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Si conclude una stagione pazzesca, Max Verstappen è campione del mondo!

Questa stagione siamo stati spettatori di un mondiale veramente spettacolare e, al di là di chi ha vinto il trofeo, chi ha vinto veramente è stata la Formula 1, che da anni lamenta uno scarso spettacolo durante le gare.

Max Verstappen è diventato a seguito di un anno incredibile, campione del mondo di Formula 1 del 2021. È il primo campione olandese ed è riuscito a riscrivere le pagine di storia della F1 sin dal suo debutto. Ha battuto record su record a partire dall’essere il più giovane pilota di sempre ad entrare nella massima categoria, a soli 17 anni. Ora aggiunge un’altra pagina alla sua storia interrompendo il dominio di Lewis Hamilton.
Durante l’intero anno Verstappen è stato estremamente concreto, si è comportato da campione sempre; Hamilton d’altra parte conta tantissima esperienza.

Ripercorrendo gli eventi principali, troviamo in primis la gara di Montecarlo dove Verstappen ha preso la leadership del mondiale, e da quel momento non l’ha più persa. A Silverstone abbiamo assistito ad un Hamilton nervoso che con un “fallo tattico” spinge fuori Verstappen alla curva “Copse”, una delle più veloci della pista, facendolo finire contro le barriere ad una velocità esorbitante: la decelerazione è stata di 51G. A Monza Max restituisce il favore, grazie forse alla caratteristica più distintiva della sua guida: l’aggressività, il non alzare mai il piede; per questo viene spesso paragonato a Ayrton Senna. Da qui Verstappen è rimasto in testa fino alla tappa del Brasile, a quattro gran premi dalla fine, qui è iniziata la rimonta di Hamilton, anche grazie ad un ultimo cambio della power unit, che ha potuto sfruttare la massima potenza, dovendo durare solo quattro gare; forse questo è stato il grande errore della Red Bull che da quel momento ha iniziato a soffrire.

Giungiamo infine all’ultima tappa: Abu Dhabi. Verstappen ha puntanto tutto sulla partenza, il suo assetto era infatti stato studiato per partire davanti e restarci: veloce sui rettilinei, sacrificando il settore guidato dove però sarebbe stato difficile essere superato. Il piano riesce in parte, infatti Max si prende la pole position, ma domenica sbaglia completamente la partenza, e lascia a Lewis un’opportunità che non si è lasciato sfuggire, quella di saltare in testa. Subito il primo episodio controverso: Verstappen tenta di riprendersi la posizione provando la staccata in fondo al primo rettilineo, la mossa è riusce ma Hamilton taglia completamente la curva e procede. Da questo momento in poi la gara sarà tutta in salita per la Red Bull che si vede il pilota britannico scappare davanti. Max a questo punto passa ad una strategia su due soste, e seppur guadagnando su Hamilton non sembra essere abbastanza. Quando tutte le speranze del pilota olandese sembravano svanite, a pochissimi giri dalla fine c’è un incidente nelle retrovie: è Nicholas Latifi che scoda e finisce la sua corsa contro le barriere, a questo punto entra in pista la safety car e alla Red Bull fanno subito fare un pit stop a Verstappen per montare gomme soft, le più performanti, Hamilton invece resta fuori e continua; a 2 giri dalla fine viene deciso che i doppiati in coda si possono sdoppiare ma la safety car rientra subito ai box e lascia riprendere la gara prima che il gruppo si sia ricompattato; così riparte la gara per un ultimo giro, così tutto ciò che è stato costruito in un intero anno viene ridotto ad appena 1 minuto e 20 secondi –  un po’ come quando a scuola, lo studio di intere settimane viene ridotto a una o due domande casuali da cui dipende tutto -. tutto il mondo era col cuore in gola, e quando finalmente Hamilton da lo strappo per la ripartenza, si inizia a sudare freddo, poi arrivano in curva 5, Lewis lascia la porta aperta perché non si aspetta l’attacco, per preparare meglio l’immissione sul rettilineo con più trazione, dove prevede che Verstappen lo attacchi, ma non va così: Max vede un buco ed entra come un toro quando vede rosso, lasciando Hamilton lì sul posto, passato prima ancora del rettilineo.
Non c’è possibilità per Hamilton di contrattaccare, per un errore di strategia della Mercedes che lo lascia in pista con le gomme vecchie di 40 giri. Verstappen arriva al traguardo ed è campione del mondo, il nuovo campione del mondo di Formula 1.

C’è chi ha pianto, chi è balzato in piedi per un finale completamente inaspettato dopo che Hamilton aveva dominato tutta la gara, chi ha gridato, chi si è messo a saltare, e chi è rimasto amareggiato, perché in fin dei conti è stata una gara in gran parte decisa o assistita dalla fortuna. Fortuna che ha abbandonato Lewis Hamilton proprio per la gara decisiva, quella che gli avrebbe permesso di superare il record di Schumacher, quella stessa sorte che durante tutta la stagione gli è stata vicina, se n’è andata quando più ne aveva bisogno.
Sia Verstappen che Hamilton sono stati autori di una stagione incredibile, e indipendentemente da chi abbia vinto, e dalla fortuna, entrambi si sarebbero meritati il mondiale perché sono stati dei campioni assoluti; ma la Formula 1 è spesso uno sport crudele, che non perdona nulla, dove non basta essere bravi per vincere, e forse per questo essere campione del mondo in F1 è un’emozione unica.

Chi ha veramente perso quest’anno è la direzione gara, che ha spesso preso decisioni molto discutibili riguardo diversi episodi, concludendo l’ultimo gran premio con una ripartenza che ha infranto il regolamento che proprio loro devono assicurarsi di far rispettare.
Alla fine della gara, Max in lacrime, Lewis ancora in macchina, poi l’abbraccio e le congratulazioni: perché è così che si comporta un vero campione, anche se perde. Poi l’incontro con i rispettivi padri, figure importantissime nelle vite di entrambi i piloti.

Neanche il tempo di iniziare i festeggiamenti, che la Mercedes, che non ha accettato la sconfitta a differenza di Lewis, lancia 2 ricorsi per episodi avvenuti all’ultimo giro, ma in serata arriva l’annuncio che la Fia ha rifiutato gli appelli. Quindi Max Verstappen è ufficialmente campione del mondo per la prima volta.

Che sia colpa di Mick Schumacher, che non voleva vedere battuto il record del padre? Che sia il karma di Felipe Massa, che nel 2008 si è visto portare via in un modo simile un mondiale alla Ferrari, che vedendolo passare sul traguardo lo dava già per conquistato, senza contare che all’ultimo giro Timo Glock avrebbe fatto fare a Hamilton il sorpasso necessario per fare più punti di Massa? Sono questioni da lasciare ai complottisti. Ciò che è vero è che a chi va il trofeo si decide all’ultima gara, ma il mondiale no; il mondiale è un percorso; un percorso che si costruisce piano piano in ogni tappa; e così questo mondiale che sembra scritto da Spielberg si è concluso con due campioni. Anche se uno solo porterà a casa il trofeo, l’altro saprà di aver fatto tutto il possibile, uno che ha dominato tutto l’anno, l’altro che ha tentato una rimonta senza precedenti alle ultime 4 gare, uno che si è visto portare via un record che sentiva quasi già suo, l’altro che ha fatto suo un nuovo trofeo.

Ma alla fine la Formula 1 può essere dominata da una persona alla volta. È sempre stato così, e sempre lo sarà. È sempre stata uno sport spietato e continuerà ad esserlo, mentre si susseguiranno campioni, mentre niente riuscirà a scalfire la durezza di Max, né la fame di un’esordiente in Lewis.

Nati per vincere.

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