchia, faccia presagire le sue potenzialità. Dalla parrocchia Troisi passa ad un garage, dove egli instituisce la sua prima compagnia teatrale con i suoi amici tra i quali Lello Arena con cui fonda La Smorfia. La carriera nei teatri napoletani inizio proprio con Arena ed Enzo Decaro (con cui completò il trio dei Saraceni prima di diventare La Smorfia). La piccola compagnia ha così tanto successo che vennero invitati ad un programma televisivo molto in voga alla fine degli anni Settanta: Non Stop di Enzo Trapani. Il programma è una fucina di talenti: non solo il gruppo napoletano si fa conoscere al pubblico ma anche attori e artisti come Carlo Verdone, Zuzzurro e Gaspare e i Giancattivi. Il successo del trio è enorme e dopo qualche difficoltà dovute al terremoto dell’Irpinia del 1980, Massimo decide di prendere un’altra strada: entra nel mondo della cinematografia e così scrive uno dei più suoi grandi capolavori Ricomincio da tre. Il film, di cui Troisi è regista ed autore, oltre che protagonista, ha un successo incredibile su scala nazionale vincendo due David di Donatello (uno per il miglior film e uno per il migliore attore) e riscuotendo il migliore incasso della stagione 1980-81. Dopo il successo di Ricomincio da tre, l’attore campano produce un altro film con qualche mese di ritardo e si scusa per il ritardo, intitolandolo Scusate il ritardo. La pellicola è incentrata sull’amore, come il film di tre anni prima, e vince ancora due David di Donatello per il miglior attore non protagonista a Lello Arena e per la migliore attrice non protagonista a Lina Polito. Nel 1984 Massimo scrive, insieme all’attore fiorentino Roberto Benigni, il film Non ci resta che piangere. I due attori finiscono per errore nel 1492 in un piccolo borgo medievale fiorentino mettendo in azione scene che ancora noi tutti ricordiamo. Celebre è la scena della dogana: “Chi siete? Ma cosa portate? Si, ma quanti siete? Un fiorino!”. Il successo del film è immenso e Troisi, ormai sfinito dalla malattia, decide di girare l’ultimo film della sua vita, Il postino di Michael Radford. Le riprese del film, per il comico di San Giorgio A Cremano, non sono semplici: colpito dalle sempre più frequenti febbri reumatiche, ha molte difficoltà nella registrazione della pellicola, tanto che i medici statunitensi gli consigliano un trapianto. Troisi, però, volle prima finire il film e poi fare l’intervento. Intervento che non riesce a fare: Massimo, allo stremo delle forze, finisce di girare l’ultima scena del film e si dirige alla casa della sorella dove, il giorno seguente, viene colpito da un attacco cardiaco e perde la vita all’età di 41 anni. Con questo finale drammatico, proprio come se fosse il finale di un film, noi vogliamo fare gli auguri all’autore campano: buon compleanno Massimo.