Aveva solo 19 anni il pilota Jonas Dupasquier che domenica mattina ha perso la vita in seguito alle gravissime lesioni riportate in un brutto incidente durante le qualifiche del Gp d’Italia all’ autodromo del Mugello. Ad annunciare la morte è stato il profilo Twitter MotoGp, organizzatrice dell’ evento. “Ci mancherai moltissimo, Jason . Guida in pace”. Queste le parole finali del triste messaggio.
L’ incidente avvenuto sabato, si è verificato alla curva soprannominata “l’ arrabbiata 2” verso la fine delle qualifiche di Moto3. Oltre a lui, sono stati coinvolti altri due piloti, lo spagnolo Jeremy Alcoba e il giapponese Ayumu Sasaki, che non hanno tuttavia riportato lesioni. Entrambi hanno però colpito il giovane pilota svizzero, il primo al livello delle gambe ed il secondo alla testa. Lo spagnolo ha dichiarato di aver provato a scansarlo, ma che non ci è riuscito a causa dell’ alta velocità. Pare infatti che Dupasquier avesse già perso il controllo della moto che lo ha sbalzato in avanti dopo aver perso aderenza con la gomma posteriore. In seguito sono giunte le collisioni con gli altri due piloti che hanno aggravato particolarmente la situazione. Non ci è voluto molto per capire la gravità dell’ incidente. Il pronto intervento da parte dei medici in pista ha da subito constatato un grave politrauma. Il pilota è stato subito trasportato all’ Ospedale Careggi di Firenze. Data il compromesso quadro clinico, è stato deciso di non operare immediatamente Dupasquier per non alterarne le condizioni. Nella notte è stato però necessario un intervento disperato per una lesione vascolare. Continuavano però a persistere gravi lesioni cerebrali che hanno portato al decesso del giovane pilota.
È stata la sua più grande passione a portargli via la vita. Passione che cominciò a coltivare già da giovanissimo. A soli 5 anni salì per la primissima volta in sella, partendo con una moto da fuoristrada, proprio come faceva il padre, che tra negli anni ’90 si era distinto ai massimi livelli nel motocross e nel supermotard .
La svolta arrivò nel 2015 quando gareggiò per la prima volta nella Junior Cup tedesca, che vinse la stagione successiva. Da qui cominciò ad intravedersi un talento che verrà ribadito anche qualche anno successivo col trionfo nella North European Cup. L’ arrivo nel motociclismo che conta è però risalente al motomondiale del 2020, dopo aver partecipato alla MotoGp Rookies Cup 2019. Il primo mondiale è stato per Dupasquier avaro di soddisfazione, ma nonostante ciò è stato confermato dal team KTM CarXpert PruestelGP. Il 2021 era cominciato con buoni piazzamenti che gli erano valsi il decimo posto in classifica con 27 punti all’ attivo.
Dopo l’ annuncio della sua morte, tutto il mondo del motorsport lo ha omaggiato. Le varie scuderie hanno espresso il loro cordoglio e inviato le loro condoglianze alla famiglia. Messaggi sono arrivati anche da Carlos Sainz e Charles Leclerc, i due piloti della Ferrari.
Oltre a ciò sono nate varie polemiche sulle gare disputate domenica. Molti addetti ai lavori, tra cui piloti e non, hanno trovato inopportuno il gareggiare in un giorno così triste per tutto il motociclismo. Il primo a esprimersi in maniera negativa è stato il pilota Francesco Pecco Bagnaia che ha criticato la gestione della diffusione della notizia e ha affermato che se l’ incidente mortale fosse capitato a uno pilota di MotoGp, non sarebbe stata corsa alcuna gara nel weekend.
Anche Valentino Rossi ha omaggiato il pilota e mandato le condoglianze al team e alla famiglia. Ha sottolineato inoltre il suo disappunto per aver corso in un weekend così drammatico, d’ altra parte ha però affermato che non disputare le gare di oggi non avrebbe cambiato nulla di tutto ciò che è successo.
A Dupasquier è dedicata la vittoria di oggi di Fabio Quartararo nel MotoGp che ha ricordato come ogni volta, in ingresso in curva 9, il pensiero fosse subito per il giovane pilota.
Molti altri piloti si sono uniti nel dolore tra cui Marc Marquez e Joan Mir.
Ciò che resterà di questo weekend è però la perdita un giovanissimo pilota che ha scosso tutto il mondo motorsport e non solo. Tragedie come queste riportano alla mente bruttissimi ricordi come quello della morte di “Sic”(Marco Simoncelli) nel 2011. La speranza è quella di non dover assistere ad altre disgrazie simili e di poter godere fino in fondo dello spettacolo che il motociclismo sa regalare.