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Oggi ricorre l’anniversario della morte di James Parkinson, il medico che ha studiato la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo

James Parkinson nacque l’11 aprile nel 1755 a Hoxton Square, Londra. Fin dalla giovinezza sviluppò un interesse per la medicina e di fatti nel 1784 si laureò alla London Hospital Medical College. Completati gli studi cominciò subito a lavorare nella farmacia del padre nella sua città natale. Nel 1783 sposò Mary Dale e insieme ebbero sei figli.
Per diciassette anni, tra il 1800 e 1817, si dedicò alla pubblicazione di alcuni scritti di medicina, tra cui un trattato sulla gotta e un trattato sui rischi della perforazione dell’appendice, ritenuto rivoluzionario per la dettagliata descrizione di questa pratica. Altra innovazione portata da Parkinson fu l’istituzione di reparti maschili e femminili di chirurgia, ginecologia, medicina e psichiatria. Gran parte dei suoi scritti erano rivolti ai familiari, con suggerimenti su come evitare di contrarre certe malattie e con spiegazioni sulla pericolosità di esse.
Nel 1817 Parkinson scrisse un saggio che trattava di una particolare paralisi agitante con ossevazione sui soggetti che ne soffrivano. Tra i sintomi vi erano tremore, rigidità e rallentamento nei movimenti. Soltanto in seguito alla sua morte, sopraggiunta nel 21 dicembre 1824, venne riconosciuto per l’importanza della sua opera; infatti, quarant’anni dopo la sua morte un medico francese, Jean Martin Charcot, scrisse un altro trattato riguardo questa condizione clinica, nominandola malattia di Parkinson.


Agli esordi il morbo era chiamato Il male del contar moneta per il comune tic nervoso di “contar monete”, ovvero di strusciare il pollice contro le altre dita della mano.
Al giorno d’oggi il morbo di Parkinson, dopo la malattia di Alzheimer (caratterizzata dalla progressiva perdita di memoria) è la malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo. Le cause della malattia si trovano in aree profonde del cervello che partecipano alla corretta esecuzione dei movimenti e non solo. Il disturbo si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello si riduce notevolmente.
Tra i sintomi principali riconosciamo: tremito, rigidità degli arti e del tronco, lentezza dei movimenti, mancanza di equilibrio e demenza senile. Questi sintomi peggiorano nel tempo fino a causare difficoltà nel camminare, parlare e svolgere semplici azioni. Spesso l’espressione del viso cambia, perché i muscoli della faccia non si più muovono come dovrebbero. Talvolta questa mancanza di espressione si può confondere con la depressione, che pure spesso si sviluppa nei soggetti affetti. Quest’ultima può essere un altro sintomo della malattia insieme a problemi di incontinenza, insonnia, difficoltà di deglutizione, perdita dell’olfatto, allucinazioni e manie.

Il morbo di Parkinson è definito una malattia cronica, ovvero persiste per un lungo periodo di tempo, è irreversibile, oltre che progressiva nel peggioramento.
Non siamo ancora a conoscenza delle cause vere e proprie del morbo di Parkinson: oggi i medici sono portati a dire che si manifesti per disposizione genetica o per esposizione a più fattori ambientali che hanno causato la malattia. Alcuni studi suggeriscono un possibile collegamento con delle malattie infettive, ad esempio l’encefalite. Secondo altri, la malattia di Parkinson è associata a lesioni cerebrali, in particolare traumi accompagnati da emorragia.

In Italia, secondo i dati del Ministero della Salute, ci sono circa 230.000 casi registrati, di cui circa il 70% di età superiore ai settant’anni. Secondo i dati, a causa dell’invecchiamento della popolazione, i casi aumenteranno notevolmente. Il morbo di Parkinson sembrerebbe leggermente più incidente nei maschi, raramente colpisce persone di età inferiore ai vent’anni.


Per un periodo della sua vita Parkinson fu anche un attivista politico. Criticava il governo difendendo le istanze dei ceti sociali più bassi, i suoi ideali appoggiavano molto quelli della rivoluzione francese. Fece parte di molte società segrete in particolare un organizzazione famosa per esser stata coinvolta nel tentativo di un colpo di Stato che mirava all’assassinio di Re Giorgio III. Per questo venne successivamente processato e poi assolto.


Oltre alla chirurgia Parkinson prestò un notevole interesse per la chimica, la geologia e la paleontologia. Scrisse un’opera in tre volumi Organic remains of Former World sulla storia della paleontologia britannica. Scrisse anche un trattato riguardante la descrizione di alcuni reperti fossili e nel 1797 fondò la Società Geologica di Londra.
Parkinson morì a 69 anni, ed è ancora sepolto nel cimitero di Saint Leonard, a Londra.


Oggi James Parkinson viene celebrato ogni 11 aprile in occasione della Giornata mondiale del Parkinson, indetta per la prima volta nel 1997 su iniziativa dell’Associazione Europea Malattia di Parkinson, una delle associazione formate per promuovere la ricerca sulle cause e le cure di questa malattia oltre che il miglioramento della qualità di vita delle persone affette. La giornata mondiale del Parkison non a caso fu istituita per aumentare la consapevolezza della società sull’esistenza di questa malattia e sulla sua invalidità.

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