Almeno una volta nella vita sicuramente si è sentito parlare della scrittrice plurimiliardaria conosciuta come “la mamma di Harry Potter”, ma in quanti sanno realmente cosa ha vissuto prima di diventare così famosa?
Joanne Rowling nasce a Yate il 31 luglio 1965; suo padre è un ingegnere meccanico della Rolls Royce, sua madre è metà scozzese e metà francese, ed ha anche una sorella minore di nome Diana.
Fin da piccola mostra di possedere una fantasia straordinaria e inizia a scrivere brevi favole di genere fantastico volte a intrattenere i componenti della famiglia, ignari di dove l’avrebbe portata questo suo talento: a sei anni scrive la storia di Rabbit, un coniglio malato di morbillo, mentre a dodici anni scrive un romanzo che trattava di sette diamanti maledetti.
Dopo la prima infanzia passata nel suo paese natale, nel 1971 la famiglia si trasferisce prima a Winterbourne dove la piccola Joanne conosce i suoi due vicini di casa, i fratelli Potter, (cognome che gli rimarrà particolarmente impresso), poi 3 anni dopo i Rowling si trasferiscono ancora, a Tutshill, vicino al confine con il Galles, dove Joanne finisce le scuole primarie e si diploma al Wyedean Comprehensive e per la sua bravura viene anche nominata “Head Girl”.
A questo punto si iscrive all’Università di Exeter, dove studia filologia e francese, incoraggiata dai genitori che vedono per lei una carriera di segretaria bilingue, ma Joanne si rende conto sin da subito che il lavoro adatto a lei è un altro: invece di seguire attentamente le riunioni e prendere appunti, scrive storie sul blocco notes; lei non vuole un lavoro d’ufficio, lei vuole scrivere e vuole farlo per tutta la sua vita.
Durante tutto il periodo scolastico conosce numerose persone che ispireranno diversi personaggi della saga di Harry Potter: il preside delle elementari diventa Albus Silente; il suo migliore amico sarà ispiratore del rosso Ron Weasley; e il suo professore di chimica, con cui non ha mai avuto brillanti rapporti, sarà d’ispirazione per il personaggio di Severus Piton e infine confessa anche che il personaggio di Hermione Granger l’ha modellato su se stessa.
Un giorno del 1990, bloccata per 4 ore su un treno fra Manchester e Londra a causa di un ritardo, comincia a pensare a una possibile storia che tratta di un ragazzino di nome Harry Potter; nello stesso anno JK si trasferisce in Portogallo dove inizia ad insegnare la lingua inglese in una scuola locale. Qui conosce un giornalista televisivo portoghese, che diverrà in seguito suo marito con cui poi nel 1993 avrà una figlia, Jessica. Nello stesso anno però Rowling si separa dal marito e si trasferisce quindi a Edimburgo con la figlia, con l’idea di vivere con la sorella Diana.
Per l’autrice questo è l’inizio di un periodo molto cupo, segnato da una forte depressione e da una situazione finanziaria disastrosa: essendo senza lavoro, deve pagare l’affitto del suo appartamento con gli assegni di disoccupazione e si rifugia molte volte a continuare a scrivere il suo romanzo nel pub del cognato, perché nel suo monolocale non può permettersi il riscaldamento. A distanza, tuttavia, questa condizione si rivelerà un potente motore creativo: lei stessa infatti afferma di aver scritto il primo romanzo per cercare di uscire dalla crisi, definendolo la cura a tutti i problemi che stava affrontando; a questo momento buio della sua vita, però, la scrittrice si ispira per creare la figura dei Dissennatori, creature che “risucchiano la pace, la speranza e la felicità dall’aria che li circonda”.
Dopo aver terminato il manoscritto, uno degli agenti, scelto da Joanne a caso “perché il nome, Christopher Little, suona bene”, si interessa immediatamente della storia e nel giro di tre giorni la scrittrice diventa una sua cliente.
Nel 1996, dopo il rifiuto di quasi tutti gli editori a cui era stato proposto il manoscritto, la casa editrice inglese Bloomsbury acquista i diritti del libro, chiedendo a Joanne però di firmarsi solamente con le iniziali perché, secondo loro, i ragazzini non avrebbero mai letto un libro scritto da una donna: così, visto che lei ha un solo nome, aggiunge la K di Kathleen, la sua nonna preferita; due anni più tardi la casa editrice americana Scholastic Press acquista i diritti del romanzo e lo pubblica, regalandogli un enorme successo.
Al primo romanzo ne seguirono altri sei in ordine cronologico, uno per ogni anno passato da Harry Potter nella scuola di Hogwarts, i quali andranno ad aumentare in maniera immisurabile la fama della scrittrice tanto da farla diventare la persona più ricca d’Inghilterra, superando addirittura la Regina Elisabetta.
Rowling ha pubblicato il settimo e ultimo libro della serie di Potter, Harry Potter e i Doni della Morte, il 31 luglio 2007; questo, attesissimo in tutto il mondo, è uscito vendendo 20 copie al secondo in Gran Bretagna e superando quindi tutti i record: secondo i dati, sono state vendute ben 72 milioni in tutto il mondo nel primo fine settimana, facendo diventare l’ultimo capitolo della saga il libro più venduto nella storia dell’editoria.
Se si parla però di tempi un po’ più recenti la famosissima scrittrice è diventata un bersaglio nel dibattito del genere e del sesso alzando così la voce di numerosissime critiche.
Era più o meno il 2018 quando la “mamma di Harry Potter” aveva cominciato a toccare i tasti sulla questione dei diritti dei trans facendo nascere così nei suoi confronti il sospetto di transfobia: la prima bufera però risale al 2019, quando la scrittrice aveva manifestato sostegno a Maya Forstater, una ricercatrice britannica a cui non era stato rinnovato un contratto lavorativo dopo aver assunto posizioni ritenute discriminatorie nei confronti delle persone trans. Il secondo capitolo di questa storia è datato a giugno 2020, quando Joanne twitta commentando il titolo di un articolo che recitava Creare un mondo post-Covid-19 più equo per le persone che hanno le mestruazioni. “Sono sicura che ci fosse una parola per definire quelle persone. Qualcuno mi aiuti. Wumben? Wimpund? Woomud?”, scrive l’autrice facendo riferimento al termine “women” (“donne”).
A questo proposito si viene a creare una pioggia di critiche da parte degli utenti i quali sottolineano come molta gente che si identifica come donna (per esempio, le persone transgender e chi è in menopausa) non abbia le mestruazioni e che, al contrario, alcune persone che non si identificano come donne, potrebbero avere le mestruazioni (chi passa da un’identità anagrafica femminile a quella maschile).
Anche gli stessi attori che hanno recitato proprio nei film tratti dai romanzi di J.K. Rowling le hanno risposto: “Le donne transgender sono donne” commenta Daniel Radcliffe, attore interprete di Harry Potter; pure l’attrice Emma Watson, Hermione nelle pellicole del romanzo, dice: “I trans meritano di vivere la loro vita senza che siano altri a definirli”.
Tralasciando però quest’ultima parentesi, quest’oggi J.K.Rowling compie ben 57 anni e noi il minimo che possiamo fare è augurarle di passare una giornata straordinaria, aspettando e sperando in qualche altro suo capolavoro finale che possa farci rivivere le emozioni che abbiamo provato nel leggere la bellissima saga che l’ha resa oggi così famosa.