Oggi, 8 gennaio, è il 380° anniversario della morte di Galileo Galilei, nato a Pisa il 15 febbraio 1564. Egli fu filosofo, astronomo, fisico e matematico, è considerato il padre della scienza moderna.
Galileo nacque da Vincenzo Galilei, un musicista della Camerata dei Bardi, e Giulia Ammannati; la famiglia Galilei non aveva origini importanti, mentre quella della madre, la famiglia Ammannati, era una famiglia artigiana, ma dagli illustri trascorsi. Galileo non dimostrò particolare interesse per gli studi di medicina presso l’università di Pisa che ha successivamente interrotto senza conseguire alcun titolo, ma, dopo essersi trasferito a Firenze, continuò i suoi studi sotto la guida di Ostilio Ricci, un celebre matematico italiano, ed in seguito come autodidatta, arrivando ad insegnare a Firenze e a Siena. Galileo fu insegnante anche presso l’università di Bologna, pochi anni dopo a Pisa e poi all’università di Padova.
Sono stati rinvenuti suoi frammenti e sue opere, riguardanti i suoi studi e le sue scoperte, come il trattato “la bilancetta”, un progetto della bilancia idrostatica, dei frammenti del “De Theoremata circa centrum gravis solidorum” sulla determinazione dei baricentri e fece anche degli studi sulla meccanica e sulla scienza del movimento. Per tutte le sue scoperte Galileo ha adottato il metodo scientifico, che si serve dell’esperienza e del ragionamento logico, arrivando alla formulazione di un’ipotesi e da lì, tramite il ragionamento, si arriva alla dimostrazione di questa.
Uno dei suoi lavori più importanti fu il perfezionamento del cannocchiale, per altro già esistente nella forma più elementare e capace di ingrandire di solo 3 volte gli oggetti, ma Galileo riuscì a portare il fattore di ingrandimento a 30 volte. Grazie a questa scoperta egli fu in grado di osservare i corpi celesti, scoprendo delle caratteristiche non ancora note, come gli avvallamenti sulla superficie della Luna, quattro satelliti che orbitano intorno a Giove, scoprì che la Via Lattea è costituita da un ammasso di piccole stelle, osservò poi Saturno ma non riuscì a riconoscere gli anelli che questo pianeta aveva intorno a sé. Infine sempre tramite l’osservazione, capì che Venere ha delle fasi, proprio come la Luna.
Un altro progetto nel quale Galileo impiegò molti anni della sua vita fu la confutazione della teoria geocentrica o tolemaica, ormai accettata e diffusa da secoli in tutto il mondo sia occidentale che orientale, sostenendo la teoria copernicana basata sull’eliocentrismo, arrivando a mettere in discussione addirittura le Sacre Scritture. Galileo Galilei pubblicò i suoi studi nel 1610, ma scoppiarono subito delle polemiche da parte della Chiesa e da parte dei filosofi aristotelici, gli fu vietata la possibilità di ricerca e gli fu proibito di difendere la teoria copernicana (Le rivoluzioni delle sfere celesti,1543).
Con la nomina del nuovo pontefice Urbano VIII, Galileo tentò nuovamente di diffondere la teoria copernicana dedicandosi alla stesura del “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” ma anche questo fece subito scandalo e Galileo fu accusato di eresia, fu scomunicato e fu costretto ad abiurare il 22 giugno 1633 a Roma, inoltre la sua opera venne messa all’indice dei libri proibiti. La condanna seguiva anche con il carcere a vita che poi mutò nel confino a Siena e poi sui colli fiorentini ad Arcetri, dove morì l’8 gennaio 1642, ormai cieco. Solamente circa 350 anni dopo, il 31 ottobre 1992, papa Giovanni Paolo II ha ammesso che la Chiesa aveva compiuto un errore condannare Galileo, infatti egli fu riabilitato all’interno della Chiesa Cattolica.