Il 5 luglio è stato un giorno da ricordare per il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci. È avvenuta infatti la prima proiezione del cortometraggio Ora e sempre Resistenza, un film con la regia di Irene Martini, ex studentessa del Liceo, sulle storie di Rosa Heller Heinzelmann e Vittorio Barbieri, due docenti che hanno insegnato al Liceo e che sono stati discriminati e perseguitati dal regime fascista. Il nome dell’intero progetto è “I Resistenti del Leonardo Da Vinci di Firenze”.
La serata è stata aperta dalle parole della Dott.ssa Annalisa Savino, preside del Liceo Leonardo da Vinci, la quale ha ringraziato il pubblico e i vari ospiti di essere presenti all’evento. La preside ha poi elogiato la determinazione e la passione dei ragazzi del Liceo coinvolti nel cortometraggio, desiderosi di lasciare un messaggio di libertà alla comunità. Il progetto si inserisce in un percorso di memoria della scuola in vista dell’imminente centenario.
Partendo dalle ricerche di archivio, condotte sotto la guida di docenti referenti, gli studenti sono stati in grado sia di ricostruire i costumi e gli atteggiamenti del passato ma anche di dare vita a documenti che apparentemente dicono poco o nulla ma che in realtà possono far riflettere anche dopo tanti anni. La vera essenza della storia è proprio questa: capire come gli uomini e le donne del passato hanno vissuto, capire quali fossero i loro ideali, le loro emozioni, e confrontarci con loro per riflettere sul presente.
Il cortometraggio è incentrato sulle figure di Rosa Heller Heinzelmann, interpretata da Ginevra de Totero, e Vittorio Barbieri, interpretato da Stefano Tronchin. La prima, una professoressa ebrea che dopo essere stata licenziata dalla scuola ha vissuto nascosta diversi anni tornando a una vita libera solo dopo la fine della guerra, il secondo un caduto della Resistenza.
Dopo la proiezione e i lunghi applausi al progetto, sono intervenuti la regista e vari ospiti, tra questi Valdo Spini, Presidente dell’Aici (Associazione Istituzioni di Cultura Italiana) e della Fondazione Circolo Rosselli. Valdo Spini ha ricordato il partigiano Vittorio Barbieri. Nato a Modena il 26 luglio 1915, nel 1935 Barbieri si trasferisce con la famiglia a Firenze e si laurea in scienze politiche. Partecipa come tenente di complemento degli Alpini alla campagna di Albania e in seguito gli viene affidata la II brigata Rosselli, stanziata nel Mugello. Nella notte del 4 agosto del 1944, durante la marcia di avvicinamento a Firenze, viene catturato con un compagno durante una ricognizione. Barbieri viene condotto nella sede di un comando tedesco dove si assume ogni tipo di responsabilità riuscendo a discolpare e salvare il suo compagno. Dopo atroci sevizie sopportate con sereno coraggio, venne fucilato. Per i suoi gesti è stato insignito della Medaglia d’oro al valore militare, massimo riconoscimento italiano al valore militare.
La liberazione di Firenze ha anticipato quella del nord Italia, questo valse alla città la Medaglia d’oro al valore militare.
Le vicende di Vittorio Barbieri e Rosa Heller Heinzelmann ci insegnano molto. Ci insegnano a non essere indifferenti, a prendere posizione, perché la libertà e la democrazia non sono un dono ma sono frutto di battaglie che avvengono anche nel presente. Queste sono storie di malvagità, ma anche di bontà e spirito di sacrificio. Sono storie di vita e di morte. Se noi dimentichiamo i valorosi caduti vinceranno gli uccisori e dunque la morte, ma se li ricordiamo e ne tramandiamo i valori che hanno animato intere generazioni, vincerà la vita.