Belfast è il nuovo film di Kenneth Branagh accolto con favore dalla critica.
Kenneth Charles Branagh nasce proprio a Belfast il 10/12/1960 ma si trasferisce in Inghilterra con la famiglia all’età di 9 anni. A diciotto anni entra nella prestigiosa Royal Academy of Dramatic Art di Londra e ben presto si afferma come attore shakespeariano, tanto da essere definito il nuovo Laurence Olivier.
All’attività teatrale affianca con successo quella di attore cinematografico e infine quella di regista.
In quest’ultima prova di regia, Branagh racconta, con gli occhi del piccolo Buddy, la sua infanzia sul finire degli anni 60, quando ha inizio il conflitto tra protestanti e cattolici, i cosiddetti “troubles”, che porteranno tanto dolore e sangue in tutta l’Irlanda del Nord per molti anni.
Il quartiere dove il bambino vive con la madre e il fratello maggiore è un quartiere misto, dove le due confessioni convivono in amicizia. Tutti si conoscono e i bambini corrono in strada e giocano tra loro.
L’idillio dura fino all’agosto del 1969, quando viene bruscamente interrotto da estremisti protestanti che attaccano i cattolici distruggendo le finestre delle case e ponendo fine alla pace.
La famiglia del protagonista, protestante, si tiene lontana dai “troubles”, attendendo il ritorno del padre che ogni fine settimana rientra da Londra, dove fa il carpentiere.
La violenza e l’insicurezza fanno da sfondo alla storia del piccolo Buddy, al rapporto con gli amatissimi nonni, protagonisti delle scene più intense e toccanti del film, e al primo amore segreto per la bionda Catherine.
Branagh rende un commosso omaggio alla sua città e alla sua infanzia.
Il punto di vista del ragazzo è esaltato con l’uso delle inquadrature dal basso e del bianco e nero, interrotto solo quando si va al cinema o a teatro, già passioni del piccolo Buddy-Kenneth.
I frequenti primi e primissimi piani che esaltano la bravura degli attori e le canzoni di Van Morrison rafforzano le immagini.
Il film è semplice nella sua storia e nella sua costruzione. I ritmi sono lenti, come le giornate passate dai cittadini di Belfast in quei giorni angosciosi.
Solo ora, dopo anni, Branagh ci racconta questa storia, la sua storia, e se ne percepisce pienamente l’importanza che ha avuto per l’autore.
Belfast è film tenero e dolce dove la violenza non riesce a spegnere il sorriso di un bambino che vuole solo crescere tra persone che lo amano, tra amici con cui giocare, con passioni da coltivare e amori da crescere.
Sicuramente è un film, da vedere e che seriamente può ambire a più alti riconoscimenti, Oscar compreso.