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Finalmente il crocifisso di Cimabue torna visibile al pubblico

Il giorno 4 dicembre è tornato visibile per tutti, nella Basilica di Santa Croce a Firenze, dopo quasi due anni , il Cristo di Cimabue, opera lignea databile al 1272-1280 circa (è alto 4,48 metri e largo 3,90). È stato il simbolo del dramma dell’alluvione di Firenze del 1966, ma anche del suo riscatto, e adesso accompagna il desiderio di rinascita della città  dopo i mesi più bui della pandemia.

Da marzo 2020 le norme di sicurezza anti Covid avevano costretto l’Opera di Santa Croce a escludere la sagrestia, dove il Crocifisso è conservato in sicurezza.

«È sempre emozionante trovarsi davanti a quel Cristo che Paolo VIdefinì ‘la vittima più illustre dell’alluvione di Firenze’, restituito a Santa Croce e a tutti noi da uno straordinario e innovativo intervento di restauro condotto dall’Opificio delle Pietre Dure. La valenza simbolica di quest’opera – sottolinea Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce- è forte e il suo messaggio di speranza è ricco di significati anche per il tempo presente».

Con la sagrestia – dove per un breve periodo sono state consentite solo visite speciali, al massimo di 15 persone – si riapre un percorso architettonico che porta la firma di Michelozzo: il Corridoio del Noviziato, la Sala del Pozzo e la Cappella Medici con le grandi pale cinquecentesche del Bronzino, dell’Allori e del Salviati. Ma – come spiega l’Opera di S.Croce –  dal giorno dell’apertura si può scegliere tra due percorsi speciali, con viste a tema: “I capolavori di Santa Croce” e “Giotto pittore a Santa Croce e imprenditore a Firenze”. I tour, della durata di 60 minuti, si svolgeranno di sabato (appuntamento ore 11) e di venerdì (appuntamento ore 15), con eccezione dei giorni 24, 25 e 31 dicembre.

MAGGIORI INFORMAZIONI SULLA BASILICA E SUL CRISTO AL SUO INTERNO

La Basilica di Santa Croce è la principale chiesa francescana di Firenze ed è ritenuta essere la più bella chiesa gotica italiana. La costruzione fu iniziata nel 1295 dall’architetto Arnolfo di Cambio e fu completata nel 1442.
La chiesa ha una pianta a croce egizia con tre navate e ha il tetto a capriate lignee.
La navata centrale, ampia e luminosa, è formata dalla successione di pilastri che sostengono archi ogivali che rendono l’interno della chiesa spazioso e arioso.

La facciata neogotica di Santa Croce, con rivestimento in lastre di marmo policromi (bianco, verde e rosa) disposti a comporre disegni geometrici, fu eseguita nell’ottocento su disegno di Nicola Matas (1853-1863). Sempre nell’ottocento fu costruito il campanile, opera di Gaetano Baccani (1847).

La Basilica è famosa anche perché custodisce al suo interno numerose tombe monumentali di uomini illustri: Galileo Galilei (la sua tomba fu realizzata da Giovanni Battista Foggini nel 1737), Michelangelo Buonarroti (tomba disegnata dal Vasari), Niccolò Machiavelli, Vittorio Alfieri (la sua tomba è opera del Canova), Ugo Foscolo, Leon Battista Alberti… questi sono solo alcuni nomi. Inoltre, nella basilica vi è anche il cenotafio di Dante Alighieri (1829), eseguito dallo scultore Stefano Ricci.

Il Crocifisso del Cimabue in Santa Croce  riporta l’iconografia del Christus patiens, cioè un Cristo morente sulla croce, con gli occhi chiusi, la testa appoggiata sulla spalla e il corpo inarcato a sinistra. Il corpo è longilineo e sinuoso e i colori sono arricchiti di una tonalità verde scuro che lo rendono cadaverico, in linea con la concezione dell’opera. Il perizoma è trasparente e rivela le anatomie sottostanti.

I lati della croce sono decorati con figure geometriche che ricordano un drappeggio. Ai lati del braccio orizzontale della croce sono presenti due dolenti a mezzo busto in posizione di compianto, che guardando lo spettatore piegano la testa e la appoggiano a una mano:  sono la Vergine e san Giovanni, a sinistra e destra rispettivamente.

Adesso tutto ciò è aperto alla visita di  fiorentini e turisti che potranno di nuovo fruire di tanta bellezza e completare il ‘viaggio nella storia dell’arte italiana’.

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