Il 30 ottobre 2022 si è tenuto il secondo turno delle elezioni generali in Brasile, dato che nessuno dei candidati aveva ottenuto la maggioranza assoluta nel primo turno di votazioni. Sono state le none elezioni ad aver avuto luogo dalla fine della Dittatura militare brasiliana.Ad uscirne vincitore, con il 50,9% dei voti, è stato Luiz Inácio Lula da Silva, semplicemente noto come Lula appartenente al Partito dei Lavoratori, ex lustrascarpe, ex sindacalista e al suo terzo mandato presidenziale. L’altro principale candidato era il presidente in carica Jair Bolsonaro del Partito Liberale, un partito collocabile a destra, basato su ideologie di conservatorismo, liberalismo e populismo.
Il 1° gennaio 2023 Lula ha assunto la carica di presidente del Brasile. L’8 gennaio migliaia di sostenitori del Partito Liberale hanno preso d’assalto il Parlamento e le istituzioni brasiliane a Brasilia. Nel caos più totale Bolsonaro è provvidenzialmente dovuto volare in Florida; è stato ricoverato nell’AdventHealth Celebration vicino ad Orlando per forti dolori addominali, conseguenza dell’accoltellamento del 2018. Domenica sera, con un Tweet il politico si è detto contrario alle azioni dei manifestanti, paragonandole a quelle fatte dai sostenitori della sinistra nel 2013 e nel 2017 e ribadendone l’illegalità.
Il Brasile non ha ancora presentato una richiesta di estradizione dell’ex presidente dopo che i suoi sostenitori hanno assalito i palazzi di potere brasiliani.
Tra i tanti occupanti, è stato identificato Leonardo Rodrigues de Jesus, nipote di Bolsonaro, il quale ha postato su Instagram una foto in mezzo alla folla di manifestanti, nonché vari meme contro l’attuale governo.
I manifestanti, dal Parlamento occupato, inneggiano contro Lula, accusandolo di essere un corrotto, di essere schierato contro la famiglia tradizionale e favorevole al socialismo in Brasile, mentre, in lacrime, acclamano Bolsonaro sventolando fieri la bandiera brasiliana.
Lula non si è lasciato intimidire e ha pubblicamente dichiarato che gli assaltatori sono dei “Fanatici fascisti” e “Vandali contro la democrazia”.
In questo momento, milleduecento manifestanti sono stati identificati e arrestati, le acque si sono calmate e la procura brasiliana ha iniziato le indagini per capire chi ci sia dietro a questo attacco. Lula non ha nascosto le proprie idee: il leader brasiliano è convinto che il rivale politico sia direttamente collegato al tentativo di colpo di Stato contro di lui. Il Congresso brasiliano sta lavorando per formare una commissione di inchiesta e indagare sul ruolo dell’ex presidente nell’assalto ai palazzi simbolo delle istituzioni democratiche, una delle prime richieste sarà probabilmente l’immediata estradizione di Bolsonaro dagli Stati Uniti.
La memoria non può che riportarci a fatti avvenuti solo due anni prima esattamente il 6 gennaio 2021, quando centinaia di sostenitori dell’ormai ex presidente Donald Trump hanno clamorosamente forzato la sicurezza del posto più sorvegliato al mondo: Capitol Hill, accusando il neo eletto Biden di brogli elettorali e inneggiando all’unico presidente riconosciuto, quel Donald Trump che durante l’assalto twitta a più riprese inneggiando a questo manipolo di sovranisti chiamandoli patrioti degli Stati Uniti.
Ad oggi non sappiamo se Bolsonaro abbia effettivamente avuto un ruolo negli assalti avvenuti a Brasilia, dobbiamo infatti aspettare il lavoro del Congresso, ma sia negli Stati Uniti che in Brasile, due paesi democratici, si è assistito a pericolosi episodi di “terrorismo interno” dove i sostenitori dei leader se non i leader stessi) hanno dimostrato il forte disprezzo nei confronti delle istituzioni che fino a pochi giorni prima hanno rappresentato.