Dopo ben 13 anni, il mondo di Pandora torna finalmente al cinema con Avatar 2 – la via dell’acqua di James Cameron. L’atmosfera quasi magica del film è in grado di farci tornare bambini, grazie ai suoi effetti speciali e soprattutto grazie alla visione in 3D che ci permette di immedesimarci ancora di più nella storia; oltre a tutto ciò, Avatar 2 riesce anche a trasmettere un messaggio importante d’insegnamento per tutti: il rapporto tra l’uomo e la natura.
Pandora dopo 10 anni è ancora piena di misteri, e starà ai due protagonisti: Jake Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana), esplorarne i confini per proteggere il popolo dei Na’vi da una nuova minaccia. La RDA (Resources Development Administration, un’organizzazione immaginaria nell’universo di Avatar) decide di ritentare la conquista del pianeta, mentre il nuovo avatar del colonnello Quaritch (Stephen Lang) vuole la testa di Sully, considerato il responsabile delle rivolte contro gli umani. Così Sully lascia il ruolo di capoclan Omaticaya, e insieme alla sua famiglia si ritrovano costretti a scappare per proteggere la propria gente. Ad aiutarli sarà la popolazione marina dei Metkayina, che li accoglierà insegnandogli i loro usi e costumi, catapultandoli in un nuovo universo: ovvero, quello marino, e facendogli vivere un nuovo legame con la natura.
Avatar 2 non è soltanto un film colossal (ovvero dispendioso di mezzi e attori) di fantascienza, bensì è anche un opera cinematografica che cela un messaggio molto importante di attualità: l’ambiente. Proprio perché il tema dell’ambiente è un argomento che riguarda tutti noi da vicino a cui non possiamo restare indifferenti, e questo film ce lo ricorda! La trama, infatti, è intessuta con chiari riferimenti ai danni che le azioni umani comportano sulla natura, sottolineando la mancanza di empatia degli esseri umani verso ciò che ci circonda. L’uomo è portato a pensare che la tecnologia sia la chiave per dominare il mondo: a partire dalla Rivoluzione industriale è iniziato un uso eccessivo ed arrogante della tecnologia, che non tiene conto dei danni che può comportare tale utilizzo, o che pur conoscendone non li prende in considerazione, puntando solo all’obiettivo. Bisogna però capire che non può essere questa la soluzione, e dobbiamo quindi domandarci se l’uso della scienza e della tecnologia da parte dell’uomo sia eticamente e moralmente giusto.
Un altro argomento molto importante che viene trattato in Avatar 2 è il colonialismo, l’invasione e la cancellazione delle civiltà indigene, eventi che si sono ripetuti diverse volte nella storia dell’umanità. Il film ci ricorda come non possa esistere alcuno sviluppo che comporti il massacro di una civiltà, quindi che non sia nella guerra la strada giusta per lo sviluppo dell’umanità, anzi con essa si ottiene soltanto l’effetto opposto. L’unico modo che ha l’uomo per accrescere la propria civiltà è quello di “collaborare” con il prossimo nel rispetto di entrambe le parti, e senza dimenticarsi che il mondo che li circonda ha bisogno di cura e di rispetto.
L’attrice Zoe Saldana ci spiega il significato del film in un’intervista a Deadline: “Il nostro pianeta è composto all’80% da acqua e c’è davvero tanto che ancora non sappiamo circa la vita sulla Terra perché si parla di qualcosa che vive sotto di noi, un aspetto questo che viene rispecchiato anche da Pandora. Tradotto in termini pratici significa che quando abbiamo visto il primo Avatar abbiamo esplorato solo un 20% di quel mondo, un 20% che ha permesso al pubblico di tutto il globo di avere un’esperienza incredibile. Prova a immaginare cosa accadrà vedendo il restante 80%!”. L’attrice continua dicendo: “Siamo ben consapevoli dell’arguzia delle varie conversazioni che James Cameron sta intrattenendo in materia di colonialismo, invasioni, le cancellazioni e i genocidi delle civiltà, l’appropriazione e l’abuso dell’ambiente. Tutte cose che abbiamo visto e rivisto nel corso della storia, fatti che si ripetono di continuo. Non è certo un discorso inedito, ma spero che possa essere stimolante così come avvenuto col primo film. Anche solo per aiutarci l’un l’altro a diventare più consapevoli, ma anche a poter essere più attenti verso il nostro ambiente, non in modo predicatorio, ma effettivamente in grado di migliorare le nostre vite.”