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L’industria editoriale di oggi: cosa è cambiato negli ultimi anni nelle abitudini di lettura degli Italiani e nel produrre libri

Se nel 2020, con l’inizio della pandemia, c’era stata una diminuzione di titoli pubblicati, gli ultimi dati ISTAT hanno riportato una crescita della pubblicazione durante il 2021.  

Il numero di lettori, dopo un lieve aumento nel 2020 rispetto all’anno precedente, nell’ultimo biennio è rimasto costante. Nel 2021 il 44,4% degli italiani sopra i 6 anni ha letto almeno un libro. Il 73,6% dei lettori preferisce leggere libri cartacei, il 9,4% solo in digitale, lo 0,3% ascolta audiolibri, mentre il 16,6% utilizza vari supporti.

Secondo gli studi AIE (Associazione Italiana Editori), l’anno scorso, a leggere maggiormente sono state le donne (il 60% contro il 52% degli uomini). Questo divario di genere purtroppo è già presente nella fascia d’età 10-14 anni. Diversamente da quello che si potrebbe pensare sono proprio i giovani quelli che leggono di più, in particolare le teen-ager di età compresa tra gli 11 e i 24 anni. Uno degli strumenti che porta i giovani a leggere maggiormente è il Bonus Cultura. Ma, a influenzare la Generazione Z riguardo alla scelta dei libri da leggere sono #BookTok e #Bookstagram, gli hashtag che compaiono sotto a video e foto sui social più utilizzati da loro (TikTok e Instagram). 

Da anni va avanti il confronto tra cartaceo e digitale. Entrambi presentano dei vantaggi e degli svantaggi, e forse è proprio per questo che ancora il cartaceo non è stato sostutito del tutto come si credeva sarebbe successo durante la diffusione dei primi libri digitali. Il primo fattore (invincibile) di cui tener conto è quello sensazionale ed emotivo del cartaceo. Pure l’aspetto estetico gioca un ruolo importante: una bella libreria è una grande soddisfazione per un lettore. Per coloro che lavorano molto tempo davanti ad uno schermo, il cartaceo è un ottimo modo per “riposare” gli occhi. Ma, i libri cartacei rispetto a quelli in digitale occupano maggiore spazio, sono più difficili da portare con se e (soprattutto nell’ultimo periodo) più costosi. 

È proprio l’Associazione Italiana Editori a spiegare la crisi, dovuta al rincaro dei prezzi, che sta affrontando il mondo dell’editoria.

Il fattore principale della crisi è il lockdown. A causa dell’elevata quantità di acquisti online, per far fronte alla richiesta di imballaggi, molte cartiere hanno riconvertito la produzione. E se da una parte c’è chi riconverte la produzione, dall’altra c’è chi si è ritrovato a dover chiudere a causa della crescente richiesta di ebook e audiolibri che c’è stata.

Allo scenario già complicato, si è aggiunta la guerra in Ucraina che ha reso difficile il rifornimento di cellulosa e aumentato i costi dell’energia e dei carburanti. 

Questo problema non riguarda solo i lettori, ma anche le scuole. I testi scolastici quest anno, anche se con qualche piccolo ritardo e un rincaro dei prezzi dell’1,5% circa, sono stati stampati sulle riserve di carta dell’anno scorso. Se questa situazione già difficile (e destinata a peggiorare secondo gli esperti) si protrae ancora a lungo, potrebbe rendersi necessario rivalutare la didattica nelle scuole.   

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