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Condannato a morte: “non è un libro di storia, è un atto di amore per queste terre”. Riccardo Nencini racconta Dante Alighieri

Riccardo Nencini presidente della Commissione Istruzione, Cultura, Spettacolo e sport del Senato, autore, tra le molte pubblicazioni, di due importanti bestseller su Oriana Fallaci e recentemente di un romanzo storico con protagonista Giacomo Matteotti, è da sempre uno storico attento alle vicende toscane del Medioevo e del Rinascimento. Il politico e scrittore italiano ha pubblicato di recente, in collaborazione con la casa editrice Edizioni Polistampa, un piccolo volume che ci dà un prelibato assaggio di quel viaggio che il Sommo poeta, Dante Alighieri, ha compiuto, fra le terre mugellane, verso la città romagnola di Ravenna. La storia è incentrata su un personaggio diverso dal solito Dante: troviamo, infatti, un protagonista estraneo alla poesia, estraneo a tutto ciò in cui gli studenti battono la testa nelle scuole; nel romanzo di Nencini l’Alighieri si potrebbe definire un ricercato- “per ricercato intendo con la scritta wanted in bella evidenza sul petto, come i fuorilegge del Far West”- costretto a scappare dalle grinfie dei Guelfi Neri, che si erano impossessati della città con l’appoggio di Carlo di Valois, lontano dalla sua Firenze, verso una terra per lui diversa da casa, per sfuggire da una fine tragica. Proprio così, Dante alighieri anche prima di diventare il “Divin Poeta”, ebbe tanti e, soprattutto, potenti nemici. Quello che nel 1302 lo portò a compiere questo viaggio verso Ravenna, fu l’accusa di molti reati, baratteria e l’essere contro la pace fra i tanti, e la conseguente condanna a morte. Il suo nome fu scritto nel Libro del Chiodo, insieme ai nemici della patria, coloro da catturare e mettere al rogo, e i suoi beni furono confiscati. Lui, come altri Guelfi  Bianchi si videro da un giorno all’altro messi in fuga, alla ricerca di un posto in cui rifugiarsi.  Descrivendoci la magnificenza del Mugello, attraverso l’uso di immagini colorate e suggestive e tramite un linguaggio elegante e leggero, Nencini riesce a trasportarci nel 1300 Dantesco, in una storia unica nel suo genere e ricca di personaggi curiosi e intriganti. Le pagine del libro, in tutto sessantatrè, ci immergono in un racconto costruito su  suggestioni, ipotesi e “fioche” tracce rinvenute di recente. Di fatto resta un qualcosa di molto astratto, del quale quasi nulla è certo se non la presenza di Dante nel Mugello, quando ancora sperava nella forza delle armi. Nonostante l’assoluta incertezza dei fatti, Nencini ha voluto comunque rendere onore a queste terre e legare Dante al Mugello, che fu terra di speranza per il poeta fiorentino. Lo storico franco Cardini scrive infatti: “non è un libro di storia, è un atto d’amore per queste terre”.

Libro davvero piacevole da leggere, fornisce un gran numero di informazioni e dettagli curiosi su aspetti della storia di Dante che non vengono insegnati a scuola. La storia è molto avvincente i frequenti sbalzi temporali che si affacciano sul presente aiutano a rendere più chiaro il panorama geografico odierno. Tuttavia in alcuni casi, ci sono troppi nomi di luoghi o strade tutti insieme e questo rende la lettura un po’ difficoltosa e non sempre agevole, soprattutto per chi non conosce queste terre. Il linguaggio usato è elegante, ma di facile comprensione; apprezzabile la prevalenza della paratassi che dona ritmo e non richiede un’alta concentrazione. Nel complesso un ottimo libro , consigliato a chi vuole qualcosa di innovativo e particolare. Un’intrigante storia di un intrigante personaggio che, è bene sottolinearlo sempre, non finisce mai di stupirci.

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