Sabato 22 gennaio è stata indetta una inaspettata conferenza stampa al teatro del Maggio Musicale Fiorentino, tenutasi nel nuovissimo auditorium Zubin Mehta; Il perché questa conferenza fosse stata convocata era decisamente un mistero per la maggior parte dei partecipanti, che infatti fino a poche ore prima non sapevano di cosa si trattasse.
Non appena entrati nella bellissima sala però il mistero è stato svelato: Il maestro Zubin Mehta, colui che ha dato il nome all’auditorium, era presente questa volta non per dirigere uno spettacolo ma per annunciare la cospicua donazione fatta nei confronti del teatro.
Stiamo parlando di una cifra assolutamente iperbolica: un milione di dollari, sotto forma di azioni Tesla, che il maestro di origini indiane e la moglie Nancy Kovack hanno deciso di donare al teatro fiorentino.
Alla conferenza erano presenti ovviamente il sindaco Dario Nardella e il sovrintendente Alexander Pereira, in qualità di rappresentanti delle due grandi istituzioni che intendevano ringraziare la famiglia Mehta per la loro generosità, cioè la città di Firenze e il teatro del Maggio.
Ultimi partecipanti ma non certo per importanza, i due coniugi donatori.
La prima parola è spettata al sovrintendente Pereira, che ha aperto le danze e fatto gli “onori di casa” ricordando quanto sia stata importante la figura del maestro Mehta per la storia del suo teatro, e di quanto sia stata giusta e appropriata quindi la scelta del nome da dare alla sala addetta alle produzioni sinfoniche (e non solo).
“Per me era chiaro fin dal primo momento che l’unica persona che meritasse di dare un nome a questa sala fosse Zubin Metha che per trentacinque anni è lo spiritus rector di questo teatro”, afferma infatti il sovrintendente, che poi prosegue : ” Il destino ha voluto molto bene a Zubin, perché la sala non è divenuta una sala qualunque, ma è diventata una delle sale più belle del mondo, e non lo dico solo perché sono sovrintendente del Maggio, ma perché questa sala è una vera e autentica meraviglia, un regalo ai Fiorentini, ai Toscani e a tutto il mondo.”
Dopo la presentazione e il sincero ringraziamento di Pereira la parola è stata presa dalla moglie Nancy, che si è rivelata incredibilmente entusiasta e felice della donazione fatta con il marito, e che si è espressa con profonda e commuovente sincerità, su quanto sia indispensabile per lei il ruolo della cultura nella civiltà moderna.
Dopo la precedente donazione di mezzo milione di euro di Maria Manetti Shrem, un’altra donna, o meglio un’altra coppia, si ascrive al “registro dei benefattori del teatro”, dando un fondamentale aiuto al mondo culturale, che in questo periodo storico ne ha decisamente bisogno, e facendo del mecenatismo in una città che è stata edificata su tale concetto.
Non c’era nessuna “affettazione” nelle parole di Nancy, o volontà di apparire agli occhi dei più come colei che ha fatto la più grande donazione della storia di questo teatro. Solo un sincero ringraziamento verso l’istituzione, per il riconoscimento mostrato nei confronti dell’amato marito con l’intitolazione della sala, e amore sincero per la cultura, con la speranza che il suo cospicuo investimento venga impiegato costruttivamente per il teatro stesso.
“History, in the case of every civilization that secures themselves, continued. I thought that it is rather obvious but it was meaning that security was the prime aspect of every civilization and with that population, we have history; and someone then said:” Wouldn’t it be wonderful if we had another view and we didn’t define history with how many people killed how many people and the ones who were saved, but with how we progress and how we change our hearts , a perception to events, to a higher- levelled plot.”
(La storia nel caso di ogni civiltà che si assicura è continuata. Ho pensato che fosse piuttosto ovvio, ma significava che la sicurezza era l’aspetto principale di ogni civiltà e con quella popolazione abbiamo una storia; e qualcuno poi ha detto: “Non sarebbe meraviglioso se avessimo un altro punto di vista e non definissimo la storia con quante persone hanno ucciso innocenti e quante persone sono state salvate, ma con come progrediamo e come cambiamo i nostri cuori , una percezione degli eventi, di una trama di livello superiore.) Per farla breve, ciò che dovrebbe contare davvero per Nancy è l’evoluzione di un pensiero di una civiltà, non le azioni, il più delle volte barbariche, che scandiscono le pagine di storia.
La parola è stata poi presa dal sindaco Nardella, che ha riassunto e tradotto in italiano le parole della signora Mehta e ha ringraziato di cuore gli sposi per la loro generosità verso la città e il mondo della bellezza. Il suo ringraziamento si è trasformato poi in un pubblico appello verso tutti i grandi ricchi della terra, primo tra tutti proprio il CEO di Tesla Elon Musk, visto che la somma è stata versata proprio sottoforma di azioni Tesla, chiedendo a questi una mano per la progressione della cultura.
Infine è stato il direttore Zubin Mehta a chiudere la conferenza, esprimendo tutta la felicità per l’investimento fatto.
Ha anche rapidamente elencato insieme a Pereira alcuni degli impegni che lo legheranno al teatro del Maggio per i prossimi tre anni, tra cui spiccano interessantissime produzioni come il Le nozze di Figaro o la Carmen, chiudendo poi repentinamente la questione per non fare troppe anticipazioni su progetti futuri che saranno svelati a tempo debito dal teatro stesso.
Un applauso sonoro e caloroso deve andare logicamente ad un uomo come Zubin Mehta, che nonostante il contributo immortale che ha già fornito al mondo dell’arte, continua ancora, sia con il suo talento di direttore sia per mezzo delle sue finanze, a fare del bene con lo stesso entusiasmo con cui ha iniziato agli albori della sua carriera.
In modo non dissimile da quello di Giuseppe Verdi, che ad ottant’anni ha incantato il mondo con l’energia e la voglia di fare di un ragazzino, componendo insieme ad Arrigo Boito quel capolavoro del Falstaff.
Grazie quindi maestro Mehta per tutto quello che ha fatto e che sta facendo, anche se il vero ringraziamento verremo a darglielo per mezzo degli applausi durante la sua prossima opera o concerto.