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Al Maggio Musicale Fiorentino inaugurata “Prospettive con orizzonti” di Alfredo Pirri alla presenza del sindaco Nardella: “un’opera d’arte che ne arricchisce un’altra”

Firenze, città tra le più belle al mondo e luogo intriso di bellezza, musica, arte e storia, è da sempre uno degli epicentri culturali più importanti d’Europa e, soprattutto, uno dei più vivaci. La tradizione culturale fiorentina continua infatti con le più moderne forme d’arte contemporanea ed i nuovi progetti che coinvolgono le più importanti istituzioni della città, tra cui c’è sicuramente il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il “fiore all’occhiello” del panorama teatrale del capoluogo toscano. Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino infatti, grazie a due grandi progetti terminati ed inaugurati proprio questo dicembre, la celebre tradizione operistica si fonde con l’arte contemporanea, unendo passato e presente, e mettendosi al servizio della cittadinanza: in primis con il completamento della macchina scenica della sala grande, che potrà ora ospitare grandi produzioni come il prossimo Don Carlo, e poi con l’inaugurazione dell’istallazione artistica “Prospettive con orizzonti” del famoso artista contemporaneo Alfredo Pirri, svoltasi al Teatro del Maggio Musicale lo scorso 21 dicembre alla presenza del sindaco Dario Nardella.

“Un’opera unica nel suo genere e, anche per le sue dimensioni, difficile da trovare in altri luoghi” ha detto il primo cittadino riferendosi alla nuova istallazione artistica, che occuperà in via permanente lo spazio sul tetto della Sala Zubin Mehta “è un’opera d’arte – ha continuato Nardella -che ne arricchisce un’altra: questo teatro con queste due grandi sale, che ha già avuto diversi apprezzamenti a livello interazionale. Sono di ritorno dalla Finlandia ed il sindaco di Helsinky e la sindaca di Turku, che stanno lavorando alla realizzazione del nuovo auditorium, mi hanno detto che verranno a vedere il nostro teatro dell’opera perché lo ritengono un modello di riferimento”. Nardella ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato duramente e reso possibile il completamento di entrambi i progetti, che hanno necessitato di ben 12 mesi, che sono però un tempo record viste le varie difficoltà che hanno segnato quest’anno e la complessità tecnologica che li caratterizza. “Insieme ad Alexander – ha aggiunto il sindaco riferendosi al sovrintendente del Maggio Musicale Alexander Pereira – siamo impegnati a far vivere questo teatro 365 giorni l’anno e l’opera del maestro Pirri ci aiuta in questo” il complesso potrà infatti essere visitato dal pubblico tutte le domeniche da Gennaio 2023, con prenotazioni e visite guidate. Grazie all’aggiunta di “Prospettive con orizzonti” secondo Nardella il teatro riesce ad instaurare un dialogo con la cupola del Brunelleschi, un dialogo quindi tra la periferia ed il centro storico, rendendo il teatro fiorentino “unico al mondo”.

Ai nostri microfoni Nardella ha ribadito la connessione tra l’opera d’arte ed il contesto in cui è immersa, trovando una somiglianza tra i vari manufatti di metalli diversi incastonati nelle fasce di specchi e le note di un grande pentagramma.

Alexander Pereira si dice veramente molto felice che il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si stia completando un pezzo alla volta, per un totale di 56’000 metri quadrati di quello che il sovrintendete ha definito un “parco della cultura” tra i più importati nel mondo.

Alla conferenza stampa è intervenuto anche l’ingegner Emiliano Cerasi, che si è occupato in prima persona in questi due progetti. “È stata una rincorsa continua” ha detto Cerasi “eravamo sempre pronti a fare dei piccoli miracoli”, poi ha continuato: “è stata una maratona e come ogni maratona ha avuto i suoi momenti difficili, persino io certe volte ho pensato che non saremmo riusciti a centrare gli obbiettivi prefissati”. L’ingegnere ha ringraziato caldamente tutti coloro che hanno partecipato attivamente al progetto, dalle istituzioni ai lavoratori fino ai fornitori delle materie prime, che hanno permesso di mandare avanti il progetto anche quando quest’ultime scarseggiavano, riuscendo a fornire inoltre materiali di altissima tecnologia e qualità. Cerasi ha ricordato poi la passione dei genitori per il collezionismo, passione che lui cerca di portare avanti da amante dell’arte.

Per concludere gli interventi ha infine preso la parola l’autore dell’opera: Alfredo Pirri. L’artista si è rivolto ai fiorentini, a cui ha dedicato “Prospettive con orizzonti”. “Lo stesso titolo evoca questioni che per i fiorentini sono nel DNA” dice Pirri facendo riferimento alla lunga tradizione artistica della città. Pirri si pone come uno “staffettista”, raccogliendo il testimone e cercando di percorrere il suo tratto. L’opera dunque gioca con l’aspetto prospettico molto forte che guarda verso il centro storico ma non solo, nel titolo si parla anche di orizzonte, non inteso solo come orizzonte artistico ma anche come orizzonte strategico, come crescita e volontà di rinnovamento della città, aspetto che, secondo Pirri, è inciso nei cromosomi della città “e guai se non fosse così”. L’augurio dell’artista è quindi che si crei una piccola fessura: “una crepa in questo straordinario tessuto, in cui l’immaginario di tutti possa immergervisi in maniera positiva.”

Firenze vista dunque come approdo culturale dove immergersi in un ambiente artistico vivo e vissuto dalla cittadinanza, questa è la visione che possiamo avere della nostra città, da sempre ecletticamente impegnata nello sviluppo artistico. D’altronde non dobbiamo scordarci dell’importanza dell’arte e della cultura in generale nella nostra società, una società protagonista di una fetta di storia che si è forse impoverita di quel sentimento caratteristico dell’Ulisse dantesco del XXVI canto dell’Inferno, e che ha davvero forse bisogno di quel “trauma”, per citare Pirri, che la ridesti dal questo sonno tanto lieve quanto persistente. Le istituzioni ed il Maggio Musicale Fiorentino, con i suoi Festival, rappresentano un’avanguardia mondiale, pronta a mostrare al mondo il miglior volto di Firenze. Ora, come sempre, sta quindi ai Fiorentini fare la loro scelta e decidere se rispondere a quell’incitamento che Immanuel Kant rivolgeva al genere umano circa 240 anni fa: Sapere Aude!

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