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CHE BELLA ESTATE ITALIANA, LE PARALIMPIADI CHIUDONO UN CERCHIO PERFETTO: la spedizione italiana regala gioie

Il 24 Agosto hanno avuto inizio i Giochi Paralimpici a Tokyo, inaugurati dall’imperatore Naruhito nella cerimonia d’apertura. “We have the wings“, il titolo dell’evento, che allude alle ali che spingono al sogno gli atleti in gara. Bebe Vio e Federico Morlacchi i portabandiera azzurri (ben 115 i nostri sportivi). La prima delegazione è stata quella dei rifugiati con l’afghano Kharimi in testa, mentre la bandiera dell’Afghanistan è stata portata da un volontario in attesa dei due atleti usciti da Kabul.

Allo Stadio nazionale del Giappone di Tokyo si è tenuta la cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici di Tokyo, a cui parteciperanno circa 4mila atlete e atleti provenienti da 163 paesi. Come quella che aveva inaugurato i Giochi olimpici lo scorso 23 luglio, anche la cerimonia di oggi si è svolta senza pubblico, ma soltanto con alcuni invitati e ristrette rappresentanze diplomatiche. Gli spettacoli allestiti hanno voluto celebrare il movimento attraverso la storia di un aeroplano con una sola ala – interpretato da una ragazzina di 13 anni – che trova la fiducia per spiccare il volo nonostante gli impedimenti e le avversità.

Diversamente dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi, dove a sfilare per prima era stata la Grecia, come da tradizione in quanto ideatrice dei Giochi, martedì la prima a entrare nello stadio è stata la squadra dei rifugiati, che si è presentata alle Paralimpiadi per la seconda volta dopo Rio 2016. I portabandiera della squadra paralimpica dei rifugiati sono stati Alia Issa, nata in Grecia da una famiglia di profughi siriani, che parteciperà alla gara del getto del peso, e Abbas Karimi, nuotatore che vive negli Stati Uniti dal 2015. Issa è la prima donna che fa parte della squadra paralimpica dei rifugiati, mentre Karimi è l’unico atleta proveniente dall’Afghanistan: per via del grande caos legato al ritorno dei talebani nel paese, l’Afghanistan non ha potuto far viaggiare in maniera sicura la sua delegazione. La bandiera dell’Afghanistan ha comunque avuto modo di sfilare, portata da un volontario.

Dopo circa tre ore dall’inizio della cerimonia, attorno alle 15.50 gli atleti paralimpici Karin Morisaki, Yui Kamiji e Shunsuke Uchida hanno acceso il braciere paralimpico.

LA SPEDIZIONE ITALIANA REGALA GIOIE

Quella di Tokyo è la sedicesima edizione delle Paralimpiadi estive e la seconda ospitata dal Giappone, dopo quella del 1964. La manifestazione è durata dal 25 agosto al 5 settembre, riguarda 540 gare di 22 sport diversi.

Le gare dei Giochi paralimpici cominceranno mercoledì 25 agosto e vedranno subito impegnati molte atlete e atleti italiani, che durante la cerimonia hanno sfilato assieme a due portabandiera: la schermitrice Beatrice “Bebe” Vio, medaglia d’oro nel fioretto individuale a Rio 2016, e Federico Morlacchi, oro nel nuoto sempre a Rio.

L’Italia si è presentata in Giappone con il più alto numero di atleti da quando partecipa a una Paralimpiade: 113 azzurri impegnati in 16 discipline. Una spedizione record con boom al femminile.

BEBE VIO, RAGAZZA D’ORO, IN TUTTI I SENSI!

Un piatto di carbonara prima di partire per Tokyo, la consapevolezza di aver fatto il massimo, la fiducia che questa Paralimpiade potesse essere indimenticabile. E così è stata. Bebe Vio ha vinto l’oro nel fioretto, come a Rio nel 2016. E ha scritto la storia. Da anni non è più solo un’atleta, ma un personaggio talmente noto, tra social e televisione, da rappresentare molto di più.

Ho rischiato l’amputazione del braccio“: Bebe Vio trionfa a Tokyo e racconta del suo momento difficile
Il trionfo dopo l’ennesima prova e le lacrime che sanno di vita con la V maiuscola. La fenice della scherma italiana Bebe Vio ha fatto incetta di medaglie ai Giochi paralimpici di Tokyo, aggiudicandosi l’oro nel fioretto individuale, e l’argento nel fioretto a squadre. Eppure Bebe queste paralimpiadi non avrebbe nemmeno dovuto disputarle. Come ha raccontato lei stessa dopo la finale di sabato, un grave infortunio al braccio sinistro e una successiva infezione da stafilococco hanno rischiato di porre fine al sogno azzurro di una delle atlete paralimpiche più apprezzate e influenti di sempre. In gioco non solo la partecipazione a Tokyo e la possibilità di poter continuare a tirare di scherma, ma la sua stessa sopravvivenza.

STORICA TRIPLETTA NEI 100 METRI (piani)I FEMMINILI

Alle Paralimpiadi di Tokyo, che chiuderanno i battenti il 5 settembre, per l’Italia arriva un podio intero. E’ infatti una storica tripletta tricolore quella dei 100 metri femminili T63: Ambra Sabatini conquista l’oro con il record del mondo di 14″11, argento per Martina Caironi (14″46), bronzo per Monica Graziana Contrafatto (14″73). Dopo i successi alle ultime Olimpiadi, ora sono le donne paralimpiche a fare la storia dell’atletica. “Vincere è stato bellissimo, ma l’emozione più bella è il podio a tre – ha detto Sabatini – Vedere l’Italia su quei gradini è fantastico, lo desideravamo tanto tutte quante in questi giorni. Come ci chiamiamo? ‘Le fantastiche tre'”. Alle tre sprinter sono giunte le congratulazioni, tra gli altri, del premier Mario Draghi, ricordando che “la dedizione, la professionalità e il talento dimostrato dagli atleti paralimpici italiani è fonte di grande orgoglio e ispirazione per tutto il Paese”. “Grazie per avermi fatto emozionare”, scrive invece nelle sue stories su Instagram Marcell Jacobs, oro olimpico di Tokyo 2020 nei 100 metri e nella staffetta 4X100. “Hanno fatto qualcosa di incredibile – aggiunge Jacobs -, sono il vero esempio di forza, dedizione e voglia di andare oltre le difficolta’ che la vita ha riservato loro. Sono delle lottatrici nate, ognuna con storie diverse ma che hanno regalato ancora una volta all’Italia una gioia incredibile”.

RIASSUNTO MEDAGLIE ITALIANE

Una spedizione memorabile per l’Italia ai Giochi Paralimpici di Tokyo: 69 medaglie conquistate, battuto nettamente il bottino di Rio 2016 (39 medaglie) e superato il record di sempre che durava da Seul 1988.

Dopo il grande exploit azzurro a Tokyo (69 medaglie in undici sport), il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli ha fatto alcune riflessioni, guardando anche al futuro. “Su questi risultati bisogna costruire un Paese migliore – ha detto – bisogna costruire un’Italia migliore, un Paese più equo e giusto per le persone disabili, abbiamo la punta dell’iceberg della migliore Italia sportiva paralimpica. Mi auguro che questo contagio positivo non si spenga con lo spegnimento della fiaccola”. Pancalli ha dedicato una citazione particolare alla splendida tripletta azzurra nei 100 metri femminili: “Nel podio tricolore dell’atletica leggera c’è la sintesi della famiglia paralimpica italiana. Monica Contrafatto che è stata ispirata in un letto d’ospedale da Martina Caironi e con Ambra Sabatini, straordinaria campionessa, ispirata dalla Caironi, ha vinto tutta una famiglia che ha compreso che bisogna restituire e partecipi tutti del medesimo obiettivo. Nel nostro mondo vale il principio della circolarità. Ora speriamo che i risultati possano attirare l’attenzione dal mondo degli sponsor per sposare un’immagine vincente con gli atleti paralimpici che sono tanti e hanno una storia umana assolutamente importante da raccontare”, ha concluso.

Con la cerimonia di chiusura del 5 settembre si sono concluse le Paralimpiadi di Tokyo, evento straordinario che conclude nel modo migliore possibile questa splendida estate per l’Italia dello sport.

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