Alice in Borderland è una serie televisiva Netflix girata da Shinsuke Sato pubblicata nel dicembre 2020. La serie è basata sull’omonimo manga di Haro Aso, uscito dal 2010 nella rivista Shonen Sunday S. Dalla sua uscita la serie è stata nella top 10 delle serie più viste di Netflix per le prime settimane in oltre 40 paesi: dopo tanto successo, e neanche due settimane, è stata rinnovata per una seconda stagione, uscita lo scorso dicembre.
La serie vede come protagonista Ryohei Arisu (Kento Yamazaki), un ragazzo appassionato di videogiochi che vive a Shibuya, Tokyo. Dopo la morte della madre è diventato un hikikomori (fenomeno sociale molto diffuso in Giappone dagli anni Ottanta, recentemente è stato riconosciuto anche in diversi altri paesi del mondo) ovvero si è isolato dalla vita sociale lasciando anche i suoi studi universitari.
Il primo episodio comincia con le vicende di un trio di amici: il protagonista Arisu, Chota Segawa (Yuki Morinaga) un tecnico informatico, e Daikichi Karube (Keita Machida), un barista, si rinchiudono nei bagni di una stazione metro per scappare dalla polizia, per poi ritrovarsi in una Tokyo deserta dove scoprono che per sopravvivere in questo mondo devono partecipare a una serie di “giochi” in cui rischiano la vita più volte. All’inizio del gioco viene fornito un telefono a tutti i partecipanti che segna la difficoltà del gioco, simboleggiata dalle carte da gioco, e le sue regole. I giochi vengono distinti in 4 categorie, ognuna rappresentata da un seme: cuori indicano i giochi di tradimento, picche quelli di forza fisica, quadri quelli di intelletto e infine fiori simboleggiano le prove di gruppo. La difficoltà di ogni gioco dipende dal numero della carta che determina anche il numero di giorni quanto dura il visto della carta collezionata: una volta esauriti i giorni forniti dal numero della carta i giocatori muoiono, pertanto sono costretti a giocare costantemente, alla ricerca di nuove carte. Man mano che i protagonisti vanno avanti con la storia arrivano sempre più vicini a scoprire la verità dietro questo gioco mortale. La prima stagione ci mostra la prima fase del gioco poiché mancano ancora le carte reali da collezionare, infatti per uscire dal gioco il partecipante deve collezionare l’intero mazzo. Nella seconda stagione, invece, Arisu e il suo gruppo di amici si avviano verso una fase più difficile del gioco dove appaiano le figure delle carte.
La serie, diversamente dal manga, si conclude con un mazzo di carte sul tavolo che vola e lascia una carta finale, ovvero il jolly, che nel manga viene indicato come Caronte, il traghettatore di anime. Per molti questo sta a indicare l’inizio di un nuovo gioco, quindi l’arrivo di una terza stagione, altri si sono domandati se Netflix, dopo l’incremento di spettatori, abbia deciso di inserire questa scena a scopo commerciale.
A differenza della prima stagione, piatta e ripetitiva dove gli altri personaggi che coronavano le vicende del protagonista Arisu non erano molto approfonditi, la seconda stagione si presenta con una migliore gestione della successione di misteri. La seconda stagione alterna ai giochi qualche parte più narrativa, dove ci vengono descritti i personaggi e gli ambienti: gli scrittori della serie hanno scelto di inserire nella trama digressioni maggiormente dettagliate sulla vita dei personaggi, a cui vengono dedicati più episodi e flashbacks, non solo aumentando la suspense, ma anche regalando agli spettatori un’indagine psicologica più profonda delle loro singole personalità. In conclusione, la seconda stagione non ha deluso le aspettative degli appassionati dopo un anno di attesa, pur lasciando diversi interrogativi sul futuro dei personaggi che si spera vengano svelati in una prossima stagione.