È l’8 marzo 2022, giorno della festa della donna, la data scelta dal Governo per l’attivazione in tutta Italia della codifica MPEG-4 per la trasmissione di tutti i programmi delle emittenti televisive nazionali. Si tratta di un’ulteriore fase del passaggio al nuovo digitale terrestre stabilita nel Piano nazionale di Assegnazione delle frequenze, iniziato il 15 ottobre 2021. Tutti i canali che hanno deciso di rimanere sulla piattaforma trasmetteranno quindi attraverso la nuova codifica, mentre, a causa dei costi troppo alti di adeguamento degli impianti di trasmissione, alcune emittenti locali potrebbero non trasmettere più.

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Il motivo principale che ha spinto verso questa rivoluzione è stato il fare spazio al 5G dei telefoni cellulari, che conquisterà la banda dei 700 MHz, attualmente occupata dai programmi tv del digitale terrestre di prima generazione. Allo stesso tempo il nuovo digitale terrestre permetterà di avere una qualità migliore sia in termini di immagini che di audio.

Perciò verranno via via spostati i canali televisivi su frequenze diverse (in gergo questo processo si chiama refarming), con l’obbligo per le reti TV di passare dalla codifica MPEG-2 a MPEG-4, ossia dal vecchio standard DVB-T al nuovo sistema di codifica del segnale HEVC Main 10; infine il vecchio segnale sarà spento (switch off) e rimarrà attivo solo quello del nuovo digitale terrestre.

Questo significa che probabilmente tra il 7 marzo e il 9 marzo gli impianti TV richiederanno più volte di effettuare la risintonizzazione automatica, in modo da adeguarsi ai nuovi segnali in arrivo. Nel caso in cui qualche canale non trasmettesse, è necessario avviare una risintonizzazione manuale.

In altre parole immagini, video e suoni verranno trasmessi solo in alta definizione (HD) e solo i moderni televisori sono compatibili con questa tecnologia; per fortuna non serve troppo tempo né troppe conoscenze informatiche per verificarlo: infatti, in pochi secondi si può accertare la compatibilità del proprio televisore selezionando i canali test 501, 505 e 507 che corrispondono a Rai 1 HD, Canale 5 HD, La7 HD. Se almeno uno di questi tre canali risulterà visibile in alta definizione vuol dire che l’apparecchio supererà il primo switch off dell’8 marzo 2022. Attenzione però, anche in caso positivo, è necessario un secondo test per verificare anche la compatibilità con lo standard HEVC Main 10 che sarà attivato a partire da gennaio 2023, che consiste nel cercare il canale di test predisposto da Rai oppure da Mediaset, raggiungibile rispettivamente ai numeri 100 o 200 che, in caso di esito positivo, visualizzeranno il messaggio “Test, HEVC Main 10”, altrimenti rimarranno neri. Se gli apparecchi non risulteranno compatibili sarà necessario acquistare un nuovo televisore o un decoder di ultima generazione che dovranno essere certificati per ricevere il DVB-T2 HEVC Main 10.

Più semplicemente potrebbe essere sufficiente ricordare quando è stato acquistato il televisore, poiché a partire dal 22 dicembre 2018 tutti i negozi di elettronica erano già obbligati a mettere in commercio soltanto apparecchi compatibili con il nuovo standard e la relativa codifica.

Il Governo ha previsto due facilitazioni cumulabili tra loro per venire incontro alle famiglie costrette a rinnovare il televisore o il decoder: il bonus decoder da 30 euro, per comprare un nuovo decodificatore, riservato a famiglie con un ISEE fino a 20.000 euro e il bonus rottamazione TV per avere uno sconto del 20%, fino a 100 euro, sull’acquisto di un nuovo televisore, portando indietro il vecchio (senza tetto ISEE).

Di conseguenza il cambio del televisore fa emergere anche un problema di carattere ambientale, ossia quello della sua rottamazione e relativo smaltimento che, se non fatto correttamente, può avere un impatto significativo sull’ambiente, trattandosi di materiale inquinante e poco riciclabile; quindi la sostituzione andrebbe fatta solo se effettivamente necessaria.

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