Nella notte tra il 5 e il 6 febbraio 2023 si è verificato “Uno dei più grandi disastri della storia” secondo Recep Tayyip Erdoğan, il terremoto in Turchia e Siria del 2023. Attorno alle 4:20, si è verificata la prima scossa di magnitudo 7,8. L’ipocentro del primo terremoto si trovava a 18 km di profondità, l’epicentro a 35 km a nord-ovest da Gaziantep, città turca distante circa 50 km dal confine con la Siria. A seguito del primo terremoto si sono verificate decine di scosse di assestamento e, successivamente, una seconda scossa di magnitudo 7,5 con epicentro a 4 km a sud di Ekinozu. Ad oggi, secondo le stime di Turchia e Siria, le vittime del terremoto sono oltre 29.000, i feriti registrati oltre gli 85.000, e gli sfollati sono oltre 5 milioni.
Non è stato il primo terremoto estremamente devastante della zona. In particolare, due sono i terromoti che, precedentemente, hanno causato numerosi danni: i terremoti di Aleppo, il primo datato 1138, il secondo 1822. La prima motivazione della sismicità della zona è data dall’incontro di tre placche, quella anatolica, quella araba e quella africana. Stando alle stime, il terremoto avrebbe creato una frattura nella Faglia del Mar Morto, o nella faglia anatolica orientale, la quale, in particolare, si era venuta a formare dai movimenti delle tre placche.
I paragoni con eventi passati vengono da due sismologi Alessandro Amato e Aybige Akinci, i quali hanno stimato che il terremoto sia stato circa mille volte più potente della prima scossa della sequenza sismica del Centro Italia del 2016-2017.
Sono almeno 6590 gli edifici distrutti dal terremoto, con le autorità che continuano la ricerca sotto le macerie. Un caso che, nella tragicità della vicenda, fa sperare è quello di Khadir, ragazzo dodicenne che ha passato 62 ore sotto le macerie e che, dopo due ore di operazione, è stato liberato. Il ragazzo è stato coperto dal corpo della madre. Simile la storia di un altro bambino di 8 anni che è stato trovato tra le macerie di casa sua, sotto cui è rimasto per 52 ore prima di essere salvato. Il caso, però più eclatante è quello di Aya, bambina nata sotto le macerie e trovata con il cordone ombelicale ancora attaccato alla mamma deceduta.
Il caso della Turchia e Siria ha fatto smuovere gran parte delle potenze mondiali e, da varie nazioni sono arrivati aiuti per la ricerca:
–UE: 27 squadre di ricerca, soccorso medico di 19 paesi con 1150 soccorritori.
–USA: 158 ricercatori divisi in due squadre.
–Cina: 5,9 milioni di dollari per gli aiuti turchi e contatti con la Siria per gli aiuti alimentari.
–Russia: pronti aiuti per entrambi i Paesi con 300 soccorritori già presenti in Siria.
–Ucraina: 87 soccorritori in Turchia.
–Israele: assistenza umanitaria in Turchia e aiuti pronti per la Siria.
–Palestina: 70 esperti nella zona del terremoto.
–Qatar: 120 soccorritori in Turchia con un ospedale da campo.
–Emirati Arabi Uniti: 13,6 milioni di dollari in aiuto alla Siria.
–India: 200 membri suddivisi in due squadre a cui vanno aggiunti medici e paramedici.
–Giappone: Inviata in Turchia la Japan Disaster Relief Rescue Team (squadra per i disastri naturali).
–Corea del Sud: aiuti umanitari per 5 milioni di dollari alla Turchia e 110 soccorritori e personale sanitario.
Anche l’ONU è pronto a mandare aiuti ai due paesi. Stando alle stime delle Nazioni Unite il numero di morti è destinato a raddoppiarsi e si aggira attorno al 20% che le vittime raggiungano le centomila.