La crescita della popolazione mondiale ha avuto una crescita esponenziale, le persone sulla Terra sono aumentate di un miliardo in soli 11 anni.
Martedì 15 Novembre 2022: una giornata che rimarrà nella storia. Secondo le stime della Nazioni Unite infatti ci sono 8 miliardi di persone sulla Terra, un miliardo in più rispetto al 2011 e il doppio rispetto al 1974. Un passo che viene definito dall’Onu “una importante pietra miliare nello sviluppo umano” e un monito della “nostra responsabilità condivisa di prenderci cura del nostro pianeta”. Un record storico raggiunto raggiunto ai passi da gigante della medicina, della salute pubblica e dell’alimentazione che hanno permesso di alzere l’aspettativa di vita di oltre un decennio a 72,8 anni (rispetto agli anni novanta) .
Nonostante la crescita esponenziale nell’ultimo mezzo secolo il tasso di crescita ha iniziato a rallentare, scendendo per la prima volta sotto l’1% annuo nel 2020. Secondo le previsioni dell’Onu saremo 8,5 miliardi nel 2030, 9,77 nel 2050 e 10,4 nel 2080, quando lo slancio determinato della giovanissima popolazione che popola il pianeta dovrebbe terminare e ci assesteremo su questi numeri almeno fino al 2100.
Di diverso avviso è lo studio dell’Institute for Health Statistic and Evaluation dell’Università di Washington: secondo cui il picco di 10 miliardi sarà raggiunto già nel 2064, per poi iniziare a scendere fino ad 8,7 miliardi nel 2100. Determinante sarà il tasso di natalità, che è attualmente sceso a 2,3 figli per donna, la metà dei 5 degli anni 50. Questo sarà destinato a scendere a 2,1 entro il 2050 determinando un invecchiamento generale della popolazione e portando la longevità media (considerando anche gli ulteriori progressi scientifici) a 77,2 anni, con le donne che vivranno in media 5,4 anni in più degli uomini. Ma il dato sulla popolazione porta anche due profonde riflessioni su ciò che potrebbe avvenire in futuro riguardo all’andamento demografico mondiale:
- La prima è una di tipo geopolitico. Ad oggi le zone più popolate sono quelle dell’Est del mondo: 2,3 miliardi di persone (il 29% della popolazione) vive in Asia Orientale e 2,1 miliardi (il 26% della popolazione) vive in quella centrale e meridionale. I paesi più popolati della Terra sono Cina e India, che superano oltre 1,4 miliardi di persone ciascuna. Ma sono presenti altri nuclei molto popolati come gli Stati Uniti, Indonesia, Pakistan, Nigeria e Brasile. La classifica dei paesi è destinata a cambiare e la crescita globale da qui al 2050 avverrà principalmente in 8 paesi: India, che riuscirà a strappare alla Cina il primato di paese più popoloso, Congo, Egitto, Etiopia, Nigeria, Pakistan, Filippine e Tanzania. Il Vecchio Continente sarà segnato invece da un costante declino, viceversa più di metà dell’aumento della popolazione sarà registrato nell’Africa subsahariana.
- La seconda considerazione è: stiamo diventando troppi? Esiste una soglia di sovrappopolazione oltre il quale le risorse non saranno più sufficienti? La scienza ha già dato delle risposte a queste domande .Secondo la maggior parte degli esperti, l’aumento della popolazione genera effettivamente un impatto sullo sfruttamento di risorse e materie prime. Ma il vero problema, che mette a rischio l’equilibrio ambientale, è da chi vengono sfruttate le risorse: infatti solo il 10% della popolazione più benestante è responsabile di quasi il 50% delle emissioni antropiche, viceversa la metà della popolazione più povera incide per appena il 12% delle emissioni climalteranti. É dunque evidente come la nostra preoccupazione non debba essere rivolta alla crescita della popolazione, ma al fatto che una piccola percentuale di persone utilizza la maggior parte delle risorse, ben oltre i limiti di rigenerazione naturale.
Con la popolazione mondiale salita a 8 miliardi di persone, più di 1 su 10 (828 milioni) soffre la fame, che viene ulteriormente aggravata dai cambiamenti climatici, dalla guerra e dalla pandemia. Quello che emerge dalla analisi effettuata dalla Coldiretti in riferimento ai dati Onu è preoccupante. Circa 2,3 miliardi di persone nel mondo (il 29,3%) vivono in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave e si stima che circa 45 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrano di deperimento, mentre 149 milioni soffrano di un deficit di sviluppo a causa della mancanza di nutrienti essenziali per la loro dieta.
A causa della pandemia e della crisi energetica, sottolinea infine la Coldiretti, le difficoltà alimentare sono aumentate anche nei paesi più avanzati evidenziando come sia centrale garantire l’autonomia alimentare in uno scenario globale segnato da problematiche a livello geopolitico e climatico.