Mentre il mondo era impegnato ad esultare per la vittoria dell’Argentina al mondiale di calcio, il 18 dicembre, a Las Vegas (Nevada, USA), 30 atleti hanno calcato il palco della più ambita competizione di bodybuilding, lo stesso che ha ospitato nomi come Arnold Schwarzenegger, Ronnie Coleman e Jay Cutler.
La grande sorpresa di questa 57esima edizione si chiama Hadi Choopan, che, dopo aver sfiorato il gradino più alto del podio l’anno scorso, è riuscito a stringere fra le mani il tanto bramato Sandow, iconico trofeo della competizione. Quest’anno non hanno vinto i grandi volumi, ma la qualità muscolare: Hadi ha presentato senza dubbio la condizione migliore della sua carriera, un connubio perfetto tra definizione, simmetria e proporzioni.
Hadi Choopan, Derek Lunsford sulla destra e Brandon Curry. Fonte: canale instagram Mr.Olympia(@mrolympiallc)
Commovente il percorso dell’iraniano, che, cresciuto nell’estrema povertà, veniva deriso dai compagni per la corporatura gracile. Si è poi appassionato al mondo del culturismo, approcciandosi prima a gare di livello nazionale, poi, dopo la conquista della pro-card, che sancisce lo status da professionista, si è fatto notare nei circuiti maggiori dello sport. Ora, con la vittoria all’Olympia, è entrato a pieno titolo nell’olimpo del culturismo, al pari dei personaggi sacri del settore come Brandon Curry o Jay Cutler.
“Dopo 23 anni di dolore, sofferenza, diffamazioni, povertà, duro lavoro, amici sleali, con l’aiuto di Dio e le preghiere della mia famiglia ho realizzato i miei sogni. Ciao vita, ciao mondo, ciao pace.” Questa è la dichiarazione del “lupo siberiano” sotto un post del suo profilo Instagram.
Torna a casa con un magro premio da 35000$, rispetto ai ben 400’000$ del primo classificato, Mamdouh Elssbiay, il gigante egiziano soprannominato Big Ramy per l’incredibile massa muscolare.
Dopo aver vinto il titolo per due anni consecutivi, nel biennio 2020-2021, era dato per strafavorito alla vigilia della gara, ma non ha convinto i giudici. Scivola sorprendentemente al quinto posto, preceduto dall’americano Derek Lunsford, la giovane leva Nick Walker e Brandon Curry. Non era mai successo nella storia della competizione che il campione in carica venisse declassato in questo modo, dal momento che la sua condizione fisica, inoltre, era analoga all’anno scorso. Penalizzato, girano voci, per presunte iniezioni di synthol (un olio proibito dalla federazione che aumenta il volume del muscolo) nei quadricipiti.
Una menzione d’onore spetta all’italiano Andrea Presti, posizionatosi 26esimo. L’atleta classe ‘87 ha portato in alto il bodybuilding italiano qualificandosi per la seconda volta di fila. Un risultato storico. Basti pensare che un italiano non si qualificava alla competizione da 28 anni. “Mi hanno sempre detto che non ero fatto per questo sport, che non avevo la genetica, che non ce l’avrei fatta, che non sarei stato qualcuno”, così si riscatta il culturista italiano, mostrando al mondo intero che il duro lavoro e il sacrificio possono far riscattare da una genetica non troppo generosa.
Dominata da Chris Bumstead la categoria classic physique, ispirata alle forme sinuose degli anni ‘80, “Golden Era” del bodybuilding, che ha visto come protagonista l’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger, sette volte campione.
Chris Bumstead. Fonte: canale Instagram (@cbum)
È ormai il quarto titolo consecutivo collezionato dal canadese, che non accenna a fermarsi. Addome squartato, proporzioni ideali, glutei striati e spalle immensamente più ampie del punto vita hanno fatto di lui il modello di riferimento della categoria, il “Gold standard”, per riprendere le parole di Phil Heath, ex-atleta, oggi opinionista e telecronista. Non ha retto il confronto Ramon Rocha Queiroz, conosciuto come Ramon Dino, che, almeno per ora, si deve accontentare del secondo posto. Non sono bastate le enormi braccia per mettere in discussione il campione in carica; poco classiche e slanciate, secondo i giudici, le forme del brasiliano, a cui vanno sommate delle carenze nei distretti muscolari del dorso.
Colpo grosso per il preparatore atletico pluridecorato Hany Rambod, che ha portato sul podio ben tre atleti: Choopan, Lunsford e Bumstead, imponendosi cosìcome miglior allenatore al mondo.
Chissà se il prossimo ottobre i nuovi equilibri saranno confermati o ribaltati. Se da una parte il sole sembra non tramontare mai sull’Impero di Chris Bumstead, chissà quanto durerà l’era di Hadi. Nonostante abbia espresso chiaramente la volontà di tornare ad essere il migliore, Big Ramy è già dato per morto. Affamato invece Nick Walker, che non si accontenta del terzo posto.
È ormai da diverso tempo che “il mutante”, così è conosciuto nel settore, si fa notare. All’età di soli 28 anni può già vantare un titolo dell’Arnold Classic e uno del New York Pro, le due competizioni più prestigiose dopo l’Olympia. Sta lavorando bene, con costanza e dedizione, e i giudici se ne stanno accorgendo… salvo imprevisti è solo questione di tempo prima che decidano di incoronarlo re del bodybuilding