A tutti (o quasi) è noto Elon Musk, il famoso multimiliardario fondatore della compagnia aerospaziale SpaceX, amministratore delegato di Tesla e proprietario di Twitter, il popolare social network di informazione, in cui mensilmente più di 330 milioni di utenti attivi portano avanti dibattiti di diverso genere attraverso dei tweet, ovvero dei messaggi di testo lunghi al massimo 270 battute. Elon è diventato proprietario di quest’ultima società a partire dal 27 ottobre di quest’anno, quando, dopo faticose trattative, ha firmato l’accordo da 44 miliardi di dollari per l’acquisto. Dimostrando sin da subito il radicale cambiamento a cui sarebbe stata sottoposta, ha licenziato quattro top manager della compagnia, tra cui il CEO (amministratore delegato) Parag Agrawal. Da quel momento Elon e i suoi collaboratori sono stati soggetti a numerose critiche riguardanti i metodi di amministrazione oltre che alla trasparenza della società, e ciò ha scaturito una dura risposta da parte del nuovo proprietario del network, il quale ha deciso di bloccare gli account di almeno otto giornalisti che esprimevano le proprie opinioni riguardo il sito web spiacevoli al neo proprietario di Twitter, come il caso ElonJet. Infatti i giornalisti Ryan Mac del New York Times, Drew Harwell del Washington Post, Donie O’Sullivan della CNN, Micah Lee di The Intercept, Matt Binder e i freelance Aaron Rupar e Tony Webster, tutti bannati da Twitter, avevano in comune solo il fatto di essersi occupati del caso ElonJet, un account bot, vale a dire un account automatizzato, programmato da Jack Sweeney, capace di individuare e localizzare il jet privato di Musk attraverso i siti che monitorano il transito aereo globale. Questo account era stato utile numerose volte alle testate giornalistiche, che attraverso questo erano venute a conoscenza in anticipo di informazioni riguardanti la vita personale del neo proprietario di Twitter, come il suo incontro con il Papa a Roma. Elon inizialmente non sembrava molto turbato dall’esistenza di quest’account e aveva annunciato che non aveva intenzione di bannarlo per garantire la libertà di informazione a tutti i sui utenti, ma, a seguito di alcuni episodi di stalking riconducibili a ElonJet, che hanno coinvolto la sua famiglia, sembrerebbe che Elon abbia deciso di limitare l’account creato da Jack Sweeney, applicando un pesante VF, ovvero un filtro della visibilità, che rende il bot meno visibile al pubblico. Queste mosse sono state notate dai giornalisti statunitensi, i quali vedevano in queste limitazioni un intralcio alla libertà di parola e di informazione, riconoscendole dunque come azioni anticostituzionali, perciò il multimiliardario proprietario di Twitter, probabilmente infastidito da ciò, ha deciso di bannare gli account dei giornalisti, causando diversi dibattiti all’interno del social.
In molti lo hanno accusato di ciò che aveva cercato di evitare fino a quel momento, ovvero di limitare il diritto di parola e di critica dei suoi utenti, diritti inalienabili e tutelati sia dalla nostra costituzione (articolo 21), sia da quella americana, a cui la società è tenuta a sottostare avendo sede a San Francisco. La costituzione degli Stati Uniti d’America tutela questi diritti attraverso il primo emendamento, che afferma: ”Il Congresso non promulgherà leggi per il riconoscimento ufficiale di una religione, o che ne proibiscano la libera professione; o che limitino la libertà di parola, o della stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea e di fare petizioni al governo per la riparazione dei torti.” Date le molte critiche e lamentele portate avanti dagli utenti del social e dall’opinione pubblica, Musk ha deciso di mettere in atto una sorta di “referendum” per decidere ciò da fare nei riguardi di questi giornalisti e gli utenti del network, votando attraverso un sondaggio presente nella pagina del social, hanno deciso di “graziare” gli opinionisti coinvolti, accusati dal proprietario della società di aver doxxato, quindi di aver tracciato e postato i movimenti del suo jet. La situazione come nuovo proprietario di Twitter non sembra essere iniziata nei migliori dei modi per Elon, il quale, dopo le vicende scritte precedentemente, ha istituito un nuovo “referendum”, questa volta domandando ai suoi utenti se si sarebbe dovuto dimettere dalla carica di CEO del social e, ricevendo una risposta affermativa a questa domanda ha annunciato che, non appena troverà un valido sostituto, si licenzierà dalla carica di amministratore delegato e si occuperà solo di software e di server per la società.