Venerdì 13 gennaio 2023, Napoli, Fuorigrotta, stadio Diego Armando Maradona, 60000 spettatori rumoreggiano sulle tribune, l’atmosfera è caldissima, e non può essere altrimenti, è il giorno di Napoli–Juventus, prima contro seconda. Una partita storica del calcio italiano, che soprattutto nell’era Maurizio Sarri alla guida della panchina azzurra, ha regalato lotte al vertice al cardiopalma, vedendo però sempre vincere il campionato la squadra piemontese. La rivalità tra le due squadre nasce alla fine degli anni ’60, consolidandosi nella seconda metà degli anni ’80 grazie al duello tra il fuoriclasse argentino Diego Armando Maradona e il campione francese Michel Platini. Famosissima fu la rete proprio del Pibe De Oro il 3 novembre 1985, il quale con una punizione di seconda da dentro l’area di rigore, infranse tutte le leggi della fisica e segnò il gol vittoria dei partenopei, nonostante la barriera juventina non a debita distanza. Gli scontri sportivi tra Napoli e Juventus incominciarono a perdere rilevanza ai fini del campionato, vedendo il Napoli galleggiare tra Serie A e Serie B. Fino ad arrivare alla già citata era Sarri e poi a venerdì scorso. La compagine partenopea arriva alla sfida dopo, una non esaltante ma efficace vittoria sulla Sampdoria, nella prima partita dopo la morte di Gianluca Vialli, e una sconfitta a San Siro con l’Inter, la quale ha posto fine all’imbattibilità degli azzurri in questo campionato. La Juventus, dal canto suo, arriva al match con una striscia di ben otto vittorie di fila senza subire gol, dopo un avvio di stagione molto complicato. “La partita del Maradona potrebbe già essere decisiva” così recitano alcune testate giornalistiche alla viglia di Napoli-Juve, e probabilmente è così: la distanza tra gli azzurri e i bianconeri prima del match era di 7 punti, una eventuale vittoria della Vecchia Signora poteva riaprire un campionato fin ora a senso unico. La vigila della partita è stata incandescente, soprattutto grazie ai due allenatori toscani di Napoli e Juventus, rispettivamente Luciano Spalletti e Massimiliano Allegri, i quali si sono resi protagonisti di “frecciatine” nelle rispettive conferenze stampa, per via di incomprensioni nate nella partita di andata, sempre tra azzurri e bianconeri, dello scorso campionato. Sulle note di Go West dei Pet Shop Boys, i giocatori entrano in campo, salendo i gradini che dividono il tunnel degli spogliatoi del Maradona e il terreno di gioco. Il primo possesso del match è dalla Juve, a battere è il polacco Arkadiusz Milik, ex della partita con 48 gol in 122 partite con la maglia azzurra. Come di previsione sono i partenopei a prendere in mano il pallino del gioco, con la Juve schierata in difesa col suo consueto 3-5-2, che in fase di non possesso diventa un 5-3-2 grazie all’abbassarsi di Federico Chiesa e Filip Kostic, pronta a ripartire in contropiede. Questa la mossa di Allegri per rispondere all’ibrido 4-2-3-1 di mister Spalletti, che a seconda della posizione di Piotr Zielinski, può diventare 4-3-3, con il polacco che passa da trequartista a mezz’ala sinistra. Al 13’ il Napoli passa in vantaggio: Stanislav Lobotka recupera palla in mezzo al campo e la passa all’ala sinistra azzurra Khvicha Kvaratskhelia, il quale non riuscendo a saltare prima Weston McKennie e poi Adrien Rabiot, passa la palla a Zielinski, il polacco la gira al capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo che, con due tocchi, mette un pallone filtrante per Matteo Politano, il giocatore italiano crossa al centro dove Kvaratskhelia prova una mezza rovesciata, il portiere bianconero Wojciech Szczęsny para, ma non può nulla sulla respinta di testa di Victor Osimhen. Undicesima rete in questo campionato per l’attaccante nigeriano ed uno a zero Napoli. Al 21’ la Juventus ha l’occasione di pareggiare: Angel Di Maria recupera palla sulla trequarti avversaria, dopo un ingenuo passaggio orizzontale del numero 13 del Napoli Amir Rrahmani, e si appresta a tirare; il fantasista argentino, però, scheggia solamente la traversa, facendo gelare il sangue ai tifosi azzurri presenti al Maradona. La squadra campana domina il match e non passa molto prima del raddoppio azzurro: Politano lancia lungo per Osimhen, il capocannoniere della Serie A (complice un intervento mancato di Gelson Bremer non proprio in serata) si trova il pallone tra i piedi al limite dell’area di rigore avversaria e vede arrivare tutto solo Kvaratskhelia, il quale con un tiro a giro segna il gol del due a zero. Il georgiano, risentito delle critiche dopo le partite con Inter e Sampdoria, porta il dito alla bocca davanti alla telecamera per “zittire” coloro che hanno dubitato di lui.
Il motto della Juventus è “fino alla fine”, come sappiamo la Vecchia Signora non muore mai e, nonostante la pessima partita fino a quel momento, lotta e trova il gol del due a uno: Di Maria riceve palla sulla trequarti avversaria e, dopo aver saltato Zielinski, scambia prima con il centrocampista bianconero Manuel Locatelli e poi (dopo quale rimpallo fortunato) scambia con Milik; il neo campione del mondo si ritrova solo davanti al portiere del Napoli Alex Meret ed accorcia le distanze. La partita è riaperta, o forse no: dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo, calcio d’angolo per il Napoli, il cross teso arriva nei piedi di Rrahmani, il quale finora non aveva giocato una buona partita, tira al volo e segna il gol del tre a uno che chiuderà definitivamente la partita. I partenopei incominciano così a dilagare: prima Mario Rui dopo uno scatto di trenta metri recupera palla, la gira a Kvaratshkelia, il quale con un cross perfetto trova Osimhen che sigla il suo dodicesimo gol in questo campionato; poi Elijf Elmas chiude la partita sul cinque a uno, con un tiro risultato poi letale grazie alla deviazione del difensore bianconero Alex Sandro. Nell’ultima mezz’ora il Napoli controlla la partita e al fischio finale di Daniele Doveri (la cui prestazione va menzionata positivamente) parte la festa dei tifosi azzurri, lieti di aver assistito ad una serata storica. Per la prima volta alla guida della Juve, Allegri subisce cinque reti in una sola partita e vede allontanare il sogno della rimonta. Siamo ancora alla diciottesima giornata di questa Serie A e il Napoli va a +9 dal Milan e a +10 da Juventus ed Inter. La rimonta da parte dei bianconeri e dalle milanesi è difficile ma non impossibile, i tifosi del Napoli sognano questo scudetto che manca dal 1990, chissà, sarà questo l’anno buono per gli azzurri?