Erano le 20:17 del 20 luglio 1969 quando l’astronauta americano Neil Armstrong lasciò il modulo spaziale e pronunciò la celebre frase: “E’ un piccolo passo per l’uomo ma un grande balzo per l’umanità”. In quell’istante si celebrava il successo della missione Apollo 11 con cui l’uomo per la prima volta mise piede sulla Luna. In quella notte tra il 20 e il 21 luglio la Terra rese omaggio alla Luna puntandole addosso tutti i riflettori. Dal giorno del decollo fu come se tutto girasse intorno al satellite: nei bar, nelle scuole e non solo, non si parlava di altro. La Rai stima che l’evento fu seguito da 7 milioni di schermi e da circa 900 milioni di persone non solo da casa, ma anche dai negozi e persino nelle carceri. Fu la prima notte senza furti né rapine da 10 anni a quella parte e la missione segnò quindi una sorta di tregua ai rancori e disordini di quegli anni.
Il cronista Gianni Bisiach affermò: “In quei momenti non mi sentivo Gianni Bisiach, ma un uomo qualunque fra miliardi di uomini qualunque, troppo piccoli di fronte alla grandezza della vicenda”. Egli seguì lo sbarco dietro le quinte della prima maratona televisiva della Rai, condotta da Tito Stagno con i commenti di Andrea Barbato e Ruggero Orlando, dal Centro spaziale della Nasa di Houston. In seguito aggiunse: “Come accadde con i protagonisti di un romanzo, molti si immedesimarono in quei tre astronauti e mi accorsi poi che non erano supereroi, ma persone normali con i limiti e le debolezze di ogni uomo”.
La missione Apollo 11 iniziò dal Kennedy Space Center in Florida. La navicella era composta da tre parti: un modulo di comando soprannominato “Columbia” con una cabina pressurizzata per i tre astronauti, un modulo di servizio ed un modulo lunare detto “Eagle”. L’equipaggio era composto dal comandante Neil Armstrong, dal pilota del modulo di comando Michael Collins, ed Edwin Aldrin, pilota del modulo lunare. Dei tre astronauti solo Edwin Buzz Aldrin è ancora vivo ed è ricordato come colui che toccò la superficie del satellite con il capitano della missione Neil Armstrong. Quest’ultimo e Micheal Collins sono morti rispettivamente il 25 agosto 2012 e il 28 aprile 2021. Il decollo avvenne il 16 luglio alle 13.32, quando il razzo vettore “Saturn V” lanciò la navicella. Un’immagine pubblicata dai giornali ritraeva l’astrofisica Margherita Hack, allora direttore dell’osservatorio astronomico triestino, sedotta dalla partenza del razzo, insieme allo scrittore James Blish. Dopo circa tre giorni di viaggio, il 19 luglio alle 17.21, Apollo 11 passò dietro la Luna e accese il motore in servizio per entrare in orbita lunare e compì trenta orbite intorno al satellite per studiare al meglio la zona. Il 20 luglio alle 12.52 Armstrong e Aldrin salirono a bordo del modulo lunare, mentre Collins rimase nel modulo “Columbia” a supervisionare l’operazione. Domenica 20 luglio “Eagle” si posò sulla superficie del satellite e la missione dei due astronauti sulla Luna durò circa due ore durante le quali raccolsero 21,5 kg di materiale. In quelle ore Aldrin trasmise via radio alla Terra: “Vorrei cogliere questa occasione per chiedere a ogni persona che ascolta chiunque e ovunque si trovi, di fermarsi un momento e contemplare gli eventi delle ultime ore e ringraziare a modo suo”. Quindi, privatamente, partecipò al sacramento della santa cena, con pane e vino preparati appositamente. In quell’epoca, la NASA era ancora coinvolta in una causa intentata dall’atea Madalyn Murray O’Hair e chiedeva ai loro astronauti di astenersi dal trasmettere attività religiose mentre si trovavano nello spazio. Così, Aldrin non menzionò direttamente tale atto. Egli era un membro della Chiesa presbiteriana di Webster e fu proprio il pastore a preparare il suo corredo per la santa cena. Quella chiesa possiede ancora il calice usato sulla Luna e ogni anno commemora l’evento nella domenica più vicina al 20 luglio. Tito Stagno fu il protagonista di quella notte e fu colui che annunciò al mondo: “Hanno toccato”. Prima di lasciare la Luna i due astronauti piantarono la bandiera degli Stati Uniti e lasciarono una targa con le tre firme dell’equipaggio insieme a quella di Richard Nixon (ex presidente degli Stati Uniti): “Qui nel luglio 1969 misero per la prima volta piede sulla Luna uomini venuti dal pianeta Terra, siamo venuti in pace per l’intera comunità”. Per tornare a casa Apollo 11 impiegò tre giorni, al termine dei quali rientrò nell’atmosfera terrestre e ammarò nell’Oceano Pacifico.