“E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire”.
Queste sono le parole che Primo Levi, scrittore italiano superstite dell’Olocausto, pronunciò riguardo ciò che lui stesso visse in prima persona. Parole di terrore, paura, sentimenti provati all’interno dei campi di concentramento e che devono essere trasmessi a tutti, per evitare che ciò possa accadere di nuovo.
Il 27 Gennaio ovviamente non è una data casuale, in quanto esattamente settantasette anni fa fu liberato il campo di concentramento nazista di Auschwitz dall’Armata Rossa. Tale campo fu responsabile di circa 1 milione di morti, ed è quello in cui sono stati uccisi più deportati in assoluto.
Le violenze contro gli ebrei iniziarono con l’ascesa al potere di Hitler, proseguirono con le Leggi di Norimberga del 1935 e raggiunsero il culmine con l’inizio della seconda guerra mondiale. La decisione riguardo la “Soluzione Finale” avvenne il 20 Gennaio 1942, quando a Wannsee, presso Berlino, 15 importanti personalità del regime nazionalsocialista si riunirono in una villa, dove organizzarono il massacro della popolazione ebraica. Tale piano consisteva nella reclusione di tutta la popolazione all’interno di campi di concentramento, al fine di creare un Reich, un impero, libero da ebrei. I campi, dotati di forni crematori e di camere a gas. Quei campi, causarono la scomparsa di oltre 6 milioni di ebrei.
Firenze stessa fu protagonista di una “Razzia”, la quale avvenne il 6 Novembre 1943. In tale data infatti i nazisti avviarono la cattura, e la conseguente deportazione degli ebrei fiorentini.
Era un Sabato, giorno di preghiera per gli ebrei, e la sinagoga fiorentina stava ospitando numerosi fedeli raccolti in preghiera. Prelevati dal luogo di culto, essi vennero catturati e trasportati fino al luogo prestabilito per la loro raccolta.
Le SS naziste prelevarono gli ebrei anche dalle loro abitazioni, servendosi di elenchi contenenti gli indirizzi di tutta la popolazione ebraica Fiorentina. Gli arresti furono centinaia, e vennero tutti deportati nel campo di Auschwitz. Dopo un viaggio stremante di 5 giorni, solo un terzo di loro vennero ammessi al campo dopo la selezione, mentre gli altri vennero subito uccisi. Di tutti gli Ebrei deportati dopo la “Razzia di Firenze”, solo 15 fecero ritorno.
Nel territorio italiano, vi fu un unico vero campo di sterminio, situato nei pressi di Trieste, ed è noto come la “Risiera di San Sabba”, nella quale sono state rinvenute celle, zone di uccisione dei deportati e vi è stato utilizzato anche un forno crematorio. Il territorio era amministrato dal commissario Friedrich Rainer, nonostante si trattasse di suolo italiano. Al suo interno, vennero uccise fra le 3000 e le 5000 persone. Nell’Aprile del 1945 i nazisti organizzarono l’esplosione del forno crematorio, per tentare di cancellare le prove di una sua eventuale esistenza, ma a testimoniare il fatto che la presenza di esso era stata reale, vi sono comunque resti di ceneri umane e ossa, oltre ovviamente i racconti dei sopravvissuti.
A partire dal 2000 in Italia, e dal 2005 in tutto il mondo, il giorno della memoria è dunque diventato il simbolo del ricordo di questa tragedia che ha colpito l’umanità, per far si che non venga mai dimenticato tutto il dolore causato a intere famiglie, sterminate dalla crudeltà nazista. La giornata contro qualsiasi tipo di odio però, non basta a eliminarlo del tutto. Se per esempio a Firenze, per far si che la memoria di quanto accaduto rimanga sempre viva in tutti noi, per imparare da essa, vengono organizzati ogni anno eventi, come la cerimonia di presentazione del murales dedicato ad Anna Frank, che si è tenuta il giorno 26 Gennaio 2022, dall’altra parte del mondo, qualcosa di molto simile all’olocausto sembra non volersi fermare.
In Cina infatti, dal 2017, oltre un milione di persone, prevalentemente di religione musulmana, è stata prigioniera del governo cinese e rinchiusa all’interno di “centri educativi” per motivazioni a dir poco strane, come indossare abiti religiosi, viaggiare all’estero, o semplicemente essere persone “inaffidabili”. Le condizioni di vita all’interno di questi campi sono paragonabili a quelle di un detenuto, vi sono frequenti torture psicologiche e fisiche, per cercare di rieducare tali persone, facendo perdere loro la tradizione musulmana in favore di quella cinese.
Questo è un esempio del perché la giornata della memoria è sempre di più una giornata fondamentale, perché non tutti gli uomini sono capaci di imparare dagli errori della storia, e se ancora oggi esistono fenomeni simili a quelli che si verificano in Cina, vuol dire che dovremmo ricordare ancora di più, perché così non è ancora sufficiente per cambiare la mente delle persone.