Lo stato d’emergenza
Da come è stato riferito dal consiglio dei ministri, sembra ormai evidente che, osservando la curva dei contagi, il numero dei positivi stia diminuendo e che molto probabilmente tra circa 45 giorni finirà lo stato di emergenza per quanto riguarda la pandemia Quest’ultimo è una misura che permette al Governo e alla Protezione Civile di agire con poteri straordinari o speciali, consentendo all’esecutivo di utilizzare procedure più veloci per l’approvazione delle leggi o decreti, inoltre consente anche di ricorrere ai Dpcm che non vengono approvati dal Parlamento. C’è però un nuovo stato di emergenza sino al 31 dicembre ma non ha nulla a che fare con misure sanitarie: è infatti legati al recente scoppio della guerra russo -ucraina e riguarda le misure di assistenza alla popolazione ucraina e una eventuale crisi energetica.
In sostanza, terminato lo stato di emergenza, avremmo un ritorno al periodo prima del Covid. Il governo non avrà più poteri straordinari per derogare le leggi o normative per motivi sanitari, si perderanno anche i colori che sono tuttora attribuiti alle regioni, ed i Governatori non potranno più decidere regole più restrittive di quelle già imposte da palazzo Chigi.
Cosa potrebbe accadere il 31 marzo
Inoltre, la Camera, il 16 febbraio 2022, ha approvato (con 452 voti favorevoli e 53 contrari) la questione di fiducia che era stata posta dal Governo sul decreto legge che proroga fino al 31 marzo lo stato di emergenza. Con la variante Omicron il numero dei casi positivi sta diminuendo continuamente.
Da considerare è anche il fatto che la vita e le azioni dei cittadini siano state condizionate, dall’inizio della pandemia, da misure restrittive, come il green pass. Molti tutt’ora si chiedono quando il certificato verde sarà abolito.
“Credo che sia uno scenario possibile, dobbiamo completare la somministrazione delle terze dosi ma con questo ritmo per marzo potremmo aver finito e così si potrà aprire uno scenario con meno misure restrittive” Ha riferito così il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ospite di “Radio Anch’io” su Rai Radio 1.
Aggiunge poi: “il virus c’è ancora e dobbiamo fare un ultimo sforzo per portare il Paese fuori da questa situazione e l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50 va in questa direzione”.
Anche il presidente della regione Toscana Eugenio Giani, rispondendo all’iniziativa proposta dal presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, dice: “Se calano i contagi potremmo fare a meno del green pass” ,
Giani afferma ciò basandosi sul fatto che la Toscana è attualmente la regione più immunizzata d’Italia dato che l’88% della popolazione vaccinata comprende anche bambini, e con coloro che hanno preso il Covid c’è una percentuale di immunizzazione che arriva al 95% della popolazione. “Nonostante ciò dobbiamo essere cauti” aggiunge Giani dicendo che la possibilità dell’eliminazione del green pass, non è da considerare come la scomparsa della malattia.
Il calo delle terze dosi
Al Governo, nonostante il calo dei contagi, non sfugge però il corrispondente calo delle vaccinazioni. Infatti, osservando i dati di Lab24, si può notare che, per quanto riguarda le terze dosi, le vaccinazioni fatte nella settimana del 10-16 febbraio erano 530mila, mentre quelle della settimana successiva erano 245mila.
Proprio per questo motivo è probabile che l’obbligo di vaccinazione per gli over 50, italiani e stranieri, che doveva scadere il 15 giugno, venga prolungato anche fino al prossimo autunno.
Green Pass, cosa cambia dal 15 giugno
L’addio al green pass potrebbe arrivare proprio poco prima dell’inizio dell’estate: il 15 giugno, quando scadrà l’obbligo delle vaccinazioni per gli over 50.
Molti però, giustamente, vogliono essere cauti, proprio perché temono una risalita della curva dei contagi. “Io rimanderei la decisione sull’abolizione all’autunno o almeno ai primi di giugno” dice così il virologo Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive all’ospedale di Pisa. Secondo Menichetti infatti dovremmo “trovare un equilibrio tra sicurezza e libertà” così da non ricadere all’indietro.