Il Motorsport su due ruote piange un altro pilota giovanissimo. A quasi due mesi dalla morte al Mugello del 19enne svizzero Jason Dupasquier vittima di un incidente nelle libere della Moto 3, oggi ad Aragon in occasione del Cev, è decedeuto Dean Berta Vinales durante gara 1 della Supersport 300. Il pilota, cugino del ben più noto Maverick Vinales (pilota in MotoGP),aeva solo 15 anni..
Vinales era al suo primo anno in Supersport 300 e correva per la scuderia Vinales Racing Team, fondata dallo zio Angel, il padre di Maverick, proprio per aiutare i giovani piloti a fare i primi passi nel mondo delle competizioni. Finora si era fatto notare nelle categorie inferiori, come la European Talent Cup, dove aveva gareggiato nel 2019 e lo scorso anno. Il suo sogno era ripercorrere le gesta del cugino, che esordì nel Motomondiale in classe 125 a 16 anni, età che Dean Berta non raggiungerà mai. Lo spagnolo è uno delle vittime più giovani della passione per le corse motociclistiche, che pur essendo diventate molto più sicure non mancano di registrare eventi luttuosi.
A dare la notizia della sua scomparsa, è stata la stessa WSBK con un post sui social network: “Siamo profondamente rattristati di segnalare la perdita del preside Berta Vinales. Il WorldSBK la famiglia invia amore alla sua famiglia, ai suoi cari e alla sua squadra. La tua personalità, entusiasmo e impegno ci mancheranno enormemente. Mancherai a tutto il mondo delle corse motociclistiche, Dean. Guida in pace”.
Il giovanissimo pilota, classe 2006, dopo una carambola che ha visto altri piloti coinvolti ha la peggio. In seguito alla caduta è stato investito dalle altre moto che sopraggiungevano. La sensazione della tragedia si è manifestata immediatamente a tal punto che anche le tv hanno interrotto immediatamente la diretta della gara. Il pilota è stato soccorso tempestivamente dal personale di pista ma non c’è stato nulla da fare: ad accreditare la tesi di un decesso repentino c’è il dettaglio dell’elicottero. Dean è stato preparato per essere trasportato in elicottero all’ospedale di Siviglia, il più vicino. Ma il mezzo non è mai decollato, a conferma che probabilmente il ragazzo è morto prima che il personale sanitario potesse fare qualcosa. Si parla di lesioni alla testa e al torace. Alle 15.11è arrivato il comunicato ufficiale della Superbike che ne ha annunciato il decesso.
Unanime il cordoglio arrivato dal mondo del motorsport.
Il messaggio della Moto GP (massima competizione motociclistica): “Siamo devastati dalla tragica perdita di Dean Berta Vinales a seguito di un incidente in Gara 1 del World SSP300 di oggi. Mandiamo tutto il nostro affetto e la nostra forza a Maverick Vinales e all’intera famiglia di Dean, al suo team e ai suoi cari”.
Ad esso sono seguiti altri messaggi dalle varie scuderie e dai vari piloti di ogni competizione.
“Non ci sono parole per questo momento, è stato un duro colpo per la nostra famiglia, ricorderò sempre le nostre sfide in ogni momento con qualsiasi cosa. Sei il nostro ‘mostriciattolo’ e sarai sempre con noi. Ti mando un bacio enorme ovunque tu sia”. Queste le parole rilasciate da Maverick in memoria del cugino che è venuto a mancare pochi giorni fa.
Su questa tragedia si è espresso anche Paolo Simoncelli, padre di Marco. «Questi ragazzi inseguono un sogno. Come puoi fermarli? Vorrei dirvi che è tutto sbagliato, che non era giusto farlo correre: ma vi mentirei, perché non è così. Era poco più di un bambino, aveva quindici anni ma voleva fortissimamente diventare un campione. Ed era pronto a dare tutto, per riuscirci. Questi sono i motori, la velocità. Risparmiatemi il resto: la retorica delle parole, dei giudizi. Chi non conosce questo mondo, è meglio non parli. Non date la colpa ai circuiti, perché non è più come tanti anni fa: adesso le piste sono sicure, e poi c’è tutta una serie di prodigi tecnologici — dai caschi alle varie protezioni sotto la tuta — che davvero riduce al minimo un certo tipo di rischio. La velocità invece esiste, sempre e dovunque. Anche per chi va in bicicletta a 60 all’ora: se cadi per terra, se all’improvviso perdi l’equilibrio, le conseguenze possono essere tragiche. Non voglio provocare nessuno, dico la verità: se deraglia un treno, non fermiamo le ferrovie. E così se cade un aereo. Non cercate a tutti i costi un colpevole. Perché queste sono cose che succedono. Possono accadere anche a noi, che ci mettiamo al volante ogni giorno. Il motociclismo risponde a un istinto naturale. Quello di correre. Di andare più veloce degli altri»,
Purtoppo, come mai in questi casi, le parole che Aleix Espargaró (Aprilia)ha dedicato al giovane motocilicista risultano azzeccate: “E all’improvviso, tutto smette di avere un senso. Una volta di più”.