Lo scorso sabato 26 Marzo presso la biblioteca comunale di San Casciano, all’interno della saletta “Lucia Bagni”, si è svolta la presentazione dell’ultimo libro scritto dal professor Domenico del Nero ed Edoardo Benelli – direttore e caporedattore del LM – in collaborazione con alcuni ragazzi del Leomagazine.
Il titolo del libro è “Georgofili, dalla strage alla verità processuale” e non si limita ad esporre i fatti avvenuti quella tragica notte tra il 26 ed il 27 maggio del 1993, nella seconda parte infatti, con la collaborazione di altri membri della redazione del Leomagazine che si sono avventurati insieme ai due autori negli archivi e tra i documenti legali racchiusi in essi, sono state esposte le varie tappe delle indagini e del relativo iter processuale. A presenziare all’evento alcune tra le più importanti figure del comune sancascianese e della regione, tra cui anche il sindaco Roberto Ciappi, l’assessore alla cultura Maura Masini ed il consigliere regionale Massimiliano Pescini, e dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage dei Georgofili, inoltre, ad affiancare gli studenti del Liceo “Leonardo da Vinci” di Firenze, era presente anche la preside dell’istituto superiore: la dirigente Annalisa Savino.
A prendere la parola per primo è stato il sindaco del comune toscano, Roberto Ciappi, che ha ricordato l’importanza della memoria nella guerra alle mafie: “parlare di memoria, anche di uno dei momenti più difficili e anche dolorosi della storia contemporanea che riguarda il nostro paese, quello delle stragi legate alla mafia. Come la strage dei Georgofili, che ha fatto da punto di svolta sulla concezione di una mafia, una mafia che non è legata solo alla Sicilia ma che ha fatto aprire gli occhi al mondo e al nostro paese su quello che è davvero questa terribile piaga che attanaglia tutto il nostro paese e che proprio in quegli anni cercava di provare con la violenza, anche con una violenza devastante su tutto il territorio, per impaurire, di piegare lo stato. Grazie a questo libro, grazie alla scuola, grazie all’impegno di tante persone c’è stato modo di portare alla luce, portare su carta tutti quelli che sono stati gli avvenimenti ma soprattutto quello che riguarda la parte processuale e del processo al mondo della mafia legato alla strage dei Georgofili; questo ci consente di mettere un altro tassello alla verità, a quello che è il legame tra mafia, politica, il potere, e anche che naturalmente ci consente di creare un modo per comunicarlo bene e meglio agli altri.” Il sindaco ha poi ricordato il forte legame che c’è tra l’associazione e i comuni di San Casciano e di Firenze, ringraziando infine “l’associazione, la scuola, la dirigente scolastica, ma anche i ragazzi e il professore che hanno fatto questo lavoro, grazie.”
Dopo il sindaco ha preso la parola il consigliere regionale Massimiliano Pescini, che ha ricordato come Firenze tutta, compresi molti giovani ragazzi e studenti, si attivarono e reagirono in maniera propositiva aiutando nelle varie operazioni dopo la tragica esplosione. Prosegue poi ricordando che il fenomeno mafioso è presente anche in Toscana e come iniziative per ricordare come queste, soprattutto tra i giovani, siano indispensabili “continueremo ad impegnarci, grazie a tutti.” così il consigliere conclude passando la parola alla dirigente del liceo “Leonardo da Vinci” Annalisa Savino: “Credo che questo progetto sia un grande arricchimento umano per i nostri studenti, un progetto ampio e vario che è partito dal 2018 dall’incontro con l’allora presidente e che poi è proseguito ed ha avuto una sua evoluzione, che poi è andato avanti con il lavoro di questa brillante esperienza che il professor Del Nero ha creato nella nostra scuola” “Quello che credo questo progetto abbia favorito è stato l’insegnamento della ricerca della verità, soprattutto perché la verità è qualcosa di difficile non solo da trovare ma anche da cercare, e questo è il lavoro che deve fare la giustizia.” La dirigente ha poi concluso ringraziando il sindaco ed il comune di San Casciano.
E’ poi intervenuta Teresa Fiume, moglie del presidente dell’associazione Luigi Dainelli, la quale ha portato il saluto ed il ringraziamento del marito che non ha potuto presenziare, “avete voglia di aiutare il modo e portare avanti la memoria ed è quello che noi vogliamo” ha detto ringraziando il grande lavoro dei partecipanti alle iniziative.
E’ poi intervenuto in videoconferenza il professore e direttore del Leomagazine Domenico Del Nero “Desidero prima di tutto esprimere la mia profonda e grandissima gratitudine al comune di San Casciano, a coloro che sono intervenuti, al sindaco, al consigliere regionale e alla nostra dirigente scolastica che anche se è arrivata quest’anno si è unita perfettamente e all’unisono con noi e il quale sostegno è fondamentale. So benissimo che i ragazzi, il mio coautore e gli altri giovani lì presenti, sono perfettamente in grado di spiegare il progetto, il lavoro, quello che abbiamo voluto dire.” “Questo è il punto di arrivo di un percorso durato alcuni anni. Una cosa bella di questo percorso è stato proprio anche il contatto personale che abbiamo potuto avere con i membri dell’associazione. Io ho sempre il ricordo della presidente Giovanna Maggiani Chelli con la sua determinazione ed il suo coraggio.” “Io direi che – ha poi proseguito – quello della memoria sia un dovere civico […] è un dovere verso chi, come il caso delle vittime di questa strage, deve rimanere nel cuore delle generazioni future.” Il professore ha poi proseguito ricordando l’importanza e la difficoltà del proprio mestiere, cruciale per tramandare alle generazioni future i messaggi ed i valori per far sì che episodi del genere non accadano ancora. “Quello che mi ha fatto stare male è l’idea che degli individui, parlando così del più e del meno, decidano di cancellare vite di persone che nemmeno conoscono. Quelle persone, quei familiari, potevano essere chiunque di noi, ecco la cosa più tremenda. La mafia gioca con le nostre vite, per loro siamo solo dei numeri che devono essere utili per i loro progetti. […] Ecco allora l’importanza della memoria ma anche della vigilanza.” “consentitemi di dire – conclude poi il direttore – che con ragazzi come questi, visto che spesso ci si lamenta dei giovani, possiamo veramente sperare in meglio. Dopo venticinque-trent’anni di questo lavoro dico: Ho fiducia soprattutto nei giovani. Grazie ragazzi per esserci, grazie.”
Dopo i vari saluti istituzionali si è svolta la vera e propria presentazione del libro e a prendere parola è stato in primis il capo redattore del Leomegazine e co-autore del libro Edoardo Benelli:
“Quest’anno, o meglio l’anno scorso, a differenza degli anni precedenti, durante i quali ci eravamo limitati ad alcuni articoli e alla realizzazione di un video che però si concentrava soprattutto su quanto fosse accaduto quella tragica notte, visto che ormai come ha detto prima Sandro, noi collaboriamo con l’associazione dal 2018 abbiamo voluto cambiare un po’ il tiro, infatti avendo più tempo per prepararlo abbiamo voluto concentrarci oltre che sulla notte della tragedia tra il 26 e il 27 marzo anche su quanto sia successo i giorni seguenti a Firenze, cosa si è fatto per non dimenticare, per ricordare e per opporsi alla mafia e soprattutto cosa è successo nelle aule. Volevamo ringraziare Sandro che ha permesso tutto ciò, che ha lavorato costantemente con noi, il sindaco di San Casciano che ci ha permesso di essere qui e soprattutto l’avvocato Danilo Ammannato che è stato per noi una sorta di Virgilio nel girone dantesco della giurisprudenza infatti ci ha guidato tra i vari processi per questo troverete all’interno del libro anche una sua “Lectio magistralis” in cui spiega come siamo arrivati all’attentato e soprattutto quelle che sono state le tappe processuali successive. La prima parte è più espositiva perché abbiamo voluto darle un doppio carattere, ovvero mantenere quella che è l’impostazione del documento ma al tempo stesso dargli un tono narrativo vivo, infatti alcune volte lasciamo addirittura che siano i nostri interlocutori, i nostri protagonisti protagonisti a parlare. Abbiamo realizzato questo libro proprio per non dimenticare e per far capire quanto sia importante anche tra noi giovani ricordare questa piaga che ha colpito Firenze, ma in quegli anni colpiva tutta l’Italia. Abbiamo raccolto diverse testimonianze dei presenti e anche di chi ha lavorato successivamente alle indagini. Un intero capitolo è stato ovviamente dedicato alle vittime, perché è a loro che va il nostro libro e vi posso garantire che scrivendo questa parte ho avuto i brividi, avevo le lacrime agli occhi a pensare alla famiglia che è stata straziata, al giovane ragazzo studente di architettura che era poco più grandedi me di 22 anni, la cui vita è stata portata via. È stata davvero un’esperienza fantastica e credo che mi rimarrà impressa per tutta la vita, infatti voglio ringraziare veramente tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo libro e spero che, anche negli anni futuri, chi ci sarà dopo di me possa continuare con questo progetto che purtroppo non posso definire “bello” per quello che è successo ma che sicuramnete lascerà un segno a chi ne fa parte. Questo libro si può quindi dividere in due parti. La prima parte narrativa, dove costruiamo i fatti, dove raccontiamo cosa è successo dopo la tragica notte e poi l’ultimo capitolo della prima parte nel quale parliamo delle vittime. C’è poi una seconda parte che è quella più tecnica che si occupa dei processi e delle sentenze che sono state emanate, con l’aggiunta della “Lectio magistralis” dell’avvocato Danilo Ammannato e anche con l’inserimento di alcuni documenti per intero. Infine sono stati inseriti alcuni articoli che abbiamo fatto noi ragazzi del Leomagazine proprio sulla strage. In parallelo al libro è stato portato avanti anche un video del quale parleranno i miei due colleghi Filippo Sanzò ed Edoardo di Rocco. Ringrazio i presenti e spero che la memoria rimanga sempre viva e che si arrivi finalmente a una verità.”
Successivamente ha preso la parola il referente della cultura e membro dello staff del Leomagazine Filippo Sanzò:
“Io come ha già detto Edoardo ho lavorato a questo progetto più che altro occupandomi del video e della raccolta del materiale per il libro. Il video va abbastanza di pari passo con quello che è il filo conduttore del libro che è appunto ripercorrere quello che è stato il percorso dal ’93 fino ai giorni nostri, soprattutto dal punto di vista processuale. Il video si articola su una serie di interviste a delle figure chiave dell’epoca come ad esempio il vicesindaco di allora di Firenze Giovanni Valacchi. Personalmente conoscevo dell’attentato dei georgofili del ’93 anche prima di aderire a questo progetto ma solamente per sentito dire e invece grazie a questo progetto ho avuto la possibilità di inserirmi all’interno di questo processo, di capire tutti i meccanismi che ci sono dietro le quinte, se così si può dire, dell’organizzazione mafiosa e ne sono rimasto abbastanza scioccato. Il nostro dovere, soprattutto noi giovani, è quello di marcare questo senso e questa ricerca di giustizia che non deve mai venire meno perché la finalità ultima del libro e del video è quella della ricerca della verità che purtroppo è ancora lontana dall’essere totalmente svelata. Il nostro contributo non è assolutamente definitivo ma noi ce l’abbiamo messa tutta e speriamo di aver fatto un buon lavoro, e che vi possa interessare. Grazie a tutti.”
Altro membro dello staff che è intervenuto è stato Edoardo di Rocco, referente del settore sport:
“Questa è stata un’esperienza fantastica anche se abbiamo raccontato una tragedia che, come ha detto Filippo, anche io non conoscevo nel dettaglio ma che comunque ha colpito molto la città. La parte che mi ha colpito di più è stata la fragilità della vita, infatti quando siamo andati a raccogliere i documenti e ad intervistare sia il vicesindaco Valacchi che uno dei carabinieri che intervenne il giorno dopo la strage, mi ha colpito il fatto di come questa famiglia sia stata distrutta e come fino alla sera prima si trattasse di una famiglia come tutte le altre ma da un giorno all’altro è scomparsa definitivamente oppure anche lo studente, un ragazzo molto giovane che quella sera stava studiando. Sicuramente questa è stata una parte molto emozionante e commovente e abbiamo cercato appunto di ricostruire i motivi e le ragioni che hanno portato a questa strage partendo da quella notte fino al processo. È stata un’esperienza da ripetere e spero appunto che anche i nostri successori possano rivivere, è stato abbastanza difficile come lavoro però noi ce l’abbiamo messa tutta per arrivare il più vicino possibile alla verità e spero che ci siamo riusciti. Ringrazio di nuovo tutti quanti.”
L’attrice e regista Tiziana Giuliani ha poi presentato lo spettacolo “Sventrati, vivere sopra. Per le vittime di tutte le stragi” in scena la sera stessa al teatro comunale Niccolini, spettacolo parte dell’evento contro le mafie.
Infine, l’assessore alla cultura Maura Masini ha ricordato come sia importante che quella fiamma ,accesa dalle associazioni, debba essere tenuta viva. L’assessore ha poi concluso ringraziando i ragazzi e ricordando la sua esperienza come lavoratrice presso gli Uffizi che si trovò per le mani alcune delle opere danneggiate dall’esplosione, ancora ricoperte da schegge di vetro dopo anni.