“È necessario che i giovani riabituino l’orecchio all’opera…”; “deve esistere un giovane pubblico, altrimenti l’opera muore…”; “se il teatro sta morendo la colpa è anche nostra: L’elisir per bambini è un’ottima cosa per avvicinare i più giovani, che venendo a teatro si possono rendere conto che le emozioni che si provano qua non si provano da nessuna altra parte.”
Queste sono solo alcune considerazioni fatte dai protagonisti dell’opera “L’elisir d’amore per bambini” Marilena Ruta, Francesco Samuele Venuti e Dave Monaco, che gentilmente si sono messi a disposizione del nostro giornale per un’intervista.
Domenica 17 ottobre è infatti andata in scena al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino la prima rappresentazione dell’opera di Donizetti riadattata “L’elisir d’amore”. Le recite in programma sono altre tre: sabato 23 ottobre alle ore 15 e alle ore 18 e domenica 24 ottobre alle ore 11.
Il riadattamento dell’opera è stato svolto grazie al lavoro di Alexander Krampe e del regista Grischa Asagaroff. L’Orchestra Vincenzo Galilei è diretta da Gianna Fratta. Sul palcoscenico, accompagnato dalla voce narrante di Davide Gasparro, c’è un cast di artisti molto interessanti, tutti formatisi all’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino e già avviati a una brillante carriera che li vede frequentemente sulla scena tra i protagonisti delle opere in stagione al Maggio: Marilena Ruta, Dave Monaco, Francesco Samuele Venuti, Min Kim e Caterina Meldolesi.
Questa produzione teatrale, nata a Milano, alla Scala, è molto cambiata rispetto allo spettacolo scaligero, sia sul piano scenografico che registico grazie agli spazi più ampi che il Teatro del Maggio riesce a offrire.
L’opera per i più piccini, fortemente voluta dal sovrintendente Alexander Pereira, è strutturata in modo da rimanere fedelissima alla versione originale: conserva quindi il patrimonio di melodie orecchiabili, ora brillanti ora malinconiche, per cui è conosciuto e amato in tutto il mondo il capolavoro di Donizetti. Sono state eliminate alcune ripetizioni e accorciati alcuni recitativi, in modo che la durata dell’opera si sia dimezzata: da 2 ore e mezzo a un’ora e un quarto. La breve durata è sicuramente essenziale per non far perdere la concentrazione del pubblico infantile, che in questo modo si può abituare al vivace linguaggio polifonico dell’opera buffa.
Questo spettacolo ha in realtà una storia molto lunga e tormentata: sarebbe dovuto andare in scena infatti nella primavera 2020, poi fu chiaramente annullato per il primo lockdown; successivamente si è tenuto alla fine di ottobre del 2020, ma, all’alba del secondo lockdown, fu vietata la presenza del pubblico e lo spettacolo si è svolto solo per una questione formale. Dunque, questa rappresentazione, che ha accolto un gran numero di persone, può rappresentare una rinascita: finalmente si è voltato pagina (si spera) dopo la pandemia.
L’opera di Donizetti, su libretto di Felice Romani, si compone di due atti. Andò in scena per la prima volta il 12 maggio del 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano ed è sicuramente uno degli esempi più alti dell’opera comica ottocentesca.
L’opera narra di un giovane, Nemorino (interpretato da Dave Monaco), che è innamorato di una ragazza, Adina (Marilena Ruta), che però non lo corrisponde. In città arriva il sergente Belcore (Min Kim) con lo scopo di arruolare nuove leve. Egli corteggia Adina e le propone di sposarlo. Poi arriva il dottor Dulcamara (Francesco Samuele Venuti), che, spacciandosi per un dottore di grande fama, truffa la gente vendendo i suoi preparati… Nemorino quindi gli chiede una pozione che faccia innamorare, l’elisir d’amore, e Dulcamara gli dà una bottiglia di vino rosso. Nemorino, bevendolo si ubriaca: ciò lo fa diventare disinvolto e indifferente nei confronti di Adina, la quale, infastidita dall’atteggiamento di Nemorino, decide di sposare il sergente Belcore.
Nemorino, disperato, vuole comprare un’altra bottiglia d’elisir; non avendo soldi decide di arruolarsi tra i soldati di Belcore per avere la paga. Nel frattempo, però, Giannetta (Caterina Meldolesi) sparge la notizia che Nemorino ha ottenuto una grande eredità da uno zio deceduto da poco. I soldi sono il vero elisir di Nemorino, che inizia ad essere corteggiato da molte ragazze. Adina, che non sa dell’eredità, si rende conto di essere innamorata di lui vedendolo con altre e, quando capisce che Nemorino si è arruolato perché la ama, decide di comprare il contratto di arruolamento. Alla fine Adina dichiara il suo amore a Nemorino, mentre il generale rimasto scapolo e il dottor Dulcamara tutto gongolante per il successo del suo elisir se ne vanno.
La scenografia, concepita da Luigi Perego e dal regista Asagaroff, è allegra, colorata e originale. La scena si svolge a Firenze ed è dominata dalla Basilica di Santa Maria del Fiore, in una piazza dove si ferma un vecchio tram che porta tutti i protagonisti dell’Elisir per i bambini. Questo è sicuramente utile per far immedesimare nello spettacolo il giovanissimo pubblico, che è stato molto coinvolto e soddisfatto.
Inoltre, la scelta del regista Asagaroff, di aggiungere un narratore che possa spiegare ciò che non si vede in scena, come egli stesso ha spiegato, è dovuta alla riduzione applicata all’opera di Donizetti e alla possibilità di avere una voce che accompagni i bambini per tutta la durata dello spettacolo. Comunque, questa riduzione è stata fatta in modo talmente rispettoso dell’originale impianto narrativo da rendere la voce narrante, più che un mezzo per far comprendere le parti implicite, un mezzo per far ridere e catturare l’attenzione dei bambini rendendo la trama più leggiadra e allegra.
L’orchestrazione mantiene comunque il brio dell’opera originale; sia la musica e che la brillante concertazione di Gianna Fratta sono di valore molto elevato e in perfetta sintonia con la voce dei personaggi che si sono dimostrate decisamente in …sintonia con maggior tempio della musica fiorentina.
Infine, il pubblico, pur non essendo abituato a luoghi di cultura come il Maggio, ha tenuto un comportamento tutto sommato consono, probabilmente migliore di quello che hanno certe persone più mature che sono solite andare a teatro…
Gli applausi finali e il coinvolgimento dei bambini, dimostrato dalla loro numerosa presenza nel foyer per salutare gli artisti, mostra come questo esperimento sia riuscito e abbia riscosso un gran successo… Perché il teatro, e in particolare l’opera non ha età.