Il 4 luglio (con repliche il 6, il 9 e l’11) al teatro del Maggio Musicale Fiorentino, sarà messa in scena per la prima volta in assoluto in un teatro italiano l’opera Acis et Galatée di Giovanni Battista Lulli. Quest’opera, l’ultima dell’ottantaquattresimo Festival del Maggio Musciale, sarà diretta dal maestro Federico Maria Sardelli, che aveva già diretto al Maggio il Rinaldo di Händel nel settembre 2022,e vedrà la regia di Benjamin Lazar, che fa il suo debutto sulla scena fiorentina. Nel ruolo di “Acis” salirà sul palco Jean-François Lombard, “Galatée” sarà invece interpretata da Elena Harsányi, il ruolo di “Diane” è affidato a Valeria La Grotta, Francesca Lombardi Mazzulli sarà “l’Abondance” mentre Markus Van Arsdale sarà “Comus”, vedremo anche Sebastian Monti nel ruolo di “Apollon” e Luigi de Donato in quello del ciclope “Poliphème”, “Neptune” sarà impersonato da Guido Loconsolo, Francesca Longari salirà sul palco come “un Dryade” ed infine, nel ruolo di “une Sylvaine”, reciterà Davide Piva.
LeoMagazine ha avuto il piacere di poter assistere alle prove d’insieme dello spettacolo lo scorso 28 giugno nella sala Zubin Mehta, sotto i competenti occhi del maestro Sardelli e del regista Lazar. Sardelli, come emerso dalle prove, si dimostra ancora una volta un profondo conoscitore del repertorio barocco. Lo spartito di quest’opera nasconde inoltre diverse difficoltà in quanto, come ha spiegato durante una pausa lo stesso maestro, è una musica che “ha bisogno di essere eseguita con un codice complicatissimo” “si scrive in una maniera e si legge in un’altra”, prassi comune in Francia ai tempi di Lulli e che rimarrà fino alla rivoluzione francese. Queste rappresentazioni saranno, oltre che una grande produzione teatrale, il ritorno a Firenze di Giovanni Battista Lulli (che a Firenze ci è nato e ci è vissuto per i suoi primi quattordici anni di vita) con una produzione definita da Sardelli come “sontuosa” e, per la prima volta al Maggio Musicale, eseguita con strumenti originali dell’epoca barocca.
Non solo il Maggio Musicale Fiorentino si è attivato per questo ritorno in patria di Lulli, anche il comune del capoluogo toscano ha infatti ideato, oltre ad emanare un comunicato stampa in cui si annunciavano le rappresentazioni di Acis et Galatée al Maggio, un progetto per celebrare la figura da molto tempo in ombra di Giovanni Battista Lulli, cominciando con la creazione a settembre di un istituto “Giovanni Battista Lulli” per lo studio e l’esecuzione delle sue opere, proprio qui nella città natale dell’artista. A novembre, nel 390esimo compleanno del compositore, verrà poi svolto il primo grande evento concertistico. Verranno inoltre ripresi e studiati i documenti che potrebbero fare meglio chiarezza sui primi quattordici anni che Lulli trascorse a Firenze e saranno studiati ed eseguiti i suoi spariti. “Un connubio virtuoso di enti culturali” quello descritto nella pausa dal direttore d’orchestra che ha come scopo quello di riportare in Italia, e soprattutto a Firenze, questo grande autore, che il maestro Sardelli definisce come “il Bernini della Musica”.
Anche Benjamin Lazar si è detto contento di poter partecipare a queste rappresentazioni e mettere in scena, per la prima volta nella città dove Lulli è nato, questo titolo scritto originariamente per il figlio del Re Luigi XIV, descrivendolo come un capolavoro pieno di fantasia, momenti tragici, comicità e profondi sentimenti, in cui sono nascosti dei messaggi per il “Re sole”. Lazar è rimasto anche stupito dalla qualità dei tecnici e di tutto il team e dal sinergico lavoro dei suoi membri, tra cui anche l’artista che ha realizzato molti oggetti di scena che saranno sul palco per tutta la durata dell’opera. Acis et Galatée è inoltre un’opera molto interessante e ricca di balletto, che per questa produzione è affidato alla coreografa Gudrun Skamletz, che si è ispirata, per quanto poche ne siano rimaste, alle fonti storiche riguardanti il ballo dell’epoca.
In una scorsa conferenza stampa al Maggio il maestro Gatti aveva definito Firenze come una città con il potenziale per diventare una “piccola Salisburgo italiana”, abbiamo chiesto al maestro Sardelli quale fosse il suo parere a riguardo: “Credo che abbia grandi potenzialità Firenze perché ha le dimensioni giuste, non è una grande metropoli ma è una città che ha le dimensioni perfette e con una grande concentrazione di cultura e di opere d’arte, il teatro del Maggio può essere il motore di una piccola Salisburgo non solo attirando grandi artisti, come già fa, ma offrendo delle novità di repertorio e andando a scavare quello che noi abbiamo di tesori musicali; l’occasione di Lulli è una di queste occasioni importanti, artista che deve essere assolutamente rifatto conoscere non solo ai fiorentini ma anche agli italiani perché manca nelle programmazioni concertistiche, teatrali e discografiche italiane, e questo è come se nella storia dell’arte mancasse Gian Lorenzo Bernini”
Già dalle prove, anche se ancora con qualche cosa da mettere a punto come detto dal maestro Sardelli, si prospetta una produzione di altissimo livello, che sarà probabilmente ricordata per molto tempo come il primo passo per il ritorno di un grande artista per tempo dimenticato.