Circa 60 anni fa fu scritta da Bob Dylan la canzone “Blowin’ in the Wind”, pietra miliare del mondo della musica impegnata. La famosa canzone dal contenuto pacifista è considerata emblema dei giovani statunitensi in disaccordo con la politica nazionale che promuoveva i conflitti, come la guerra in Vietnam, in un secolo già segnato dall’odio bellico. Con la canzone si affrontano tematiche che già erano state trattate dai contemporanei del cantante che, sebbene ancora giovane e non personaggio simbolo dell’anticonformismo e dell’impegno sociale, nel ritornello afferma che una risposta a tutte le sue domande sull’esistenza umana e sulla realtà della guerra esiste e si trova semplicemente nel soffio del vento. Troviamo però nel testo anche un senso di frustrazione perché, come spiegò lo stesso autore, c’è chi, pur sapendo di sbagliare, fa finta di non accorgersene. Lo stesso risentimento sta nel vero senso della canzone : riuscirà mai l’umanità a ripudiare veramente ogni forma di guerra? E come? Pur essendoci una risposta, non è detto che effettivamente la si raggiunga, ma resta la speranza che un giorno ciò possa avvenire.
In più occasioni molti musicisti hanno poi dato sostegno alle cause del pacifismo – ricordiamo per esempio John Lennon e Fabrizio de André, oltre a tanti altri cantanti da tutto il mondo – e la musica ci ha uniti e sostenuti nei momenti difficili, facendoci affrontare con maggior maturità e consapevolezza le disgrazie, come anche durante i mesi di quarantena.
Quello che sta succedendo oggi in Russia e in Ucraina è la triste prova che ancora non abbiamo trovato la risposta di cui Bob Dylan parlava, ma – meno male – c’è una grande parte delle popolazioni coinvolte nella guerra che sono convinte della sua mostruosità e insensatezza.
Al di là dei complicati motivi storici, politici e sociali che hanno portato alla guerra e alle gravose conseguenze che vediamo tutti – anche se noi italiani, ad esempio, in modo molto più indiretto rispetto a chi sta provando sulla propria pelle cosa voglia dire essere bombardati in casa, costretti a rinunciare ai diritti fondamentali, e infine abbandonare la nazione di appartenenza – consideriamo che c’è chi oggi per questa ragione sta facendo la vita dei profughi, buia e dolorosa, e non dobbiamo scordarcene.
Oxxxymiron, rapper russo, è sensibile alla drammaticità della situazione e non rimane con le mani in mano : tanto è vero che si è schierato in opposizione rispetto alle direttive delle autorità politiche russe e offre in concreto solidarietà alle vittime dello scontro Russia – Ucraina. Il musicista si è in effetti dimostrato in diverse circostanze dedito all’impegno civico. Non è il solo tra gli artisti russi che fa della musica un mezzo per trasmettere la necessità della pace e l’orrore della guerra – e ciò riesce da una parte a muovere noi, o almeno una gran parte di noi, a valorizzare e riconoscere la preziosità dell’armonia tra le diverse popolazioni e a disprezzare ogni tentativo di sopraffazione, dall’altra mette queste celebrità nella lista nera della Federazione Russa!
A oltre due settimane dallo scoppio della guerra, in un video postato su Instagram – che nientemeno in questo triste contesto si vuole bloccare per i cittadini russi, su decisione dello zar! – il rapper diffonde il messaggio che ha intenzione di trasmettere con il suo team : diamo voce alla contrarietà alla guerra e all’invasione in Ucraina, condivisa da tanti altri esseri umani, russi compresi. L’iniziativa che ha preso è quella di alzare la voce opponendosi alla censura imposta da Putin. In Russia non è infatti legale esprimersi a sfavore della guerra, pena la persecuzione e la repressione. Per questo motivo il cantante, dopo aver cancellato sei concerti sold out in cui si sarebbe esibito, terrà una serie di concerti fuori dal suo paese, il primo dei quali è stato a Instanbul il 15 marzo, dove c’è comunque una comunità russa. L’evento è stato trasmesso in streaming su YouTube, Instagram e Twitch.
La guerra, che il musicista a ragione chiama catastrofe umanitaria, ha purtroppo già fatto molte vittime e stravolto la vita di tanti. Oxxxymiron spiega che ci sono più di 2 milioni di profughi a causa del conflitto e circa 10 milioni di russi contrari ad esso. Proprio in base a questo diffuso dissenso alla guerra, senz’altro positivo, è stata battezzata la succitata serie di concerti come RAW, Russians against War, “Russi contro la Guerra”. Tali eventi saranno di beneficenza, e l’intero ricavato sarà investito in aiuti umanitari per i profughi ucraini, che ad oggi in tanti stanno attraversando il confine polacco per sfuggire all’indicibile crudeltà del conflitto, e di chi lo fomenta. Al termine del suo annuncio il rapper invita tutti a partecipare, a fare donazioni e dunque a essere solidali con chi sta subendo il frutto dell’ostilità. Ostilità tra due popolazioni storicamente legate e adesso più che mai contrapposte in un antagonismo che ci si augura abbia presto fine.