Mariupol, “in due mesi l’esercito russo ha ucciso il doppio delle persone rispetto ai nazisti nei due anni di occupazione durante la seconda guerra mondiale. Se i tedeschi sterminarono 10.000 civili a Mariupol, infatti, gli occupanti russi in due mesi ne hanno già uccisi più di 20mila nella stessa città”. Lo ha detto il sindaco, Vadym Boychenko. “E oltre 40.000 persone sono state deportate con la forza. Questo è uno dei peggiori genocidi di civili nella storia moderna. L’esercito russo sta distruggendo di proposito e spietatamente la nostra città e i suoi abitanti”, ha sottolineato.
Dall’inizio dell’invasione russa, Amnesty International – organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani – ha documentato un crescendo di violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani, come gli attacchi indiscriminati contro aree e infrastrutture civili che hanno causato perdite di vite umane. Gli attacchi contro obiettivi protetti, come scuole e ospedali, l’uso di armi indiscriminate come i missili balistici e l’impiego di armi vietate, come le bombe a grappolo ,possono costituire crimini di guerra.
Ha sollecitato inoltre gli stati membri a condannare congiuntamente il crimine di aggressione da parte della Russia, a fornire aiuti e assistenza ai cittadini ucraini, compresi quelli in fuga dal conflitto, e ad assicurare che le conseguenze dell’aggressione russa non avvicineranno il mondo a un abisso di violenza, violazioni dei diritti umani e insicurezza.
L’organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere dice: “… fondamentali sono i corridoi umanitari …è durissimo constatare che chi non ha potuto o voluto fuggire è stato vittima di violenze indiscriminate…molte persone sono state uccise o ferite, inclusi molti medici e altri civili. Chiediamo che tutte le forze militari coinvolte nella guerra in Ucraina prendano tutte le precauzioni per evitare sempre il ferimento di civili. A chi vuole scappare devono essere urgentemente assicurate vie di fuga sicure da Mariupol e da tutte le zone colpite dalla guerra in Ucraina, indipendentemente dall’esistenza di corridoi umanitari o di un cessate il fuoco. Chi decide di restare non può perdere lo status di civile; le parti in guerra devono fare tutto quanto in loro potere per prevenire danni ai civili in ogni momento, in ogni luogo…Siamo a sostegno di qualsiasi tipo di iniziativa di cessate il fuoco che consenta un passaggio più sicuro per chi vuole fuggire e per l’arrivo di assistenza medica e umanitaria. Il diritto di cercare sicurezza e l’accesso agli aiuti umanitari dovrebbe essere un obbligo e non un privilegio, ovunque in Ucraina”.
A cinque settimane dall’inizio del conflitto, su richiesta dell’Ucraina, l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) ha rilevato che c’è “un chiaro disegno di violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze russe nel loro modo di condurre le ostilità”, in particolare, con uccisioni mirate, sparizioni forzate, rapimenti di civili, inclusi giornalisti e amministratori locali. La maggior parte dei comportamenti adottati dalle forze russe viola il diritto umanitario internazionale dell’occupazione militare. Riguardo al trattamento dei prigionieri di guerra, sono stati trattati in modi incompatibili con la Convenzione di Ginevra (1949). Dalla relazione della missione anche all’Ucraina risultano attribuibili pratiche di violazione “ma i crimini commessi dalla Federazione russa sono tuttavia molto più vasti in dimensioni e natura, in quanto sono stati danneggiati o distrutte case, ospedali, siti culturali, ponti, scuole, appartamenti, centrali elettriche e bacini d’acqua”.
Sono state trovate “prove credibili che suggeriscono violazioni perfino dei diritti più fondamentali, come quello alla vita, la proibizione della tortura e di altri trattamenti disumani e degradanti, la maggior parte delle quali nelle zone sotto l’effettivo controllo della Russia.”
Considerato che la propaganda di guerra è parte integrante delle strategie militari, ad oggi risulta difficile attribuire nei dettagli le colpe dei singoli eventi .
Per esempio, il periodo compreso tra il 4 marzo e il 12 marzo è stato devastante per la città di Bucha. Continui raid e scontri lungo la linea del fronte hanno provocato la distruzione di molti edifici e la morte di diversi cittadini. Il 14 marzo la Bbc ha catalogato Bucha tra le città più distrutte dalla guerra in Ucraina, paragonandola anche a Mariupol. Nell’articolo del network britannico si è fatto riferimento, per comprendere meglio la situazione, alla necessità della stessa cittadinanza di Bucha di seppellire molti civili dentro una fossa comune. “Quattrocento miglia a nord-ovest, ai margini della capitale Kiev, è stata scavata una fossa comune vicino a una chiesa nella città di Bucha a dichiararlo è stato il parlamentare locale Mykhailyna Skoryk-Shkarivska. La buca contiene più di 60 corpi”
È impossibile però al momento stabilire cosa realmente sia accaduto: i morti per le strade di Bucha sono civili vittime dei combattimenti della seconda settimana di marzo che non hanno trovato posto nemmeno nelle fosse scavate dai cittadini in precedenza, oppure si tratta di persone uccise a sangue freddo durante il secondo periodo di occupazione russa. Trovare una risposta per adesso non è semplice.
Dal 2 aprile hanno iniziato a circolare video e foto di civili uccisi all’interno di Bucha. Per gli ucraini non c’è dubbio: si tratta di gente uccisa dai russi. Le accuse a Mosca sono molto pesanti: l’esercito occupante avrebbe premeditato, secondo Kiev, un omicidio di decine di civili e avrebbe cercato di nascondere le prove gettando i morti in fosse comuni. La Russia ha smentito e la sera del 4 aprile ha presentato, in una conferenza stampa tenuta dall’ambasciatore russo all’Onu, Vasily Nebenzya, la propria versione dei fatti: per Mosca a Bucha è andata in onda una messinscena ucraina volta a provocare la reazione dell’occidente.
Dove sta la verità? Si è davanti a un grave massacro e a gravi violazioni dei diritti umani? Oppure si è davanti a un false flag?
Le risposte forse arriveranno…
Intanto, Mariupol, Bucha, Kharkiv, Kiev… … : rimangono nella storia le migliaia di morti civili e intere città distrutte, famiglie sconvolte e popolazioni devastate di cui il mondo dovrà farsi carico.
Il Papa, invocando il dialogo e implorando la pace, ha posto a tutti la domanda: “che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?”
Che cos’è l’ Ihl ?
Il diritto internazionale umanitario (Ihl) trova la sua applicazione principale durante lo svolgimento di un conflitto armato ed ha, come scopo primario, quello di limitare l’uso della violenza durante gli scontri al fine di proteggere tutti coloro che non prendono, o non prendono più, parte alle ostilità. Tra questi soggetti protetti troviamo, in primis, bambini, donne e civili in generale, ma anche feriti, malati, naufraghi o prigionieri di guerra.
Inoltre, l’Ihl mira a limitare l’uso della violenza anche tra i cosiddetti “combattenti legittimi” (ad esempio tra gli eserciti di due stati diversi o tra due singoli soldati avversari). In tali casi, infatti, il diritto umanitario impone di utilizzare solamente l’ammontare di violenza strettamente necessario a raggiungere l’obiettivo del conflitto, ovvero a indebolire la potenza militare del nemico, senza causare sofferenze superflue all’avversario.
I diritti umani, invece, rappresentano quel ramo del diritto internazionale che protegge tutti gli esseri umani in quanto tali, attribuendo loro libertà e diritti di vario tipo (civili, politici, economici, sociali o culturali).
Il manifesto di questo ramo del diritto internazionale risale al 1948 ed è costituito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani: un documento di 30 articoli, contenente una serie di diritti di cui ogni individuo dovrebbe poter godere.
La Dichiarazione, in quanto tale, non rappresenta un’obbligazione giuridica in senso stretto. Tuttavia, ad oggi molte sue disposizioni hanno acquistato il carattere di norme consuetudinarie, divenendo perciò pienamente vincolanti.