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Piogge record in Groenlandia: a rischio la tenuta della calotta glaciale

Si scioglie la calotta glaciale. È questa una delle dirette conseguenze del riscaldamento globale della Terra, che provoca l’innalzamento delle temperature e il verificarsi di fenomeni atmosferici legati al ciclo dell’acqua: alluvioni, scioglimento dei ghiacci, innalzamento degli oceani. Fenomeni che soprattutto in Europa non si erano finora mai verificati e che mettono a rischio l’equilibrio del sistema idrogeologico.

Un esempio di questi fenomeni improvvisi e devastanti solo qualche giorno fa. A metà agosto addirittura sette miliardi di tonnellate di acqua sono caduti sulla Groenlandia, territorio a nord del continente americano, parte del regno di Danimarca. L’effetto immediato di questa enorme massa di precipitazioni è stato lo scioglimento di parte della calotta glaciale.

E’ stata infatti la prima volta che sui terreni gelidi della Groenlandia ha piovuto da quando è stata costruita la stazione di ricerca gestita dalla National Science Foundation della Virginia negli anni ‘80 del Novecento. La stazione di ricerca si trova nel Greenland Summit Camp, in una regione perennemente gelida, nei pressi della cima più alta della Groenlandia, a 3216 metri di altezza. La pioggia è durata per diverse ore e le temperature sono aumentate arrivando a toccare i 18°. Gli scienziati della stazione di ricerca hanno potuto osservare le precipitazioni per tutto il giorno, non potendo però utilizzare misuratori, data l’imprevedibilità dell’evento.

La pioggia è caduta durante 3 giorni eccezionalmente caldi in Groenlandia, nei quali il calore e le precipitazioni hanno causato lo scioglimento di gran parte dei ghiacciai. Più di 870mila km2 di ghiaccio hanno iniziato a fondersi, un’area che supera di 3 volte la superficie dell’Italia. Più precisamente, la pioggia si è abbattuta nel punto più gelido della calotta glaciale, a circa 3200 metri di altezza, in cima a una montagna che si trova a 72 gradi di latitudine nord, a più di 500 miglia sopra il Circolo Polare Artico.

Secondo gli scienziati l’allerta è massima per la quantità di acqua anomala caduta dal cielo definendolo un evidente segno della crisi climatica. La paura degli esperti non ricade solo sul preoccupante scioglimento dei ghiacci dovuto alle temperature elevate, ma soprattutto al conseguente aumento del livello dei mari di difficile gestione in tutto il mondo. Per capire quanto la situazione sia eccezionale basta sapere che negli ultimi 100 anni eventi come questi si sono verificati solamente altre 3 volte e tutti concentrati negli ultimi venticinque anni, nel 1995, nel 2012 e nel 2019. Segno evidente che la situazione climatica sta peggiorando rapidamente.

Si stima che persistendo questa situazione il livello degli oceani dovrebbe aumentare di sette metri entro l’anno 3000.

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