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ENNESIMO INCIDENTE SUL LAVORO: LAILA EL HARIM MUORE INCASTRATA IN UN MACCHINARIO

Martedì 3 agosto intorno alle 8.30 del mattino, una donna muore dopo essersi incastrata in un macchinario in un’azienda a Camposanto, provincia di Modena. Si tratta della 41enne Laila El Harim, di origini marocchine, residente a Bastiglia e in Italia da più di 20 anni. Madre di famiglia, lascia il suo compagno e la sua bambina di 5 anni. Aveva cambiato lavoro da circa un mese e mezzo trasferendosi nell’azienda Bombonette in via Panaria. Quest’ultima è stata fondata da Fiano Setti, noto imprenditore modenese, ed è specializzata in prodotti per il confezionamento di alimenti e lavorazione della carta per pasticceria. 

Secondo le prime informazioni Laila sarebbe stata colpita alla testa e sarebbe rimasta incastrata in una fustellatrice (macchina che consente di ritagliare tantissime figure e sagome con grande precisione). A dare l’allarme sono stati i colleghi. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che la hanno estratta dal macchinario, i carabinieri della stazione di Camposanto e in seguito i sanitari del 118, che sfortunatamente non hanno potuto fare nulla per salvarle la vita. Sono ancora in corso i rilievi dei carabinieri di Medicina del lavoro e gli accertamenti della Asl. Il sindaco di Bastiglia Francesca Silvestri ha voluto commemorare il dramma con un messaggio: “Una tragedia scuote di nuovo la nostra comunità. E lo fa con violenza, portandosi via una donna, una mamma, una lavoratrice. Oggi è un altro giorno triste…“. Domenico Chiatto, sindacalista di Cisl Emilia Centrale ha espresso un cordoglio ai familiari della vittima in cui ricorda come dall’inizio dell’anno gli incidenti sul lavoro abbiano avuto un grave aumento: “Indispensabile rafforzare la formazione e la cultura della sicurezza ma anche le azioni di controllo, perché a Modena manca almeno il 30% di ispettori del lavoro”. Aggiunge: “Dobbiamo constatare che gli infortuni sul lavoro, purtroppo anche con esiti mortali, continuano ad accadere nonostante i nostri numerosi appelli”. 

La vicenda ricorda molto quella di Luana D’Orazio, la ragazza di 22 anni vittima di un orribile incidente sul lavoro il 3 maggio scorso mentre lavorava in fabbrica in un’azienda tessile di Montemurlo, provincia di Prato. L’autopsia, svolta dal medico legale Luciana Sonnellini, aveva stabilito che la giovane operaia era stata vittima di un politrauma fratturativo toracico-polmonare. In pratica si tratta di uno schiacciamento provocato dagli ingranaggi dell’orditoio su cui era impegnata e che l’ha uccisa praticamente sul colpo. Quanto accaduto riaccende i riflettori sulle morti bianche, che in questo drammatico 2021 fanno già segnare cifre record nel nostro paese. Manuela Gozzi, segretaria generale della Cgil Modena commenta :”È finito il tempo delle parole, ora abbiamo bisogno di azioni concrete, di messa in campo di risorse da parte delle istituzioni e delle autorità competenti, e di interventi tutti finalizzati per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Il confronto con i primi cinque mesi del 2020 evidenzia per il 2021 un aumento del 5,2% degli infortuni in occasione di lavoro e del 10% di quelli in itinere. Il bilancio provvisorio del 2021 è particolarmente critico sul fronte delle morti sul lavoro “tradizionali”.

I decessi denunciati tra gennaio e maggio sono stati infatti 434, due in più rispetto all’analogo periodo del 2020 e ben 43 in più rispetto al 2019. Il trend delle malattie professionali, con quasi 24mila denunce nei primi cinque mesi di quest’anno, mostra invece un aumento del 43,4% rispetto allo stesso periodo del 2020 e un calo del 12,6% rispetto al 2019. Negli ultimi giorni si è letto che nel primo trimestre di quest’anno ci sono stati 185 decessi, 19 in più rispetto all’analogo periodo del 2020, con una crescita dell’11,4%. 

Tutto ciò è totalmente inaccettabile! Dobbiamo tenerne di conto di questi dati in quanto essendo nel 2021 non ci possiamo permettere di causare ancora così tante morti, anche di ragazzi e genitori con una famiglia. Dovremmo spendere qualcosa in più o concentrarci in modo più accurato all’attenzione ai macchinari e agli attrezzi nei luoghi di lavoro. 
 

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