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L’Agenda 2030 e la parità di genere, una sfida per il futuro dell’umanità

L’Agenda 2030 rappresenta il nuovo quadro di riferimento globale per l’impegno nazionale e internazionale per le persone, il pianeta e la prosperità. Questo programma d’azione è stato sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite ) e prevede 17 obbiettivi per lo Sviluppo Sostenibile con un totale di 169 traguardi. Affronta perciò questioni importanti, come la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame, il contrasto al cambiamento climatico, oppure la parità di genere. Riguardo a quest’ultimo, nonostante ci sia stato un certo progresso, donne e ragazze continuano a subire discriminazioni e violenze in tutto il mondo. Garantire, per esempio, alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, a un lavoro dignitoso, o a cure mediche promuoverebbe economie sostenibili, di cui potrà beneficiare società ed umanità intera. Queste affermazioni sono confermate da numeri e fatti: nell’Asia meridionale dove, nel 1990, solo 74 bambine erano iscritte alla scuola primaria per ogni 100 bambini, mentre, nel 2012 i tassi d’iscrizione erano gli stessi per le ragazze e i ragazzi. Succede così anche in Africa subsahariana, in Oceania e in Asia occidentale, dove le ragazze ancora incontrano ostacoli nell’accesso alla scuola primaria e secondaria. In Nordafrica, le donne detengono meno di un quinto dei posti di lavoro retribuiti in settori non agricoli: la proporzione di donne che occupano posti di lavoro retribuiti al di fuori del settore primario è aumentato dal 35 % del 1990 al 41% del 2015


Gli obbiettivi dell’Agenda 30 sono proprio eliminare queste discriminazioni: riconoscendo e valorizzando la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie, conformemente agli standard nazionali. Questo, insieme ad altre precauzioni, porterebbe ad un miglioramento per la condizione delle donne e dell’umanità intera. Noi abitanti di tutto il mondo spesso però non permettiamo che ciò accada: si parte per esempio dalle piccolezze, come i giochi da bambini ritenuti “maschili”, fino ad arrivare a forme vere e proprie di violenza, come quelle che sentiamo al telegiornale ormai ogni giorno. In questi ultimi due mesi sono state datate 13 misure di prevenzione che sono state irrogate con il divieto di avvicinamento alla persona offesa, di cui 5 con l’aggiunta del braccialetto elettronico e 3 con il divieto di soggiorno. Questo mondo deve cambiare, e se ognuno facesse il suo riusciremmo nell’intento.

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