Tom Brady si ritira. Il più grande giocatore della storia della NFL (National Football League) abbandona i campi da gioco, quei campi in cui ha scritto pagine indelebili di storia sportiva trascinando le sue squadre al successo. Brady ha vinto 7 Super Bowl (su 10 giocati), più di ogni altro giocatore e più di tutte le franchigie del campionato. Ha trionfato 6 volte con i New England Patriots e una con i Tampa Bay Buccaneers. È stato 3 volte MVP (miglior giocatore) della stagione e 5 volte MVP della finalissima. Si ritira dopo 22 anni, andandosene come primatista per yards di passaggio (84.250), per numero di touchdown (624) e per vittorie complessive.
Questi dati statistici non bastano però a raccontare cosa Tom Brady è stato per il football americano. Il quarterback californiano ha dominato la scena per 22 anni. Ha avuto praticamente due carriere di 11 anni che prese singolarmente sarebbero entrambe da Hall of Fame. Ha scritto la storia a Boston, con i Patriots, poi è andato a Tampa con una mossa che ha sconvolto l’intero panorama della NFL e ha portato una squadra di basso livello sul tetto d’America.
Se non si conoscesse la storia si potrebbe pensare che Brady fosse un predestinato, un giovane ragazzo ritenuto da tutti un futuro campione. Invece non è così. Al Draft del 2000 (evento in cui le squadre scelgono i giocatori provenienti dalle università) venne scelto al sesto giro, 199° in assoluto dopo ben 5 altri quarterback. Insomma, l’entusiasmo per il suo arrivo non era di certo alle stelle. Il videogioco Madden NFL 2001 non inserì nemmeno il suo nome e il suo avatar all’interno del gioco. Ovviamente è presente nelle edizioni successive ed è stato sulla copertina del gioco per le uscite del 2016 e del 2021 (quest’ultima insieme a Patrick Mahomes, quarterback dei Chiefs). Nel rapporto scritto in occasione di quel Draft, gli osservatori lo definirono «sveglio e intelligente, con caratteristiche da leader, calmo e misurato in ogni situazione» ma anche «magro e smilzo tanto da sembrare un grissino, senza presenza e forza fisica, con scarsa mobilità e in difficoltà a improvvisare» I giudizi erano veritieri, Brady non dimostrava nessuna grande dote atletica, ma era in grado di fare la differenza con la testa. In virtù dei traguardi raggiunti, gli analisti considerano Brady la migliore scelta al draft di tutti i tempi.
Anche ai tempi del college non era ritenuto all’altezza, a Michigan dovette aspettare due anni in panchina prima di diventare titolare e guidare la squadra a una vittoria dell’Orange Bowl su Alabama, lanciando per 369 yard e 4 touchdown. Le statistiche di Brady al college erano buone ma non eccezionali, faceva il suo, mostrando il meglio nei finali delle partite. Al primo anno in NFL ha fatto da riserva a Drew Bledsoe. Poi, nel 2001, un infortunio del titolare durante un match contro i Jets (rivali dell’AFC East) gli dà l’opportunità che cercava. Da lì è nata la leggenda. Grande conoscenza del gioco, sangue freddo in ogni situazione, in 20 anni ha portato i Patriots per 9 volte al Super Bowl vincendone 6. A Boston, Brady ha dato vita a una gloriosa dinastia insieme a Bill Belichick, uno dei più grandi head coach della storia della NFL. Belichick, come allenatore, detiene il record per il maggior numero di presenze e vittorie nel Super Bowl e il record per il maggior numero di vittorie ai playoff (31).
Intorno alla squadra si crea la filosofia del “Patriot Way”: si pone l’attenzione sulla responsabilità personale e si predilige il successo della squadra rispetto al guadagno personale. Il merito dei successi del gruppo è sempre stato motivo di dibattito e il motto “Patriot Way” viene attribuito da molti al metodo di allenamento di Belichik mentre da altri alle abilità di Brady in campo. Probabilmente la verità è una via di mezzo, l’ex running back dei Patriots Kevin Faulk ha spiegato su The Players Tribune: “Alcune persone dicono che è il modo in cui l’allenatore Belichick gestisce la squadra, predicando la responsabilità e ponendo una forte enfasi sul fare il proprio lavoro. Alcuni dicono che sia il nostro stile di gioco, con Tom Brady come quarterback. Ma sinceramente, non è né l’uno né l’altro.
The Patriot Way non riguarda nient’altro che vincere, amico.
Questo è tutto.“
Tom Brady non era né il più veloce né il quarterback con il braccio più potente. Potrebbe quasi sembrare una persona comune, abbastanza alta. Ma essere il miglior giocatore della storia non significa essere il più veloce o il più forte, quello che conta più di ogni altra cosa è l’aspetto mentale, e Brady su questo era imbattibile. Il quarterback stesso ha riconosciuto di essersi sempre sentito più preparato mentalmente che fisicamente. Quello che convinse i Patriots a sceglierlo al sesto giro del Draft non furono affatto le doti atletiche (lui stesso ironizza sulle sue pessime performance giovanili) bensì la sua comprensione del gioco da offense cordinator (allenatore che gestisce la fase offensiva).
Dopo 20 anni di successi memorabili, i tifosi dei Patriots erano sicuri che Brady rinnovasse il contratto per continuare insieme il cammino verso altre vittorie. Ma a grande sorpresa lascia Boston e firma un contratto biennale con i Tampa Bay Buccaneers. Il quarterback, al tempo quarantaduenne, chiedeva alla dirigenza dei Patriots i soldi che sentiva di meritare (non pochi) e la garanzia che avrebbe giocato nella squadra fino al 2022. La visione della società era diversa, i colloqui divennero controversi e, dopo un anno di riflessioni, Brady ha lasciato quella che è stata la sua casa per due decenni. Il quarterback californiano è andato a Tampa firmando un contratto da 50 milioni di dollari per due anni. Gisele Bundchen, modella brasiliana moglie di Brady, commentò il trasferimento con queste parole: “Gli ultimi due anni sono stati molto difficili per lui sotto tanti punti di vista. Amava così tanto i Patriots… voleva solo giocare, sentirsi apprezzato e divertirsi, Brady non stava solo cercando di vincere il Super Bowl, voleva anche sentire che il suo lavoro veniva apprezzato”.
A quel tempo il quarterback si definiva “eccitato, umile e affamato”: la nuova sfida non lo spaventava. L’impatto che ha avuto sui Buccaneers è stato clamoroso. È riuscito a trasformare una squadra che era finita ultima di division 7 volte negli ultimi 9 anni in una squadra capace di regalare emozioni inimmaginabili ai suoi tifosi. I Buccaneers, dopo una stagione memorabile hanno trionfato nella 55a edizione del SuperBowl contro i Kansas City Chiefs, campione uscenti, per 31 a 9. Secondo titolo nella storia dei Buccaneers e settimo anello per Brady, premiato come MVP della finalissima e autore di una prestazione da 201 yard e 3 touchdown lanciati.
Questa stagione si è conclusa al secondo turno dei playoffs contro i Los Angeles Rams. I Buccaneers hanno perso 30-27 dopo che Brady aveva rimontato uno svantaggio di 24 punti con un’impresa straordinaria. Tuttavia la difesa di Tampa lo ha tradito, cadendo di schianto e concedendo agli avversari la vittoria sul finale di partita. Una simile rimonta (con esiti migliori per Brady) è avvenuta alla 51° edizione del Super Bowl, quando i Patriots sconfissero gli Atlanta Falcons rimontando uno svantaggio di 25 punti a meno di 9 minuti dal termine del terzo quarto. Si tratta della maggiore rimonta avvenuta durante un Super Bowl ed è la più grande impresa della carriera di Brady che portò a casa il quinto anello e, con la nomina a MVP dell’incontro, divenne il primo giocatore a ottenere questo riconoscimento per quattro volte.
La notizia del ritiro era stata anticipata da ESPN, emittente statunitense, e ripresa subito dai giornali di tutto il globo. Il quarterback ha confermato la notizia pochi giorni dopo con una lettera pubblicata sui suoi profili social: “Sono sempre stato convinto che il football sia uno sport da all-in e se non c’è un impegno al 100% non avrai successo. E il successo è ciò che amo più di ogni altra cosa di questo sport. È la sfida fisica, mentale ed emozionale di ogni singolo giorno che mi ha permesso di rendere al massimo del mio potenziale. Negli ultimi 22 anni ho provato a fare il massimo perché non ci sono scorciatoie per il successo, sul campo come nella vita. È difficile scrivere questo per me, ma eccoci qui: non avrò più quella dedizione e quell’impegno alla competizione. Ho amato la mia carriera NFL e ora per me è tempo di dedicare il mio tempo e la mia energia ad altre cose che richiedono la mia attenzione”. Il riferimento è alle attività imprenditoriali di Brady e soprattutto alla moglie e ai figli che ora potrà godersi appieno. Brady, in seguito, ringrazia i compagni dei Buccaneers, gli allenatori, i tifosi e la proprietà. Nessun “grazie” invece per i compagni dei Patriots, nemmeno per Bill Belichik. I Patriots dal canto loro hanno omaggiato il quarterback sui social, del resto stiamo parlando del più grande giocatore di football della storia e di uno dei più grandi sportivi mai esistiti, un saluto è il minimo.