Ci siamo, manca ormai pochissimo all’inaugurazione del nuovo auditorium sinfonico Zubin Mehta del Maggio Musicale Fiorentino, che si terrà il pomeriggio del 21 dicembre alle 17 e 45. Sarà sotto le soavi note della Messa di Gloria di Puccini e della settima di Beethoven che lo stesso maestro Metha, che ha donato il suo nome alla sala per la grande attività svolta negli anni nei confronti del teatro, consacrerà il Maggio come polo musicale più grande d’Italia. Perché si, con questa nuovissima sala da 1300 posti, che si sommano ai 1800 di quella già presente e inaugurata tra l’altro esattamente dieci anni prima (21 dicembre 2011), il Maggio supererà abbondantemente i 6000 posti di capienza complessiva: triplicando addirittura il Teatro della Scala di Milano.

Alla cerimonia di presentazioni saranno presenti altissime e importantissime personalità del mondo dell’arte, della moda, attori, e personaggi famosi come l’ex presidente del consiglio Matteo Renzi, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che apparirà in questa circostanza per l’ultima volta pubblicamente nel ruolo di capo della stato. Oltre a lui, .la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, il ministro della Cultura Dario Franceschini, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura David Ermini, l’Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori, la direttrice dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale Alessandra Guidi.

Qualche giorno prima dell’inaugurazione prevista, il 18 dicembre per l’esattezza, l’ufficio stampa del Maggio ha indetto un’importantissima conferenza stampa a cui hanno partecipato, oltre al sovrintendente Alexander Pereira, anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della regione Eugenio Giani, e gli architetti che hanno curato e supervisionato il progetto.

La conferenza è stata aperta dallo stesso Nardella che ha ringraziato dal primo all’ultimo tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della sala, e ha rivendicato con orgoglio il primato di questa bellissima città, Firenze, che con la musica ha da sempre avuto un rapporto indissolubile: “Io sono davvero orgoglioso, perché sono poche le città in Europa che riescono a realizzare opere di questo tipo. Lo dico senza enfasi, però noi siamo una grande città, perché una città che riesce a realizzare un’opera del genere è una grande città, e un paese che riesce a realizzare un’opera del genere è un grande paese. La cifra della grandezza di una civiltà e di un paese la si ha anche attraverso la cultura, e quando un paese investe nel realizzare un’opera del genere, allora dimostra di avere una grande visione. Credo che Firenze di questi tempi sia ai vertici della cultura internazionale: grandi mostre, grandi concerti, strutture, grandi investimenti.”

Il sindaco ha poi ricordato anche l’importanza simbolica della data di presentazione: questo 21 dicembre si chiude infatti l’anniversario del periodo in cui Firenze è stata capitale d’Italia dopo la sua unificazione, dal 1865 al 1871, e omaggia il centosessantesimo anno dell’Italia con un’ opera che simboleggi tutta la cultura su cui questo paese si è fondato.

La parola è passata poi a Pereira, che ha espresso tutto il suo entusiasmo per questa nuova e bellissima creazione, che sarà fondamentale per far fare a Firenze un vero e proprio salto di qualità: “Oggi facciamo il passo più importante di tutti, perché forse c’era qualche delusione nel 2014, con l’ipotetica apertura della sala della lirica che per problemi al palcoscenico, ma ora io sono sicuro che il 21 dicembre ci sarà un grandissimo entusiasmo perché questa sala è davvero meravigliosa, ha un’acustica fantastica, e io credo che ci sarà una grande affluenza del pubblico di Firenze.” Il direttore ha poi concluso manifestando tutta la sua gratitudine verso coloro che in 900 giorni sono riusciti a realizzare un’opera così titanica “E’ un miracolo!” ha infatti esclamato.

L’importanza della sala non è solo prettamente scenica e simbolica, come ha ribadito il sovrintendente, ma anche funzionale per tutti coloro che lavorano nel mondo del teatro; grazie a questa nuova struttura infatti l’orchestra potrà comodamente provare senza inquinamento sonoro e senza essere disturbata, preparando così gli spettacoli al meglio.

L’auditorium comunque è bellissimo e innovativo e concentra al suo interno il buongusto e l’ingegno italiano e le tecnologie tedesche: insomma il meglio del meglio. E sarà infatti il connubio tra Italia e Germania, con Puccini e Beethoven, ad inaugurarla.

L’architetto italiano che ha seguito il progetto è Paolo Desideri, che oltre ad essere un uomo di straordinario genio, ha anche una genuina sincerità e umiltà, cosa che non è sempre presente nei grandi architetti. Ha dichiarato:” Questo auditorium è nato dall’eccellenza di tre condizioni che si sono confrontate: la prima è quella della creatività, della progettualità, quindi la mia, quella del mio studio, di Michele Piccolo e di Filippo Raimondo; la seconda cosa è l’esattezza tecnica, la capacità, la caparbietà realizzativa dell’impresa Sacchi che ci ha seguito per dieci anni e che è stata co-autrice di questo progetto. La terza cosa è, e lo ripeto perché ci credo davvero, l’eccellenza e la capacità di procedere del polo amministrativo; se non c’è un’eccellenza amministrativa, non si va da nessuna parte; io credo che sempre in questi casi non ci siano due ma tre genitori : i progettisti, l’impresa che realizza, e l’amministrazione che è cliente e porta tutto in attuazione. Purtroppo è uno schema complicato perché basta che uno di questi tre punti non sia all’altezza e l’opera ne risente. Qui a Firenze abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di avere davvero l’eccellenza di questi tre elementi.” 

Il legno è sicuramente il protagonista della sala, che la fa da padrone sia in ambito visivo che acustico, che infatti, dopo essere stato trattato con apposite tecniche, amplifica i suoni prodotti in scena, facendo “tremare” il pavimento e coinvolgendo così maggiormente lo spettatore, che si sente totalmente immerso nella musica. Queste magie della tecnologia sono state rese possibili soprattutto grazie all’impresa della Mueller di Monaco di Baviera, che grazie alla sua metodologia tipicamente tedesca è riuscita a rendere reale ciò che fino a poco tempo fa sembrava impossibile. E’ inoltre presente una struttura a scomparsa per l’orchestra, che quindi può essere rimossa o meno a seconda delle evenienze. Oltre ad elementi innovativi sono presenti anche dettagli classici e nostalgici per gli spettatori che tanto hanno amato il buon vecchio teatro comunale, come l’affresco trompe l’oeil del pittore e scenografo fiorentino Gianni Vagnetti.

Alla fine della conferenza è intervenuta anche Maria Manetti Sherm, imprenditrice italiana residente a San Francisco e amica di Pereira, che si è tanto impegnata e prodigata per la costruzione di questa sala con una proficua donazione di circa mezzo milione di euro: una sorta di moderno e femminile Lorenzo il Magnifico, che con il suo mecenatismo e il suo amore per Firenze, ha contribuito, proprio come il messer medici, ad abbellire la sua città sotto l’insegna della cultura. Maria, a cui è stato dedicato anche il nome del foyer del teatro per il sostegno economico che questa ha sempre rappresentato, non era presente quindi “solamente” come donatrice e promotrice di cultura, ma anche come rappresentate di tutti i donators privati che hanno reso possibile tutto questo; E non possiamo fare altro che ringraziarli dello splendido regalo che hanno fatto alla nostra città. Che dire quindi, godiamoci al massimo questo teatro del Maggio 2.0, che con il passare degli anni diventa sempre più un punto di riferimento mondiale per la musica, e di questo dobbiamo solo andarne fieri.

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