Leonardo da Vinci, famoso artista e scienziato italiano, è una delle figure italiane più iconiche di sempre e, per molti, anche una delle più affascinanti. Il genio toscano ha saputo unire tradizione e innovazione, splendendo in tutti i campi nei quali ha lavorato, divenendo esempio e modello per numerose menti venute dopo di lui. Un personaggio così non può che aver vissuto una vita travagliata e movimentata, come dimostrano le difficoltà che hanno avuto negli anni gli studiosi a ricostruire le tappe e gli eventi che hanno interessato Leonardo nei suoi spostamenti fra le corti e le città d’Europa.
Domenico Savini, storico, esperto di araldica e genealogista delle famiglie nobili europee, assieme a Sara Taglialagamba, direttrice della Nuova Fondazione Rossana, allieva di Carlo Pedretti (il più famoso studioso di da Vinci nel mondo) è ormai uno dei maggiori punti di riferimento in relazione agli studi su Leonardo: è stato protagonista di una delle più brillanti scoperte sul genio fiorentino degli ultimi decenni. I due storici hanno ritrovato e riassemblato numerose carte che erano andate disperse nel ‘700 e hanno ricostruito la Filza Dei, una raccolta di documenti su Leonardo e la sua famiglia. Questa scoperta ha un grande valore dal punto di vista storico e ci mette a disposizione la trascrizione più fedele del testamento ormai perduto di Leonardo scritto in terra di Francia. Savini e Taglialagamba hanno riportato alla luce non solo la trascrizione originale, ma anche molti altri documenti appartenenti alla sfera privata della famiglia da Vinci, come una lettera scritta proprio dall’allievo di Leonardo, Francesco Melzi, ai familiari per informarli della morte del maestro.
Lo storico fiorentino Domenico Savini ha concesso al Leomagazine un’intervista esclusiva in merito ai suoi studi, alla recente e sbalorditiva scoperta e a ciò che aggiunge alla biografia leonardiana questa trascrizione pressochè definitiva.
Di che tipo di ricerche lei si occupa nell’Archivio di Stato di Firenze?
Non mi occupo di ricerche soltanto nell’Archivio di Stato di Firenze, diciamo che li ho girati un po’ tutti, a Roma, nel Vaticano, sono passato dalla biblioteca nazionale a Firenze… Nell’Archivio di Stato di Firenze mi occupo prevalentemente di ricerche genealogiche che sono finalizzate allo studio della storia delle famiglie. Specialmente nell’Archivio di Stato di Firenze si trovano tantissimi documenti e anche direi numerosi inediti. Mi sono reso conto anche che un documento importantissimo che pensavo fosse già stato pubblicato invece è assolutamente inedito.
L’ultimo ritrovamento è forse il più rilevante: quale importanza ha la pubblicazione ad oggi di questo testamento di Leonardo?
Questo testamento l’ho trovato ormai un po’ di anni fa all’archivio di Firenze. C’era una parte dell’archivio della famiglia da Vinci e, dopo aver sfogliato tutti i documenti, ho trovato una trascrizione dall’originale del testamento che il da Vinci aveva consegnato direttamente alle autorità che dovevano controllare il poter accedere o meno al grado nobiliare a Firenze. Come sappiamo la famiglia da Vinci era una famiglia di notai, in tutte le generazioni ci sono sempre stati notai.
Quando l’ho trovato non credevo ai miei occhi. Ho telefonato a Sara che ha grande merito in questa faccenda, se non era per lei non sarebbe mai stata pubblicata questa scoperta. Sara è uno dei membri più importanti nella Fondazione Pedretti, è stata allieva di Carlo Pedretti che era il massimo esperto al mondo di Leonardo da Vinci. Dopo averla chiamata è venuta subito all’Archivio di Stato e il giorno dopo è venuto anche Carlo Pedretti stesso, oltre che il Conte che discende direttamente da Francesco Melzi, l’erede principale di Leonardo e hanno visto che questa cosa era assolutamente incredibile.
Com’è nata questa collaborazione con Sara Taglialagamba?
Diciamo che è stata Sara a dare il via, avendo di fatto con la Fondazione Pedretti moltissime possibilità di far pubblicare questo testo. Non si è occupata solo del testamento, ma anche di altri documenti che dovrà andare a cercare, per esempio, la prossima settimana a Como, perché molti testi per vari motivi sono finiti lì.
Questo testamento cosa aggiunge alla biografia di Leonardo?
Si aggiungono tantissime cose, ci sono numerosi documenti che riguardano Leonardo.
Il documento ritrovato ci fornisce informazione su Da Vinci e sul rapporto coi suoi fratelli che stavano qui a Firenze: per esempio nel testamento si parla anche dei lasciti che aveva fatto ai fratelli. Ha, infatti, lasciato somme di denaro ai fratelli. Tutti i suoi dipinti, i suoi disegni, i suoi manoscritti e tutte le sue cose personali le aveva lasciate all’allievo Francesco Melzi. Questi documenti aggiungono numerose informazioni, perché molte non erano state trascritte e diverse sono inedite. A oggi, questo testamento di Leonardo è la trasmissione più antica che abbiamo e la più sicura. Nel testo si legge di alcuni suoi ritratti che aveva con sé al momento della morte. Opere più famose che tutti conoscono erano lì con lui, per esempio la Gioconda che, come sappiamo, è rimasta in Francia. Il testamento è quello che aveva avuto la famiglia, tradotto dal francese e spedito ai fratelli direttamente da Amboise. Questa trascrizione è sicuramente il testo definitivo, dato che quello originale in francese non esiste.