La serata del 27 maggio nell’atrio principale del liceo scientifico Leonardo Da Vinci (FI) è stata senz’altro speciale per un gruppo di circa una ventina di ragazzi che partecipano ai corsi musicali della scuola.

Tali corsi di musica sono aperti a chiunque tra gli studenti sia pronto a aprirsi a una realtà diversa, mettendosi alla prova e beneficiando di una formazione più succosa. Basta pagare una ragionevole cifra per sperimentare qualcosa che può poi appassionare e magari diventare una professione.

Questi ragazzi hanno potuto esibirsi davanti a un pubblico non proprio esotico, costituito principalmente da professori, parenti, amici e compagni di scuola; ma era un pubblico attento e rispettoso, anche trascinato.

Dunque il pubblico era piuttosto eterogeneo e disposto a passare una serata spensierata in compagnia; viene naturale pensare che dietro gli scrosci di applausi non ci fosse una semplice indole conformista, ma ammirazione, magari anche solo un pizzico. È stato mostrato infatti coinvolgimento da tutti gli ascoltatori.

Si avvertiva un’atmosfera un po’ magica, elettrica, soprattutto da parte di chi tornava o ha iniziato a esibirsi dal vivo, dopo due anni in cui si era costretti a accontentarsi di video individuali da casa, poi montati insieme. Singing Overnight è infatti uno spettacolo che la scuola promuove da anni in occasione delle feste di Natale o di fine anno, per passare del tempo insieme.

In presenza è tutta un’altra cosa, frase logora per l’uso di questi tempi ma sempre veritiera, caricandola o meno di connotazione positiva.

E l’organizzazione dell’evento? Organizzare un evento presenta sempre fatiche, ma se siamo confortati da un fine che ci suona bene, allora tutto ci sembra meno faticoso. Un centinaio di sedie sono state portate dalle classi e disposte per gli spettatori, l’attrezzatura gentilmente portata da chi ha potuto o fornita dalla scuola.

La serata si apre con l’introduzione del maestro di musica e direttore artistico Edoardo Ballerini, affiancato da Simone Zetti, studente di quinta appassionato di musica e sostenitore del progetto musicale scolastico, nato nel 2015.

Si è parlato dello spirito di ripartenza e la gioia del maestro per questo, la voglia di far partecipi le persone intorno. Questa voglia è stata soddisfatta dall’inizio; il maestro e Simone Zetti infatti hanno più volte cantato e battuto le mani insieme al pubblico.

Era presente anche la dirigente scolastica Annalisa Savino, che ha parlato in apertura della serata mettendo in chiaro che tiene molto ai progetti scolastici creativi come questo e si impegnerà a portarli avanti. In particolare la musica forma e unisce chi la fa e chi l’ascolta, arrivando a chiunque la senta in modi diversi in base alla sua sensibilità e contribuendo a arricchirne la conoscenza del mondo. Come ha fatto notare la preside, la musica porta con sè cultura, sentimento e armonia, la stessa della matematica. Essa ha quindi un’importanza sociale e culturale.

C’erano poi i maestriFabrizio Berni, Myriam Bizzarri, Giovanni Raschellà e Tommaso Tarsi – che hanno guidato pure nei tempi più bui i loro allievi; a metà dell’incontro si sono esibiti, mostrandosi validissimi insegnanti.

Myriam Bizzarri, dopo aver cantato, ha sottolineato l’importanza e la preziosità della musica, per noi adolescenti e non solo. Una passione che comporta sacrificio e impegno ma anche soddisfazioni personali che aiutano a star bene.

Il maestro Giovanni Raschellà, con l’aiuto del chitarrista e studente Stefano Mormii, si occupava della parte tecnica, assicurandosi che l’acustica fosse regolare o accompagnando brani col computer.

I giovani musicisti, chiamati a turno, si sono esibiti con sentimento e professionalità, lasciando spazio allo scherzo e a leggerezza senza eccessi. È stata proposta musica per tutti i gusti: classica, come una sonata di Mozart, e moderna (canzoni o spartiti di musiche recenti e recentissime, pop, rock e tanto altro).

C’è anche del coraggio nell’esibirsi in pubblico, specie in una società come la nostra, tendenzialmente passiva e restia agli sforzi.

Il talento e l’audacia vanno riconosciuti, incentivati e non ostacolati, così da sfociare in qualcosa di grande. E la sera del 27 maggio, anche se in piccolo, è stata data l’occasione di venir fuori al talento di studenti del nostro liceo, che investono tempo e energie esercitandosi, a volte anche in coordinazione. Suonare o cantare con qualcun altro poi richiede una certa intesa tra i collaboratori, spesso difficile da costruire.

In chiusura dello spettacolo ha cantato Edoardo Ballerini, regalando al pubblico un mix di canzoni e un sorriso quasi obbligato dalla canzone virale del povero gabbiano, ripescata in verità da “Tu comm’ a mme” (1988) di Gianni Celeste.

Simone Zetti, accompagnato da almeno una parte del pubblico entusiasta, ha concluso la serata cantando “Scrivile Scemo” dei Pinguini Tattici Nucleari.

Gli ultimi due anni ci hanno privato di un pezzo della nostra anima, ancora di più quella di una band musicale, di relazioni alunno-insegnante; ma nonostante tutto, torna questa opportunità che sarà pure un assaggio della  vita da musicista, ma dà sfogo almeno in parte al bisogno di trasmettere agli altri il fuoco che brucia dentro per la musica, che è un mezzo di comunicazione a volte più efficace e chiarificante di un lungo trattato. È un mezzo che comunica “io ci sono, vivo davvero”.  È interessante quindi scoprire cosa c’è dietro a questo fuoco dei ragazzi protagonisti dell’evento.

Alla domanda “perché hai scelto di suonare o cantare?”, c’è chi risponde che la musica sostiene e motiva la sua vita, come un modo per affermarsi in questo mondo spesso cinico e indifferente. Magari è anche  l’idea di essere un carismatico musicista a affascinare, ma continuando non può rimanere solo quello il motivo per cui si suona o si canta.

Chiedendo cosa si vuole trasmettere di sé al pubblico, c’è chi vuole dare un messaggio alle persone affini, arrivare a tutti, condividere qualcosa di proprio, o semplicemente si presenta al pubblico perché lo deve fare, ma suonerebbe e canterebbe comunque, per un istinto senza se e senza ma. Chi si sente solo con la musica ha inoltre modo di rompere il silenzio della solitudine in cui si sente costretto e essere compreso da chi avverte lo stesso isolamento.

L’ansia da risultato a volte c’è e può creare problemi per alcuni, come per altri serve da stimolo a fare meglio e di più. Per qualcuno insomma sentire il pubblico dà quella botta di adrenalina, quel senso del rischio e della sfida che fa sentire vivi e spinge a dare il meglio di sé. Lo si chiami esibizionismo, mania di protagonismo, ma potrebbe essere pure un bisogno umano di realizzarsi nel mondo, e come ci si realizza senza una pacca, una critica o in generale il confronto con gli altri?

C’è chi vuole continuare la sua avventura musicale come carriera anche in età adulta, e questa opportunità che offre la scuola è solo l’inizio per loro.

Il progetto dei laboratori (per gli esperti) e dei corsi musicali del liceo Da Vinci avvicina i giovani all’arte, dà loro qualcosa di più rispetto a fredde nozioni imparate per un bel voto in pagella.

Si invita perciò a non perdersi questi eventi, filmati e poi anche caricati su Youtube, e non lasciarsi sfuggire l’opportunità di scoprire una nuovo mondo, quello musicale. Per ulteriori informazioni, consultare il sito https://sites.google.com/site/ldvmusicenter/.

È un esempio tra le tante attività produttive che molte scuole offrono agli studenti, e  sarebbe bello che tutte ne proponessero.

È vero che arte è parolone, include tante cose: la pittura, la fotografia, la recita e la musica, la poesia e tanto altro ancora.

Ma l’arte di cui si riempiono la bocca tanti intellettuali è in generale espressione più democratica di chi siamo e del nostro valore, e aiuta così a combattere la sofferenza e il disagio che ci accompagnano.

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