Il “divo gentile” è forse l’espressione migliore per descrivere Tom Hanks, così definito dalla sua giovane coprotagonista Helena Zengel sul set del loro film, Notizie dal mondo (2020). Ciò che lo contraddistingue da tante “divinità” hollywoodiane è infatti una grande umanità e umiltà.
Proprio oggi, 9 luglio 2021, Thomas Jeffrey Hanks, meglio noto come Tom Hanks, compie 65 anni. L’attore è infatti nato il 9 luglio 1956 a Concord in California.
La sua strada verso il successo non ha certo avuto uno sfondo familiare facile e agiato. Figlio di genitori statunitensi, in seguito alla loro separazione, fin da bambino Tom si trovò a viaggiare e a cambiare casa continuamente, privato così di radici e amicizie salde e durature.
Situazione che cominciò a cambiare iniziando a frequentare la California State University di Sacramento, dove Tom capì che la sua strada (e vocazione) doveva essere quella del teatro e della recitazione, passione per troppo tempo sopita e che, da quel momento in poi, ha avuto modo di approfondire e praticare.
Dopo un periodo di studio alla Riverside Shakespeare Company di New York, all’inizio degli anni ’80, Tom decise di lanciarsi nel mondo di Hollywood e tentare la fortuna nel cinema.
I primi ruoli, non troppo esaltanti, nelle serie televisive Henry e Kip e Happy Days, gli valsero però l’attenzione di Ron Howard, regista, sceneggiatore, attore e produttore cinematografico statunitense, il quale, nel 1984, decise di “scommettere” sull’esordiente Tom scegliendolo per il film Splash, Una sirena a Manhattan, accanto all’attrice Daryl Hannah.
Questo fu a tutti gli effetti il suo esordio cinematografico, l’inizio di una carriera costellata di successi.
Vero trampolino di lancio per il continuo della sua carriera fu Big (1988), commedia incentrata sul sogno di diventare grande di un ingenuo tredicenne, un po’ il riflesso di quella che era la sua voglia di crescere nel mondo dello spettacolo; tra l’altro, con questo film, ottenne la prima candidatura all’Oscar.
Dopo altri successi, come L’erba del vicino, Turner e il casinaro, ecc., quasi inevitabilmente si prospettò una prima battuta d’arresto alla sua “ascesa”: il promettente film Il Falò delle Vanità (tratto da un celebre best-seller americano dello scrittore Tom Wolfe), di Brian De Palma, fornito di un grande cast (Bruce Willis, Melanie Griffith, Morgan Freeman) e di una costosa produzione (45 milioni di dollari) si rivelò un insuccesso totale, un vero e proprio “flop”. Tra le tante arrivò subito la critica alla scelta di Tom Hanks nel ruolo di Sherman McCoy.
A risollevarlo contribuì anche la collaborazione con Meg Ryan in Insonnia d’amore, Joe contro il vulcano, C’è posta per te e in Ithaca.
E soprattutto, Tom non si perse mai d’animo e anzi, perdendo dodici chili e battendo la concorrenza di Andy García, Michael Keaton ed altri, riuscì ad essere scelto, proprio lui, nel 1994, per il celebre film Philadelphia di Jonathan Demme nel ruolo di Andrew Beckett, giovane avvocato gay, trattando il delicato tema dell’AIDS. Fu un successo in tutto il mondo, tanto che gli valse il Golden Globe, l’Orso d’Argento a Berlino, nonché il suo primo Premio Oscar come miglior attore protagonista! Anche il suo caro amico Bruce Springsteen, autore della colonna sonora del film, vinse l’Oscar come miglior canzone.
E questo non è tutto: l’anno successivo, 1995, Tom tornò a vincere un altro Oscar per il ruolo di Forrest Gump; citazione entrata ormai nella memoria collettiva di questo film è “Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”, metafora della vita mai più azzeccata.
Tom Hanks è tra i soli due attori nella storia (insieme a Spencer Tracy) ad aver vinto due Oscar consecutivamente; tra l’altro, aveva rispettivamente 38 e 39 anni, esattamente come Spencer Tracy quando li vinse nel 1938 e nel 1939.
Non si è fermato ma ha continuato subito a lavorare con il regista Ron Howard per il quale interpretò l’astronauta Jim Lovell in Apollo 13 (1995). Non a caso, tra le passioni di Tom Hanks, c’è anche quella per lo spazio: dopo il successo di “Philadelphia” e “Forrest Gump”, la NASA ha deciso di dedicargli un asteroide con il suo nome, “asteroide 12818 – Tomhanks”.
Comunque, una volta all’apice del successo, non si è accontentato, ma anzi ha “sperimentato”, esordendo anche alla regia con Music Graffiti e prestando la voce al cartone della Disney Toy Story.
E poi ecco altre due pellicole imperdibili che impegnano Tom in una produzione più seria: nel 1998 Salvate il soldato Ryan di Steven Spielberg, per cui Hanks, nella toccante veste del Capitano John H. Miller, ricevette un’altra candidatura all’Oscar come miglior attore; tuttavia venne battuto da Roberto Benigni per La vita è bella. L’anno seguente interpretò la guardia carceraria Paul Edgcombe ne Il miglio verde.
Nel 2000 diede nuovamente prova della sua preparazione e professionalità: Tom Hanks si impegnò a perdere venti chili per interpretare la parte del sopravvissuto Chuck Noland in Cast Away. Ed anche questa volta ricevette la candidatura agli Oscar 2001 come miglior attore protagonista, ma la preziosa statuetta gli è stata “soffiata” per poco da Russell Crowe per Il gladiatore.
Al fianco di Leonardo DiCaprio, interpretò anche Prova a prendermi (2002) di Steven Spielberg, adattamento del romanzo autobiografico Catch Me if You Can di Frank Abagnale Jr..
Diretto ancora una volta da Ron Howard, Tom interpretò il professore Robert Langdon in Il codice da Vinci, Angeli e demoni, e Inferno.
Tra le grandiose pellicole più recenti vi sono Il ponte delle spie (2015, di Steven Spielberg) e Sully (2016, di Clint Eastwood). Nel 2017 è chiamato ancora da Spielberg per recitare nel biografico The Post al fianco di Meryl Streep; proprio in quest’ultimo film è emersa la sua passione per le macchine da scrivere: le colleziona, ne possiede oltre 100 e ha persino creato un’app chiamata “Hanx Writer” che riproduce sull’iPad l’emozione di battere a macchina. Per di più, nell’autunno del 2017, ha esordito anche come scrittore con la raccolta di racconti Tipi non comuni.
Tom Hanks ha insomma avuto l’onore e l’onere di poter sperimentare incarichi e lavori vari; tra questi c’è stato anche, a partire dal 2005, quello di vicepresidente dell’Academy, la società che ogni anno assegna i premi Oscar. Hanks, inoltre, anche se non è più vicepresidente, è rimasto membro del Consiglio di Amministrazione dell’Academy.
Dunque, Tom Hanks ha interpretato film rimasti nel cuore del pubblico, virando tra commedie leggere e una produzione più seria e impegnata.
Figlio di un cuoco itinerante e di una impiegata ospedaliera, niente è stato facile o gratuito nella vita e nella carriera di Hanks, bensì tutto è stato raggiunto con una grande tenacia, costanza e lavoro.