A distanza da quasi tre anni dall’inizio della pandemia, gli effetti di questa continuano a farsi sentire. Quest’estate molte famiglie faranno le prime vacanze dopo tre anni, e dopo un periodo di domanda notevolmente ridotta nel settore dei trasporti aerei per via del Covid-19, le compagnie aeree sono a corto di staff, non sufficiente a gestire la crescente mole di bagagli in entrata e uscita. Difatti, circa 6 su 1000 bagagli registrati dai clienti sono state almeno momentaneamente smarrite dalle compagnie aeree statunitensi solo nel mese di aprile.
Numerose cancellazioni sono ormai all’ordine del giorno negli aeroporti di tutto il mondo, dove parte del personale sta ancora partecipando a scioperi internazionali: al Luchthaven Nationaal di Bruxelles, in Belgio, per un intero giorno (20 giugno) nessun aereo è decollato per via dello sciopero del personale di sicurezza, per non parlare delle più di 30.000 cancellazioni negli Stati Uniti ad Aprile, registrando un aumento del 67% rispetto allo stesso periodo nel 2021. E ancora: Svizzera, Olanda, Germania, Regno Unito e Italia sono solo alcuni fra gli innumerevoli Paesi che hanno subito disservizi e problemi nel corso degli ultimi mesi.
Oltre al personale aeroportuale, che include, fra le categorie, sicurezza, sanità e handling dei bagagli, sono gli impiegati delle compagnie aeree low-cost i principali protagonisti delle giornate di sciopero: Ryanair, easyJet e Vueling i cui titoli in borsa stanno colando a picco, preoccupando gli investitori di tutto il mondo.
Secondo enti del gruppo assicurativo MAPFRE, le richieste di risarcimento per bagagli bloccati sono aumentate del 30% rispetto allo scorso anno. Inoltre, in alcuni aeroporti si starebbe decuplicando la quantità di bagagli imbarcati sugli aerei sbagliati a causa dell’alto tasso di arrivi in ritardo.
Per di più, dal momento che sempre più persone scelgono di non imbarcare i propri bagagli, alcune aziende internazionali di trasporto bagagli affermano di aver assistito a una domanda quasi raddoppiata di mese in mese.
Ma la catastrofe sarebbe potuta essere evitata? Sembrerebbe di sì, in quanto la ripresa della domanda dei viaggi aerei durante l’estate era stata prevista con largo anticipo da analisti ed esperti. Alcuni mesi fa, Marc Castro, dirigente del Flight Center Travel Group per le Americhe, si esprimeva con questi termini in merito al possibile crack del settore: “In 25 anni di professione, questa è una delle sfide più grandi mai fronteggiate. Nel settore dei viaggi c’è una grave carenza di manodopera in tutti i settori, dagli assistenti di volo agli addetti ai bagagli, dagli agenti ai piloti delle compagnie aeree”.
Ciononostante, le compagnie aeree avrebbero esitato a riassumere le decine di migliaia di piloti, membri dell’equipaggio di cabina e personale di terra precedentemente licenziati come effetto della pandemia. Insomma, si tratta di un vero e proprio circolo vizioso la cui uscita sembra più che mai lontana.