Franco Battiato è stato un uomo ed un artista eclettico; cantautore, pittore e regista che ha portato una vera e propria rivoluzione artistica influenzando e cambiando in qualche modo la musica italiana non commerciale. È stato da molti definito come “Maestro”, in quanto grande artista all’avanguardia capace di innovare e sperimentare. Ha preso i vecchi canoni e li ha fatti suoi reinterpretandoli. Anche se i suoi testi sono stati spesso ritenuti eccessivamente ermetici, tali osservazioni non hanno mai convinto l’artista a cambiare rotta.
Franco nacque il 23 Marzo del 1945 a Ionia in provincia di Catania. Frequentò il Liceo Scientifico “Archimede” di Acireale e, dopo aver conseguito la maturità, si trasferì a Roma e in seguito a Milano. Lasciò gli studi universitari per seguire la sua passione musicale e verso la metà degli anni sessanta pubblica per la rivista “Nuova Enigmistica Tascabile” due singoli: il primo riprende un brano di Beppe Cardile e Anita Harris “L’amore è partito”, il secondo la canzone “…e più ti amo” di Alain Barriere.
Nel 1967 partecipò al programma “Diamoci del tu” condotto da Giorgio Gaber e Caterina Caselli. Poiché ad esibirsi c’era anche un altro cantautore Francesco Guccini, per non confondersi Gaber consigliò a Battiato di farsi chiamare Franco anziché con il nome di battesimo. Da lì in poi tutti continuarono a chiamarlo così.
Sempre in quel periodo si accorse che le canzoni poco impegnate e la musica commerciale non facevano per lui, così ebbe un momento di crisi, si avvicinò alla filosofia e alla sperimentazione musicale e divenne il primo in Italia a inserire il sintetizzatore nella musica rock, ovvero uno strumento musicale in grado di generare autonomamente segnali audio, sotto il controllo di un musicista.
Il primo disco rinato di Battiato che stravolse la musica italiana caratterizzato da un sound progressivo e sperimentale fu Fetus (1971), e in seguito Pollution (1972), Sulle corde di Aries(1973), Clic (1974), M.elle le “Gladiator” (1975).
Si cimentò successivamente in un pop con allusioni più colte ed etniche, ne è una dimostrazione “l’era del cinghiale bianco”(1979), album considerato innovativo per riferimenti classicheggianti ed esotici. Nel 1981, “La voce del Padrone” stazionò al vertice della classifica italiana per ben un anno, vendendo oltre un milione di copie. Franco, in questi anni diventò materia di studio per gli intellettuali e fonte d’ispirazione per i musicisti.
Negli anni Novanta intensificò le sue ricerche verso nuove direzioni, a dimostrarlo “Come un Cammello in una grondaia” che è riconosciuto Miglior Disco dell’Anno 1991 nel referendum della stampa specializzata promosso dalla rivista Musica e Dischi.
Nel 2016 insieme ad Alice, pseudonimo per Carla Bissi, partecipò al tour “Battiato e Alice” con tappe quasi tutte sold out con accompagnamento della Ensemble Symphony Orchestra.
Ad agosto del 2019 venne annunciato il suo ritiro dalle scene. Il 18 maggio 2021 morì nella sua casa di Paino di Milo, all’età di 76 anni , dopo che per molto tempo la famiglia aveva sempre voluto mantenere il massimo riserbo sulle sue condizioni di salute. L’amico di Battiato padre Orazio Barbarino, vicino al cantautore negli ultimi mesi di vita, ha dichiarato alla stampa che il musicista soffriva da tempo di una “malattia degenerativa”.
La musica di Franco è stata fonte d’ispirazione per le generazioni future Dalle canzoni ballate anche in discoteca come “Cuccurucucu” o “Centro di gravità permanente” a quelle romantiche come “La Cura” o “E ti vengo a cercare” fino a quelle impegnate come “Povera Patria”.
Oltre che musicista per un periodo, intorno agli anni 90, si avvicinò al disegno e alla pittura. Eseguiva lavori su tele e tavole dorate, usava principalmente la tecnica della pittura ad olio, un esempio sono le copertine e i libretti di Fleurs, Ferro battuto, Gilgamesh. Non amava definirsi pittore, ma più come “un uomo che dipinge”. I critici hanno spesso parlato della sua arte come una reinterpretazione dell’arte bizantina.
Nei primi anni settanta apparì (non accreditato come attore) nel film di Corrado Farina “Baby Yaga”. Collabora componendo colonne sonore in diversi film, ad esempio con Giacomo Battiato in “Una vita scellerata”(1990), “Il giardino dei ciliegi”(1992) di Antonello Aglioti, “I figli degli uomini” di Alfonso Cuarònutilizzando la versione promossa dall’artista della canzone “Ruby Tuesday” dei Rolling Stones. Il cineasta afferma poi: “Battiato mi provoca un’emozione profondissima. Credo che la sua interpretazione sia più bella di quella dei Rolling Stones”.
Aspirò anche alla regia, infatti compose dei videoclip e nel 2003 dirige e scelse le musiche del suo primo film “Perdutamor”, vincitore anche del Nastro D’argento come miglior regista esordiente.
Intervenuto ai microfoni di TV Sorrisi e Canzoni, Battiato parlò qualche anno fa della sua spiritualità e della sua infanzia: “Mia zia, la sorella di mia madre, lavorava come sarta. C’erano dodici, tredici ragazze dai 15 ai 18 anni. Quando sono cresciuto e ho cominciato a fare il musicista, tutti mi guardavano come fossi diventato matto”.
Franco era molto legato alla madre, Grazia Patti, scomparsa nel 1994. Della sua vita privata non si sa molto, non ebbe ne moglie ne figli, non ha mai amato la vita mondana, gli piaceva la sua abitazione a Milo dove per un po’ ebbe come vicino Lucio Dalla. Era credente ma non si identificava in una religione ben precisa, c’è chi pensa si fosse convertito all’Islam, chi al Cristianesimo, in ogni caso era profondamente interessato alla mistica e alla spiritualità e la sua ricerca spaziò tra cristianesimo, sufismo, ebraismo, buddhismo, induismo ed esoterismo nelle loro varie forme, riflettendosi profondamente nelle sue opere.