Come osservato da autorevoli esperti antropologi, sembra che nel mondo globalizzato del ventunesimo secolo si vada incontro ad un fenomeno di omogeneizzazione culturale, cioè l’appiattimento o “perdita d’identità” delle culture locali in favore di una unica, ibrida, cultura globale. Nonostante ciò, non è a caso che si parla ancora oggi di shock culturale, quella sensazione di leggero disagio che si prova quando ci si immerge (specialmente per lunghi periodi di tempo) nello stile di vita di un altro Paese. L’apparente somiglianza, ad esempio, fra la cultura italiana e quella canadese cela piccoli dettagli che definiscono ancora un confine ben preciso. 

ROUTINE QUOTIDIANA Sveglia, colazione, esci di casa, prendi il bus. Sembra che alcuni elementi della giornata trascendano la grande distanza che separa due paesi lontani come il Canada e l’Italia; tuttavia, è nei piccoli (ma grandi) particolari che risiede la differenza.

Prima di tutto, la stessa colazione ha un significato diverso oltreoceano. Se in patria sono in molti a scegliere di consumare questo pasto presso bar o pasticcerie, i Canadesi tendono a rimanere in casa, proprio per via dell’assenza di tali ambienti. Il bar come lo conosciamo noi, e dove amiamo iniziare le nostre giornate con cappuccino e cornetto, infatti, non esiste: in Canada, per bar s’intende un locale notturno atto prettamente alla vendita di alcolici.

Ciò che più si avvicina (anche se alla lontana) all’idea nostrana di colazione lo si può gustare nelle grandi catene di caffè, come Starbucks e Tim Hortons, ma scordiamoci espresso e pezzi dolci: nessuno di questi due elementi, considerati fondamentali in Italia, è reperibile con facilità. Invece, fra le specialità canadesi è impossibile non ricordare i pancake con lo sciroppo d’acero, un vero e proprio marchio di fabbrica.

E se non dovesse bastare questo leggero sconvolgimento della colazione a far storcere il naso all’italiano medio, basti sapere che non è l’unica differenza riguardante i pasti della giornata. In Nordamerica, infatti, è usanza cenare nella fascia oraria compresa fra le 17 e le 19, ed ecco le principali motivazioni per questa scelta apparentemente bizzarra:

  • Il clima: nel rigido inverno canadese, la temperatura può calare dai -10 ai -30 gradi centigradi con il calar del sole. Affinché gli spostamenti all’aperto vengano limitati durante il dì, la stragrande maggioranza dei ristoranti non rimane aperta più tardi delle 20, al tramonto.
  • La diversa routine: la chiusura pomeridiana dei negozi e delle attività, che coincide con l’ora di pranzo, è una pratica raramente in vigore fuori dai confini italiani. La ristretta pausa pranzo all’estero non consente di esuberare ai lavoratori, che si vedono costretti ad anticipare la cena. 
  • La cultura lavorativa: nella vicina società statunitense, da cui si ritene che questa tradizione sia stata importata, il pasto viene percepito come una “perdita di tempo”, qualcosa da togliersi davanti il prima possibile. Per questo, l’orario della cena coincide con il ritorno a casa dalla giornata lavorativa, così che si abbia la sera libera per rilassarsi.

Specialmente grazie a quest’ultima istanza, è molto semplice intuire la profonda differenza della concezione del pasto presso le due culture. Piuttosto che una mera formalità, la cena in Italia rappresenta quasi una cerimonia, la comunione del nucleo familiare che dopo una giornata ha l’opportunità di passare del prezioso tempo insieme. La struttura del pasto “a portate”, inoltre, favorisce che ci siano dei momenti di pausa, fra una pietanza ed un altra, così che i commensali possano conversare ed interagire fra di loro; in Canada, d’altro canto, nemmeno esiste il concetto di “portata”: persino nei ristoranti vengono serviti solo piatti unici di dimensioni esorbitanti che si usa portare a casa (doggy bag).

CULTURA CULINARIA Se oltre a considerare il quando si prende in analisi anche il cosa si mangia, i due mondi si fanno sempre più lontani. La cucina italiana è indiscutibilmente uno dei migliori biglietti da visita che il nostro Paese può mettere in mostra: dalla sofisticata haute cuisine dei ristoranti di lusso ai piatti di origine più umile, si può dire con quasi assoluta certezza che la nostra cultura culinaria non ha niente da invidiare, specialmente a quei Paesi che non ne hanno una.

Per diverse motivazioni (breve storia, ingenti flussi migratori), paesi come il Canada non dispongono di una tradizione culinaria ben assestata, e basta fare due passi nelle vie principali del centro di città come Vancouver o Winnipeg per rendersene conto: oltre ai già menzionati coffee shop, è possibile trovare una miriade di locali fast food o ristoranti etnici, ma non trattorie, sostituite da volgarissime catene di ristoranti a tema. Fra i più (tristemente) rinomati è impossibile non ricordare Olive Garden, un blasfemo tentativo di imitazione della cucina nostrana divenuto popolare in tutte le fasce d’età.

ATTIVITÀ SPORTIVE Grazie alle recenti conquiste sportive del nostro Paese nel corso del 2021, l’intero mondo ha potuto essere testimone del successo del sistema sportivo Italiano: dalla vittoria della nazionale di calcio a EURO2020 al pesantissimo medagliere delle Olimpiadi di Tokyo, i grandissimi atleti azzurri hanno lasciato un vero e proprio segno nella storia dello sport, in veste di degni ambasciatori di una tradizione sportiva centenaria. Non è da sottovalutare, tuttavia, l’entità che rappresenta la crescente tendenza nello sport dilettantistico canadese. 

Grazie ad un solido sistema fondato sulle strutture scolastiche, gli studenti canadesi hanno l’opportunità di avvicinarsi ad un’attività sportiva fin da giovanissimi, tramite l’adesione ad uno dei numerosissimi club sportivi offerti dagli istituti comprensivi. Inoltre, a differenza dell’Italia, non c’è solo calcio: per via della notevole escursione termica che si verifica durante l’anno, le scuole offrono sia sport al chiuso (hockey, pallavolo, nuoto, basket, badminton) che all’aperto (football americano, baseball, golf, tennis), offrendo ai ragazzi una vasta gamma di iniziative durante tutta la durata dell’anno scolastico e anche durante l’estate. I benefici di questo sistema si osservano soprattutto in campo accademico, con i giovani che si rivelano più motivati e determinati in classe, soprattutto per via delle cospicue borse di studio offerte dalle università canadesi. E i risultati non tardano a farsi vedere: l’ultimo esempio ne è la tanto agognata seconda qualificazione ai mondiali di calcio nella storia della nazionale canadese, un obbiettivo di certo invidiabile e specialmente per i tifosi azzurri.

RISPETTO ED EDUCAZIONE Ciascun buono studente italiano sa bene che, all’entrata del docente in classe, è buona educazione alzarsi in piedi in segno di rispetto. Tuttavia, non è così in ogni parte del mondo: in Canada, ad esempio, questa tradizione non è più in vigore da tempo quasi immemore, eppure non si registrano particolari rimostranze per quanto riguarda l’educazione dei ragazzi.

Il popolo canadese è universalmente rinomato per un innato sentimento di gentilezza e affabilità, e sembra che la spiegazione per questo fenomeno sia addirittura radicata nella storia del paese stesso: alcuni ipotizzano che le rigidissime temperature abbiano costretto i primi coloni a intrattenere relazioni di cooperazione fra di loro e che quest’inclinazione alla socievolezza sia stata tramandato nelle generazioni future, altri che sia stato il sistema sanitario nazionale Medicare, inizialmente istituito nel 1957, a fare sì che si sviluppasse un senso di responsabilità collettiva. A prescindere da quale siano le ragioni, non è in discussione che la calorosa ospitalità canadese abbia pochi eguali al mondo.

Il logo di Medicare

Sono in molti, al giorno d’oggi, che utilizzano l’espressione “mondo occidentale” per riferirsi all’interezza dei Paesi di Europa e Nordamerica, come se fosse possibile raggruppare sotto un solo termine una così grande diversità senza fare delle brutali generalizzazioni: sono le minute circostanze e specificità di ogni terra che la rendono così ordinariamente sbalorditiva.

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