“Tick tick…BOOM!” come gli ultimi secondi prima che una bomba esploda: tutti sono consapevoli di cosa accadrà, ma rimangono con il fiato sospeso fino a quando non appare evidente davanti agli occhi.
Questo film, che vede l’esordio di Lin-Manuel Miranda come regista, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo musical di Jonathan Larson. Forse a molti sorge spontaneo pensare, chi è Jonathan Larson? Soprattutto agli orecchi dei più giovani questo è probabilmente un nome del tutto sconosciuto. Jonathan Larson nasce a New York nel 1960 e vive fin da piccolo immerso nel mondo della musica e della recitazione. L’idea del musical dai tratti fortementi autobiografici arriva successivamente, quando Larson è in piena crisi: mancano pochi giorni al suo compleanno e, arrivato ormai alla soglia dei 30 anni, si accorge che della sua vita non ha combinato molto.
Ambientata in una Broadway degli anni ’90, la storia si svolge durante l’ottavo anno di stesura dell’opera musicale “Superbia” ispirata al libro “1984” di Orwell in una versione più futuristica. Larson però non riesce a terminare la scrittura perché sembra aver perso l’ispirazione, diviso tra il lavoro da cameriere, la fidanzata e gli amici. Tra una serie di rinunce, litigi e sbagli, riuscirà a mettere in atto Superbia, senza però il finale che un po’ tutti ci saremmo aspettati. E allora aveva avuto davvero un senso spendere tutti questi anni a scrivere un’opera del genere?
Il film si sviluppa tra una serie di flashback e brani tratti dall’omonimo monologo autobiografico, concepito inizialmente come un one man show che, interpretato dallo stesso autore, va in scena per la prima volta al Villa Gate nel novembre del 1991. “Tick tick…BOOM!” racconta della vita del protagonista, in un mondo reale e senza distopie; parla degli errori, dei sogni e delle sconfitte; parla di umanità e della felicità che lo stesso Larson ha provato, anche se per poco.
L’autore rivoluzionario a soli 35 anni sembra aver raggiunto il suo obiettivo: ha finito di scrivere il musical rock Rent, opera basata su La Bohème di Giacomo Puccini, che cambierà per sempre il modo di fare musical a Broadway, anche per temi, che sono affrontati anche in “Tick tick… BOOM”, come la multicultura, la droga, l’aids, l’omosessualità e il razzismo. La notte precedente al debutto ufficiale di Rent, il 25 gennaio 1996, Larson muore a causa di un aneurisma aortico. Il film quindi parla anche di una vita che sembra ingiusta. Tick tick… BOOM: il tempo è passato e adesso che la bomba è esplosa non si può tornare indietro.
Il regista riesce a coinvolgere lo spettatore, a renderlo parte della vita del protagonista, a provare la sua felicità e la sua agonia, un dolore che sembra ingiusto e che alla fine ti lascia con l’amaro in bocca.
L’idea per questo film nacque nel 2018, ma l’uscita è recente: è stato distribuito da Netflix nel novembre 2021. Sui social non si smette di parlare di “Tick, tick…BOOM!”, anche tra i giovani che non sono appassionati di musical. La canzone “30/90” del film/musical ha spopolato sulla piattaforma Tik tok, contribuendo sicuramente al successo del film
Andrew Garfield, noto per il ruolo in ‘The Amazing Spiderman’, affiancato nel cast da altri attori di successo come Vanessa Hudgens, Joshua Henry, MJ Rodriguez e Bradley Whitford, non ha deluso le aspettative e interpreta un Larson ad hoc, commovente e nostalgico, ma contemporaneamente presente, innamorato e sognatore, lasciando però una scia d’amaro nel pensare a ciò che l’autore avrebbe potuto creare se le cose fossero andate in modo diverso.
Il film “Tick tick…BOOM”, diretto da Lin-Manuel Miranda, prodotto dall’Imagine Enterainment e sceneggiato da Steven Levenson, ha riscosso molti riscontri positivi tra la critica. Inoltre, il film è candidato al Golden Globe 2022 per il miglior film commedia o musicale e Andrew Garfield ha ottenuto la candidatura al Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale.
Questo film non è quindi un semplice omaggio, ma è il ricordo di un uomo dal talento straordinario, di cui non si parla abbastanza e la cui storia fa commuovere perché entra a far parte di ogni spettatore. Ci fa sentire impotenti di fronte a un destino che non possiamo cambiare, con quella paura che tutti abbiamo di crescere e di non raggiungere i propri obiettivi: in poche parole ci fa sentire umani.