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Perquisizioni a Milano per tre attivisti di Fridays For Future, ragazzo costretto a spogliarsi e a fare dei piegamenti; misure eccessive e atti intimidatori.

La mattina del 19 maggio alle 6:30 i carabinieri hanno fatto irruzione nelle case di 3 attivisti di Fridays For Future Milano, mostrando un mandato di perquisizione.

Tre unita, formate da sei carabinieri ciascuna, hanno fatto irruzione nelle case dei tre attivisti. La portavoce Martina Comparelli ha dichiarato che i carabinieri hanno usato metodi intimidatori, sequestrando cellulari, computer, vestiti, volantini, libri e bandiere della pace; addirittura è stata sequestrata una maglietta che riportava scritto stop War. Martina Comparelli ha dichiarato al quotidiano Domani “è stato chiesto di spogliarsi e fare dei piegamenti, un’azione che non riusciamo a spiegarci”, parlando della perquisizione di uno dei tre ragazzi.

I tre attivisti, due ragazzi e una ragazza, Sergio 26 anni, Jacopo 29 e ila 28 sono stati accusati di aver imbrattato e danneggiato l’edificio che ospita gli uffici di Weedoo e di Centrex Italia, entrambe controllate dalla compagnia russa Gazprom; infatti il 19 marzo, in vista di uno sciopero organizzato da Fridays For Future per il 25 marzo, i tre attivisti hanno imbrattato i muri dell’edificio con la scritta “i fossili uccidono”, oscurando le telecamere con un fumogeno.

Martina Comparelli in una delle sue dichiarazioni al giornale ilfattoquotidiano.it ha detto “Tutti si schierano dalla parte dell’attivismo per il clima, quando siamo belli e felici in piazza con i cartelli. Però quando diciamo che c’è chi si arricchisce grazie alla distruzione del pianeta e alla guerra è diverso. La cittadinanza però deve stare dalla parte di chi ha il coraggio di denunciare questi interessi… Dietro l’azione ci sono evidentemente delle pressioni. Non fai una cosa del genere per un’accusa di imbrattamento. Dipende da chi denuncia. Se te lo chiede un cittadino o un’azienda danno una multa, se lo chiede Gazprom ti entrano in casa e ti tirano giù le mutande”.

Cosa sono Centrex e Gazprom?

Centrex Italia è una delle filiali del Gruppo Centrex, nato nel 2007 e con sede in Austria. Diversi anni fa il Gruppo Centrex era finito al centro di uno scandalo, essendo sospettato di essere usato dall’allora premier Silvio Berlusconi e da Vladimir Putin come veicolo societario privato per l’importazione in Europa del gas russo. Da allora Centrex è controllata direttamente da Gazprom.

Cosa chiedono gli attivisti:

Il gruppo Fridays For Future chiede lo stop all’importazione del gas russo per le azioni militari disumane condotte dalla Russia a discapito dell’Ucraina. Gli attivisti fanno leva sul fatto che l’unica banca russa a non aver subito sanzioni è la GazpromBank. L‘Eni ha fatto un accordo con Gazprom per l’acquisto del metano in rubli, quindi con questo anche l’Italia sta finanziando direttamente la guerra in Ucraina. Il gruppo Fridays For Future è intenzionato a far sentire la propria voce scendendo in piazza e manifestando davanti alla sede di Gazprom a Milano. Fridays For Future ha espresso il suo supporto nei confronti dei tre attivisti attivisti. Il gruppo ha rimarcato più volte che una perquisizione sia una misura eccessiva per un accusa di imbrattamento e che queste perquisizioni siano state svolte svolte con disprezzo e con atteggiamento intimidatorio, ma anche sul fatto che 18 militari per 3 attivisti siano una misura eccessiva.

Sergio, tramite l’avvocato che difende i tre attivisti Mirko Mazzali, ha dichiarato al quotidiano americano Politico: “sono scioccato… All’inizio ero davvero spaventato, ma ora sono davvero arrabbiato perché tutti parlano della mancanza di democrazia in Russia, e ora queste cose stanno succedendo anche qui… È inaccettabile che anche nella nostra democrazia europea chi manifesta il proprio dissenso alla guerra di Putin venga intimidito e represso con simile violenza”. L’avvocati Mirko Mazzali in seguito ha dichiarato: “Perquisire delle abitazioni è un atto molto invasivo che dovrebbe riguardare reati molto più gravi di un semplice imbrattamento. Tra l’altro ottenendo risultati surreali come il sequestro di una maglietta con la scritta stop War e punendo delle scritte fatte contro una multinazionale russa, oggetto di attacchi ben più pesanti anche istituzionali. Bene ma non benissimo direi”.

Le indagini:

Date le lamentele sui media successive alle perquisizioni i carabinieri del Comando Provinciale di Milano hanno informato la Procura della Repubblica, a cui spetteranno le indagini per verificare se queste perquisizioni siano o meno state eccessive. Per adesso né la Procura né le compagnie non hanno rilasciato nessun commento in merito.

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