La notizia è ormai di qualche giorno fa, ma non si può non commentarla!

La Galleria degli Uffizi fu concepita nel lontano 1560 come Istituzione  da Cosimo I de’ Medici, che voleva riunire le principali 13 magistrature fiorentine (dette anche uffici)  in un unico edificio a forma di “U”, compreso tra Piazza della Signoria e il lungarno. La realizzazione del progetto fu affidata a Giorgio Vasari. Egli qualche anno dopo costruì anche il Corridoio vasariano che collega Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, così da permettere un passaggio protetto.

Nel 1580, sotto Francesco I, figlio di Cosimo, il lavoro fu completato e le volte della Galleria furono ricoperte con motivi a “grottesca”, in ripresa della classicità romana, con elementi naturalistici e creature mostruose. Fu sempre con Francesco I che alcune sue collezioni artistiche e scientifiche furono esposte su richiesta, costituendo dunque uno dei primi musei in Europa, anche se circoscritto alla loggia dell’ultimo piano.

Nel 1586 Bernardo Buontalenti costruì negli Uffizi il Teatro Mediceo, ancora per Francesco I de’ Medici.

Ferdinando I de’ Medici l’anno dopo arricchì la collezione aggiungendo dei ritratti di uomini illustri  (tutt’oggi conservati) di Paolo Giovio, lo Stanzino delle Matematiche (che raccoglieva strumenti scientifici) e la “sala delle carte geografiche”.

Ferdinando II de’ Medici fece affrescare i soffitti della Galleria, tra il 1658 e 1679, ma l’opera fu distrutta in un incendio nel 1762, poi sostituita dalla collaborazione di Giuseppe del Moro, Giuliano Traballesi e Giuseppe Terreni, sotto la dinastia Lorena. Nonostante questa perdita, si deve ancora a Ferdinando II – o meglio, a sua moglie, ultima discendente dei duchi di Urbino – la presenza di quadri ereditati dalla città marchigiana, di Piero della Francesca e altri artisti al servizio della casata.

Tra il 1669 e 1699 Cosimo III contribuì a ingrandire le collezioni, importando da terre esotiche corni di rinoceronte, mummie, animali imbalsamati, ma anche opere fiamminghe e la celebre statua greca originale Venere Medici.

Giunta alla fine la stirpe dei Medici, i Lorena ne presero il posto nel 1737, ma non ci fu un cambio di atteggiamento riguardo la cura dedicata alla Galleria. Nel 1769 Pietro Leopoldo aprì al pubblico l’intera Galleria e promosse un riassetto razionale e “illuminato” di essa, secondo il gusto dell’epoca – allora la corrente culturale di maggiore influenza in Europa era l’Illuminismo: ogni sala era distinta per categorie e deputata alla sola arte; si era infatti abbandonato l’eclettismo tipico del Rinascimento per un pensiero che distingueva scienze da arte, e le branche di quest’ultima.

Affluirono poi opere dalla Galleria Imperiale di Vienna in cambio di alcune di Firenze, con un grande guadagno fiorentino.

Alle porte del XIX secolo, con la Campagna d’Italia condotta con successo da Napoleone, il museo subì perdite di numerose opere (tra cui la Venere de’ Medici) che tuttavia furono restituite durante il Congresso di Vienna.

La Firenze capitale del Risorgimento (1865-1871) vede il Teatro Mediceo all’interno degli Uffizi addirittura come sede del Senato italiano.

Nello stesso secolo i quadri divennero quasi le esclusive attrazioni della Galleria, da cui vennero spostate alcune statue; inoltre il teatro mediceo venne smantellato e diviso in due piani. Nei primi anni del XX secolo confluirono anche dipinti del XIV e dell’inizio del XV secolo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, che a differenza della Prima colpì drammaticamente e direttamente la città (causa i bombardamenti),  le sale furono svuotate e le opere trasferite in luoghi protetti; alcune erano state sottratte dai tedeschi e portate a Bolzano, ma furono poi ricollocate nella Galleria.

Con la tragica strage a opera della mafia in via dei Georgofili del 27 maggio 1993, alcuni ambienti del Corridoio vasariano, delle Gallerie e alcune opere furono rovinati, ma in seguito recuperati.

Nonostante tutto il passato che si trascina dietro, in certe fasi doloroso e memorabile, il complesso museale degli Uffizi oggi non ha affatto perso di attualità, anzi, lo scorso anno è stato il luogo più visitato d’Italia. I numeri parlano chiaro: nel 2021 si sono registrati 1.721.637 ingressi agli Uffizi, seguiti da 1.633.436  al Colosseo e 1.037.766 al Parco archeologico di Pompei. Il museo si piazza bene, per numero di ingressi, persino su scala mondiale! Non è difficile immaginarne il motivo, considerando la campagna che sul web e sui social che Eike Schmidt, attuale direttore degli Uffizi, sta portando avanti e la vastissima gamma di attrazioni che lì si trovano. Infatti al momento la Galleria vanta la presenza di numerose opere di grandi pittori, da Giotto, agli artisti rinascimentali, barocchi, fino a quelli degli ultimi due secoli, in 25 sale a tema.

Attualmente comprende poi il Giardino di Boboli, le collezioni di Palazzo Pitti e il Corridoio vasariano, e, in un futuro che ancora sembra lontano, la Nuova Uscita della Galleria degli Uffizi, progetto del 1998 ideato da Arata Isozaki e Andrea Maffei, vedrà l’ampliamento del museo con una struttura in acciaio e pietra, in Piazza del Grano sul retro degli Uffizi; grazie a tale progetto, si vorrebbe inoltre ridare vita alla piazza.

Date le meraviglie e la storia che racchiude, si deduce che la Galleria è un patrimonio da salvaguardare e  di cui si può essere fieri. Perciò si spera che tutti ne siano attratti, senza per questo considerarsi superiori o intollerabili secchie – a seconda dei punti di vista! – ma piuttosto sentirsi arricchiti.

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