L’ulivo è fin dall’alba dei tempi un simbolo di pace e rinascita: basti pensare al racconto biblico di Noé, in cui la colomba, dopo il famoso diluvio universale, porta nel becco un ramoscello di ulivo, sinonimo di terra e quindi di speranza.
E’ stato proprio questo soggetto, l’ulivo, legato in modo indissolubile, oltre che alla simbologia, anche al territorio fiorentino, famoso in tutto il mondo per la qualità del suo olio, a essere stato scelto e rappresentato dal maestro Andrea Roggi nella sua scultura.
L’opera in questione è stata dedicata all’accademia dei Georgofili e alla memoria delle vittime che hanno perso la vita in quella maledetta notte di 28 anni fa, passata alla storia come la strage dei Georgofili, episodio che ha lasciato una cicatrice indelebile nella storia fiorentina e italiana.
Alla sua presentazione, avvenuta il 13 settembre alle 11. 30 nell’angolo di via Lambertesca, hanno partecipato alcune tra le più alte autorità cittadine tra cui il sindaco di Firenze Dario Nardella, personalità quali il Presidente dell’accademia dei Georgofili Massimo Vincenzini, la fondatrice Scaramuzzi Team Maria Oliva Scaramuzzi, e ovviamente l’artista Andrea Roggi.
La cerimonia si è svolta nel luogo dell’attentato, dove è stata anche ubicata la statua, e ad assistervi c’era una numerosa folla insieme alle forze dell’ordine.
In questi ultimi 25 anni, come ha ricordato l’assessore comunale Alessandro Martini (che si occupa anche di cultura della memoria) è sempre stata presente una vera pianta di ulivo fuori dall’accademia, come simbolo di rinascita e monito per la memoria; purtroppo però, per vari problemi questa pianta si è ammalata spesso ed è stata sostituita per ben 3 volte, fino a quando non si è deciso di renderla immortale all’interno di una bellissima scultura.
E’ quasi poetico pensare al fatto che un ulivo non bastasse per sorreggere su di sé il peso della memoria di uno scempio così grande, che si ammalasse perché lui da solo non bastava. A Firenze, la città dell’arte per eccellenza, serviva per forza una scultura per consacrare nell’eternità l’idea racchiusa nell’essenza stessa dell’ulivo.
Dopo i ringraziamenti iniziali, indirizzati anche verso il quintetto degli ottoni dell’Orchestra da Camera Fiorentina, che con grande enfasi e tecnica d’esecuzione ha fatto da colonna sonora alla cerimonia, ha preso la parola il sindaco di Firenze Dario Nardella, che ha dichiarato come la “rivelazione” della statua all’inizio di questa settimana, in cui si vedrà lo svolgimento del G20 sull’agricoltura, sia anche quindi una sorta di simbolo nel simbolo: è un’opera d’arte sull’agricoltura ad aprire il G20 dell’agricoltura nella città dell’arte, e l’opera è dedicata all’Accademia dei Georgofili, che è la più antica e storica Istituzione ad occuparsi di Agricoltura ambiente e progresso.
Oltre a questo il sindaco ha ricordato quale fosse lo scopo ultimo dell’opera, cioè quello di rendere omaggio alle vittime e di imprimere nella memoria di tutti l’orrore dell’attentato, per far si che un dramma del genere non si ripeta mai più in futuro.
Successivamente ha preso la parola anche Massimo Vincenzini, Presidente dell’Accademia dei Georgofili, che ha ribadito con grande sintesi e chiarezza come l’Accademia sia da 268 anni un luogo di cultura, e di come questa abbia conosciuto da un lato la tristezza della distruzione, ma dall’altro la bellezza della ricostruzione e la forza d’animo dimostrata dai suoi lavoratori: “I Georgofili sono e continueranno ad essere presenti nel mondo per il benessere di tutti, e di questo sono grato.”
Maria Oliva Scaramuzzi, artefice dell’idea della scultura e figlia dello storico presidente dei Georgofili Franco Scaramuzzi, ha espresso tutta la sua emozione e la sua gratitudine, trattenendo a malapena le lacrime, verso il sindaco che ha appoggiato la sua idea e che ha messo a disposizione non solo il maestro Roggi ma anche una squadra di esperti, e nei confronti del maestro stesso per la realizzazione del capolavoro.
Dopo i ringraziamenti e l’emozione espressi da Luigi Dainelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili, la parola è stata presa proprio dall’autore, che ha spiegato quanto sia stata difficile la realizzazione della scultura e di come sia stato aiutato da un’ottima squadra di esperti: come ha ribadito anche lo stesso sindaco, a Firenze, per fare qualsiasi tipo di opera artistica, anche la più piccola, serve il sostegno dei massimi esperti del settore: siamo pur sempre di fronte alla città della bellezza. Roggi nella sua opera ha prestato grande attenzione ai minimi particolari, e il dettaglio su cui si è maggiormente concentrato sono le nodose e secolari radici dell’albero, proprio per il significato stesso della statua: la memoria. Dopo le radici abbiamo il dettaglio del tronco, che è composto da due figure, una maschile e una femminile, dalla cui unione si originano i rami, le foglie e le olive dorate.
Ma perché nel lontano 1993 la mafia ha voluto colpire Firenze e l’Accademia? La risposta è semplice: perché voleva colpire il cuore del popolo italiano, attaccando il simbolo della cultura di un paese. Ci ha provato prima con gli Uffizi, obiettivo iniziale dell’attentato, per ripiegare poi sui Georgofili, ma senza tuttavia mutare il suo scopo. Come ha annunciato il sindaco, i terroristi colpiscono la cultura perché la cultura è umanità, l’uomo senza cultura non è nient’altro che una bestia. L’ulivo ricorderà a chiunque passerà da via dei Georgofili di scegliere la cultura e non la violenza, il dialogo e non la forza, l’essere umano e non la bestia, per far si che una tragedia del genere non si ripeta mai più.