È morto nella notte fra il 10 e l’11 gennaio, all’età di 65 anni, David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo. Il decesso è avvenuto a causa di una grave complicanza determinata da una disfunzione del sistema immunitario. Era ricoverato nel centro oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone dallo scorso 26 dicembre. La sua scomparsa ha suscitato cordoglio da parte di tutte le istituzioni, unite nel definire Sassoli una persona buona, corretta, di alto profilo. Accanto a lui, fino all’ultimo momento, ci sono stati la moglie, Alessandra Vittorini, storica dell’arte e ora Direttore della Fondazione scuola dei Beni e delle attività culturali, e i figli Giulio e Livia.
Diversi anni fa, Sassoli era stato colpito da un mieloma, un tumore del sangue, ed era stato sottoposto a un trapianto di midollo e dal mese di settembre, fino a novembre, Sassoli aveva contratto una polmonite da legionella che lo aveva costretto ad un primo ricovero.
Sassoli era nato a Firenze il 30 maggio del 1956 da padre fiorentino e madre pratese. Proprio da suo padre Domenico, intellettuale e giornalista, aveva preso la passione del giornalismo ed aveva intrapreso quel tipo di percorso. Lo ricordiamo agli esordi in Rai nel 1992 come inviato di cronaca per il Tg3 per approdare nel 1999 nella redazione del Tg1 come inviato speciale e successivamente diventarne conduttore nell’edizione delle 13.30 e, più tardi, di quella delle 20. Nel 2007 Sassoli era divenuto vicedirettore del Tg1, nonché dei settimanali di approfondimento Speciale Tg1 e Tv7.
Nel 2009 aveva lasciato la carriera giornalistica per intraprendere quella politica candidandosi al Parlamento Europeo con il Pd. Si candidò come sindaco di Roma nel 2013 ma, superate le primarie davanti a Paolo Gentiloni, subì la sconfitta da parte di Ignazio Marino. Nel 2014 venne nominato Vice-presidente della Ue fino al 2019 quando, il 3 luglio, venne eletto Presidente, con 345 voti, al secondo scrutinio, con il sostegno dei gruppi europeisti.
Ecco uno stralcio del discorso di Sassoli per l’insediamento alla presidenza della Ue.
«Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento. La difesa e la promozione dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà deve essere perseguita ogni giorno dentro e fuori l’Unione Europa».
E ancora: «Sia chiaro a tutti che in Europa nessun governo può uccidere, che il valore della persona e la sua dignità sono il nostro modo per misurare le nostre politiche. Che da noi nessuno può tappare la bocca agli oppositori, che i nostri governi e le istituzioni europee che li rappresentano sono il frutto della democrazia e di libere elezioni».
Sassoli era agli sgoccioli del suo mandato ed infatti il suo incarico sarebbe scaduto a giorni: la prossima settimana la riunione plenaria dell’Europarlamento si riunirà a Strasburgo per eleggere il suo successore.
Con un tweet in italiano la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha espresso il suo dolore: «Sono profondamente rattristata dalla morte di un grande europeo e italiano. David Sassoli è stato un giornalista appassionato, uno straordinario Presidente del Parlamento europeo e soprattutto un caro amico. I miei pensieri vanno alla sua famiglia. Riposa in pace, caro David».
A Sassoli vengono riconosciute grandi capacità di mediazione e di dialogo, sempre pronto a cercare un punto di intesa proprio per evitare qualsiasi scontro inutile. Ha preferito ad esempio rimanere in silenzio e non rispondere a determinate polemiche che circolavano in rete e che, a seguito del peggioramento del suo stato di salute, alludevano ci fosse un nesso con il vaccino anti Covid-19. Ultimamente a causa della pandemia, Sassoli era riuscito a fare in modo che, per la prima volta nella storia del Parlamento europeo, le votazioni e gli incontri potessero avvenire da remoto, proprio per non fermare l’attività e chiudere del tutto.
Fiorentino di nascita ma romano di azione, si sa che era un amante del giardinaggio e della buona lettura e quando poteva si ritirava nella sua casa a Sutri circa 30 chilometri da Roma.
Giovedì 13 gennaio in Campidoglio si aprirà la camera ardente per l’ultimo saluto mentre i funerali si terranno sempre a Roma venerdì 14, alle ore 12 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.