“Come si può arrivare a tanta ferocia? Il gesto di mio figlio non può essere giustificato in alcun modo. Mi sento impotente davanti alla vostra tragedia e so che non ci sono parole giuste”. Sono queste le parole di Rita Rossetti, madre dell’omicida Andrea Pignani, indirizzate ai genitori delle vittime Daniel e David Fusinato nel giorno dei loro funerali presso la chiesa Regina Pacis di Ostia. L’accaduto ha avuto luogo domenica 13 giugno 2021. Il killer 35enne è uscito di casa in felpa nera, guanti, un cappellino e armato di Beretta calibro 7.65 e ha sparato ai due fratellini Fusinato rispettivamente di 5 e 10 anni e al 84enne Salvatore Ranieri facendo perdere loro la vita. La vera domanda che tutti si pongono è il perché di tutta questa violenza nei confronti di tre sconosciuti. Negli ultimi giorni le indagini continuano, cercando di risalire al movente che ha spinto il ragazzo a uccidere e poi togliersi la vita nella sua dimora romana. Per fare ciò gli investigatori stanno indagando sul suo passato.
Egli era isolato, solo, senza amici e viveva chiuso nella mansarda circondato da pc e monitor di vario genere. Sul web si faceva chiamare Mr.Hyde dal racconto di Robert Stevenson che descrive la doppia personalità del protagonista: una parte buona e l’altra malvagia. Forse essa la potremmo far coincidere proprio con la descrizione di Andrea Pignani. Dal sequestro del suo smartphone e del suo computer è stata formulata l’ipotesi che egli possa essere stato risucchiato nel vortice del cosiddetto “deep web”. Quest’ultimo è una parte nascosta di internet a cui non si può accedere con i tradizionali browser e dove si trovano contenuti sulla criminalità, la pedopornografia, le torture e orribili omicidi. Tutti i dispositivi rinvenuti nella sua stanza potranno essere usati per stabilire se veramente questa ipotesi sia fondata o meno. Altro indizio importante è che Pignani, pur avendo manifestato segni di squilibrio mentale tanto da minacciare la madre con un coltello, non è mai stato in cura. Dopo le agghiaccianti minacce a Rita Rossetti è stato semplicemente portato in ospedale e rilasciato il giorno dopo affidandolo al padre, morto qualche mese dopo. Questo ci lascia pensare che i suoi disagi e malesseri fossero del tutto invisibili. Su ciò si è espresso Stefano Ferrauti, ordinario di Criminologia all’Università “La Sapienza” di Roma, psicologo clinico e psichiatra: “Pignani non era un paziente conosciuto ai servizi psichiatrici, non era una persona ufficialmente classificata come seguita dal dipartimento di salute mentale; da quel che ho potuto accertare appartiene alla categoria dei mass murderer”. Questi ultimi sono assassini che uccidono più persone in un breve periodo di tempo, usano un’arma da fuoco, soffrono di disturbi mentali e dopo aver compiuto l’atto si suicidano: tutte caratteristiche del nostro omicida. Sicuramente il lockdown provoca spesso disagio psichico alle persone, ma non possiamo arrivare a dire che scateni certi episodi violenti. Un’ulteriore ipotesi, da non escludere a priori, è che assumesse sostanze stupefacenti, ma ciò lo chiarirà solamente l’autopsia i cui risultati arriveranno tra 60 giorni. In tutto ciò ancora non è chiara la posizione della madre la quale sapeva di detenere in casa l’arma del defunto marito (un’ex guardia giurata), che non è mai stata dichiarata al commissariato di Anzio. Tutto ciò che ci rimane di Andrea Pignani oltre ai suoi oggetti personali, è un messaggio inviato alla madre e alla ex fidanzata che vive in Messico prima di togliersi la vita: “Quando leggerai questo messaggio io sarò già morto”.